Tam! Pam! Pum! Sbom! Sbrem!

E’ morto per problemi polmonari all’ospedale Sacco di Milano: Dario Fo, premio Nobel per la letteratura nel 1997. Aveva 90 anni. Addio al giullare della cultura.

di Luigi Affabile  –  Scrittore, drammaturgo, attore, regista, pittore, scenografo, attivista. Insomma, ci lascia un vero uomo di cultura. E ha deciso di farlo nel giorno in cui verrà assegnato il premio Nobel per la letteratura, quel premio che fu proprio suo nel 1997. Il suo più grande successo “Mistero buffo” risale al 1969, un’opera teatrale in cui Fo, unico attore in scena tra l’altro, presenta un insieme di monologhi che descrivono alcuni episodi ispirati alla vita di Gesù. Una “giullarata”, un grido popolare ricco di provocazione e folclore. Non a caso la lingua in cui viene recitata è un insieme di dialetti delle regioni settentrionali e centrali del Belpaese. Uno spettacolo senza musica e costumi, in cui Fo invita il pubblico a perdersi sulla strada dell’immaginazione.

Un attivista, un amico del popolo – Come dimostra una delle sue commedie più note Morte accidentale di un anarchico, ispirata alla tragica morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, Dario Fo era prima di tutto un’attivista, un amico del popolo, pronto ad urlare e difendere i diritti dei più deboli nelle varie battaglie civili.

«Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi»

La sua Franca – Parte importante della sua vita, è stato sicuramente l’incontro con l’attrice teatrale Franca Rame, la donna della sua vita. Dal loro matrimonio, nasce Jacopo, che erediterà da loro gran parte del bagaglio artistico. Non a caso, oggi, Jacopo Fo è uno scrittore, blogger, attivista, regista, fumettista e attore. Un amore inscindibile, che dura per ben sessant’anni tra gioie, traumi e battaglie, terminato con la morte di Rame nel 2013.

“C’è una regola non scritta nel teatro che rivela che quando è finita, è finita e pensa che quando è conclusa, l’affetto della gente è tutto quello che resta e ti sarà riconoscente. Ciao!”

Nel 2006 inoltre, il premio Nobel partecipò alle elezioni primarie del centro sinistra  per la nomina a sindaco di Milano, arrivando secondo con il 23.3 per cento dei voti. Negli ultimi anni Fo, si è schierato dalla parte del Movimento 5 Stelle, scrivendo anche un libro con Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio Il Grillo canta sempre al tramonto.

Una vita piena, tra musica e parole  –  Nel 1968 Fo compone il testo musicale Ho visto un re per l’artista Enzo Jannacci, una sorta di satira, una canzone popolare contro il potere. La voce narrante è quella di contadini che denunciano gli interessi e la prepotenza dei potenti. Canzone che tra l’atro fù censurata dalla Rai che vietò a Jannacci di presentarla alla trasmissione televisiva Canzonissima. Nei suoi ultimi anni pubblica Un uomo bruciato vivo, scritto assieme a Florina Cazacu, figlia di un operaio rumeno bruciato vivo dal datore di lavoro, per aver chiesto di essere messo in regola.

«Non temo la morte ma neanche la corteggio. Se hai campato bene è la giusta conclusione della vita»

Dario Fo ha cercato fino all’ultimo di giocare con la morte. Con quel senso di sfida che gli apparteneva e che lo ha reso il giullare più coraggioso di sempre.

Un po’ di link per ricordalo:


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