5 motivi per non perdersi un film della rassegna su Gus Van Sant al Cinema Massimo

Il 6 ottobre, con Belli e Dannati, è stata inaugurata la rassegna del Cinema Massimo dedicata a Gus Van Sant (che era ospite d’onore in sala) nella quale verrà proiettata la sua intera filmografia in lingua originale sottotitolata in italiano. 

di Giulia Scabin  –  “Torino mi ha sempre ricordato la mia Portland, stesse dimensioni, stesse montagne innevate intorno…”: così Gus Van Sant esordisce alla presentazione della rassegna a lui dedicata del Cinema Massimo, in una sala gremita per la proiezione di Belli e Dannati.

La prima volta che venni a Torino era il 1988, quando partecipai ad un festival di cinema gay con Mala Noche” ha raccontato il regista, “È passato tanto tempo, sono cambiato io ed è cambiata la città.  All’epoca per me Torino era un luogo lontanissimo, quasi esotico. Quando chiesi all’impiegata dell’agenzia di viaggio di Portland un biglietto aereo per Torino lei capì che volessi andare a Reno, in Nevada!”

Van Sant ha risposto alle domande del pubblico e ci ha raccontato qualcosa riguardo i suoi prossimi progetti: una serie tv, intitolata “When We Rise”, incentrata sulle vicende di tre attivisti di San Francisco per i diritti degli omosessuali, e un film ancora in lavorazione che narrerà la vita di John Callahan, fumettista disabile di Portland.

La rassegna dedicata a Gus Van Sant del Cinema Massimo consisterà nella proiezione della sua intera filmografia in lingua originale sottotitolata in italiano. Qui sotto trovate cinque buoni motivi per non perdervela.

1) I suoi personaggi

Giovani gigolò narcolettici, cowgirls autostoppiste, adolescenti disturbati, annunciatrici televisive psicopatiche e geni ribelli: i personaggi che popolano i film di Gus Van Sant sono l’emblema della devianza dall’ordinario. Dal carismatico Matt Damon di Will Hunting, ai due protagonisti dell’iconico Belli e Dannati, fino ad un inquietante Nicole Kidman in Da Morire, il regista è un maestro nel dipingere individui inquieti, danneggiati ma follemente animati da un costante desiderio di fuga, in lotta con una società soffocante e alla strenua ricerca della propria identità.
Particolare attenzione è dedicata non soltanto alle minoranze, in particolare quella omosessuale (Mala Noche, Milk), ma anche ai tormenti degli adolescenti e del loro mondo: in pellicole come Elephant e Paranoid Park il regista è un osservatore silenzioso che, seppure ormai adulto, cammina perfettamente a suo agio al fianco dei giovani personaggi. È proprio questo suo approccio, onesto e disarmante, che generazione dopo generazione permette a giovani spettatori di continuare ad affezionarsi ai suoi film.

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2) Il suo rapporto con Hollywood

Negli anni ‘70 Gus Van Sant incontra per la prima volta Los Angeles, dove lavora come assistente alla produzione, sviluppa progetti che non arrivano mai sul grande schermo e viene a contatto con la faccia più inquietante della Mecca del cinema.
Eppure, al contrario dei suoi personaggi sempre fuori dalla norma, il regista di Portland percorre quello che sembra il più classico dei tragitti: dalla marginalità underground al successo mainstream, con film come Will Hunting del 1997 o Scoprendo Forrester del 2000, meno audaci ma più facilmente apprezzabili dal grande pubblico.
In realtà ciò che rende davvero notevole la carriera di Gus Van Sant è la sua abilità nel non essersi lasciato risucchiare nel vortice Hollywoodiano, mantenendo sempre il suo tocco d’autore e senza mai abbandonare il cinema indipendente, del quale è diventato uno dei massimi esponenti nel panorama statunitense.

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3) Le critiche e il superamento dei padri

Gus Van Sant non si è mai curato troppo delle critiche, non tanto per arroganza quanto per la consapevolezza del fatto che se si vuole creare qualcosa di autentico e personale non è facile riuscire ad essere compresi da tutti.
Sfidando il buon senso, nel 1998 il regista arriva a cimentarsi con un progetto impossibile, il remake di Psycho, con Vince Vaughn e Julianne Moore: ne esce meno rovinosamente del previsto, ma la critica del pubblico è spietata. Viene accusato di profanazione, ma Psycho è piuttosto una splendida meditazione sul linguaggio del cinema e sul modo di affrontare quegli ingombranti classici considerati intoccabili. Un’ultima sfida, un passaggio obbligato: uccidere il padre per andare oltre.

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4) Il romanticismo

Dall’amore omosessuale frustrato di Mala Noche, al dolore straziante di Matthew McConaughey in La Foresta dei Sogni, passando dal vagabondaggio senza meta di Gerry, il romanticismo è inevitabilmente onnipresente in tutte le opere di Gus Van Sant. Il suo non è certo un cinema freddo: i sentimenti dei personaggi sono sempre vissuti con un’intensità che coinvolge completamente lo spettatore.
Come l’Idaho di Belli e Dannati, il mare di alberi di La Foresta dei Sogni o il deserto di Gerry, gli stessi paesaggi che accompagnano le sue storie rimandano alla concezione romantica della natura, infinita e unitaria allo stesso tempo, dentro la quale i protagonisti si immergono cercando disperatamente la pace.

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5) Le grandi contraddizioni del mondo occidentale

Le distrazioni, le innocenti ipocrisie, i rancori repressi, le cose non dette: Gus Van Sant racconta i “valori” americani senza addolcire la pillola.
Come la madre che il protagonista di Belli e Dannati cerca disperatamente di ritrovare, la famiglia tradizionale come fonte di valori e certezze è soltanto un’illusione. Così una società apatica e crudele si spinge verso le conseguenze più disastrose, come la strage ispirata al massacro della Columbine High School in Elephant. Nella filmografia di Van Sant il tema dell’autodistruzione diventa centrale, in una cultura occidentale svuotata di qualsiasi valore autentico.
Ma come nel suo film più dolce, L’Amore Che Resta, i protagonisti dell’autore americano, pur brancolando nel buio, continuano strenuamente a cercare una redenzione: il nostro è un mondo crudele, ma c’è ancora speranza.

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Ecco il programma completo della rassegna con trame, date e orari:

Belli e dannati (My Own Private Idaho)
(Usa 1991, 104’, DCP, col., v.o. sott.it.)
Mike e Scott sono due ragazzi di strada. Mike, di estrazione sociale più umile, soffre di narcolessia. Scott, di famiglia borghese perbene, prima accompagna Mike in un’infruttuosa ricerca della madre; poi, però, lo abbandona per partire con una ragazza di cui si è innamorato. A Mike non resta che continuare da solo.
Mer 5, h. 21.00 – Sala Uno – Ingresso euro 4,00/Dom 9, h. 20.30
La proiezione del 5 ottobre sarà presentata da Gus Van Sant

Mala Noche
(Usa 1985, 80’, video, b/n, v.o. sott.it.)
Il primo lungometraggio di Gus Van Sant è un romanzo omosessuale intenso e vibrante. Un giovane gay si innamora follemente di Johnny, immigrato messicano clandestino che non parla una parola di inglese e non è neppure maggiorenne. Ispirato a un racconto di Walt Curtis, filmato in 16 mm e in bianco e nero.
Ven 7, h. 16.30/Dom 9, h. 16.30

Drugstore Cowboy
(Usa 1989, 99’, 35mm, col., v.o. sott. it.)
Bob è a capo di una piccola banda di consumatori di droga che visitano e rapinano spesso i drugstore che incontrano sulla loro strada. Quando una di loro muore per overdose, Bob decide di smettere di drogarsi. Nel film compare in un cameo lo scrittore della beat generation William Burroughs,
Ven 7, h. 18.15/Dom 9, h. 18.30

Cowgirl – Il nuovo sesso (Even Cowgirls Get the Blues)
(Usa 1993, 93’, 35mm, col., v.o. sott it.)
Van Sant porta sullo schermo l’intraducibile romanzo di Tom Robbins, vero e proprio cult degli anni Settanta. Storia di Sissy, una ragazza dagli enormi pollici, che alterna i suoi vagabondaggi in autostop alla professione di modella. Arriva in una fattoria nel West dove vivono le cowgirls, ribelli nate, un po’ lesbiche, un po’ femministe, un po’ folli.
Ven 7, h. 20.30/Sab 8, h. 18.30

Da morire (To Die For)
(Usa 1995, 102’, Hd, col., v.o. sott.it.)
Suzanne Stone è una bionda e bella ragazza di Little Hope con il sogno di sfondare in televisione. Moglie adorata di Larry Maretto, figlio di un ristoratore italo-americano in odore di mafia, decide di ucciderlo nel momento in cui l’uomo avanza la richiesta di un figlio e di una vita borghese e provinciale. La Barbie killer mette a segno il suo colpo usando la sua seduzione.
Ven 7, h. 22.15/Sab 8, h. 16.30

Psycho
(Usa 1998, 103’, Hd, col., v.o. sott.it.)
Marion Crane ruba i soldi dall’ufficio, raggiunge il motel Bates e viene uccisa nella doccia. Remake al dettaglio di certosina precisione del capolavoro di Alfred Hitchcock. Ri-messa in scena raffinatissima di un classico intramontabile, con poche, più o meno marcate, variazioni e differenze.
Sab 8, h. 22.30/Dom 16, h. 16.00

Will Hunting – Genio ribelle (Good Will Hunting)
(Usa 1997, 123’, 35mm, col., v.o. sott.it.)
All’Institute of Technology del Massachussets un luminare matematico propone su una lavagna un problema molto complesso. La mattina dopo il problema è risolto. Il genio è Will Hunting, addetto alle pulizie, che vive solo e ha un carattere anarchico e violento. Dedicato alla memoria di Allen Ginsberg e William S. Burroughs, entrambi morti nel ‘97.
Lun 10, h. 16.00/Dom 16, h. 18.00

Scoprendo Forrester (Finding Forrester)
(Usa/Gran Bretagna 2000, 136’, 35mm, col., v.o. sott. it.)
Jamal, sedicenne di colore del Bronx, viene ammesso in una scuola privata di Manhattan grazie alla sua abilità negli sport. Un giorno irrompe nella vita di William Forrester, un anziano scrittore che, dopo aver vinto un Premio Pulitzer, si è ritirato a vivere come un recluso. Jamal lascia un quaderno con i suoi scritti in casa di Forrester dando il via a una vicenda che cambierà la vita di entrambi.
Lun 10, h. 18.15/Dom 16, h. 20.30

Gerry
(Usa 2002, 103’, 35mm, col., v.o. sott. it.)
Due ragazzi di nome Gerry (Matt Damon e Casey Affleck, anche autori della sceneggiatura), spinti verso una meta ignota, si perdono nel deserto. Primo capitolo di una trilogia dedicata alla giovinezza (Elephant e Last Days sono i due successivi), nella quale Van Sant si fa portavoce di una concezione lenta e meditativa del tempo cinematografico. Il film non è mai uscito in Italia.
Mar 11, h. 16.30/Lun 17, h. 18.30

Elephant
(Usa 2003, 81’, Hd, col., v.o. sott.it.)
Van Sant riflette sulla strage compiuta da due studenti nei confronti di compagni e professori nel liceo di Columbine negli Usa. Lo fa con un film di breve durata in cui si affida a una macchina da presa che pedina alcuni dei protagonisti che diverranno vittime o assassini. Palma d’oro e il premio per la migliore regia a Cannes.
Mar 11, h. 18.30/Lun 17, h. 20.30

Last Days
(Usa 2005, 85’, 35mm, col., v.o. sott.it.)
Blake è un musicista di successo ma ciò non basta a placare i suoi turbamenti interiori. Vaga disordinatamente nel bosco, tra le stanze della sua casa piena di gente anche sconosciuta. Infine, mentre amici e discografici lo stanno cercando, pone termine alla sua esistenza. Ispirato agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain.
Ven 14, h. 16.30/Mer 19, h. 20.30

Paranoid Park
(Usa/Francia 2007, 85’, Hd, col., v.o. sott. it.)
Paranoid Park è il nome di un parco per appassionati di skateboard di Portland, in cui si ritrovano gli skater più folli, anime dannate della città, giovani senza tetto, senza futuro, che bruciano le proprie vite sulla pista. Alex, 16 anni, attratto da quello che per molti è un paradiso artificiale, si avventura nel parco, dove accade però l’irreparabile. Una sera, accidentalmente, causa la morte di un agente di sicurezza. Decide di non dire nulla.
Ven 14, h. 18.15/Mer 19, h. 22.15

Milk (Harvey Milk)
(Usa 2008, 128’, Hd, col., v.o. sott.it.)
Gli ultimi 8 anni della vita di Harvey Milk, da quando decide di trasferirsi con il compagno Scott a San Francisco, fino a quando, sostenuto dalla sua comunità, sorprende tutti e diventa un militante e promotore dei diritti degli omosessuali. Nel 1977 viene eletto consigliere comunale, primo omosessuale ad avere accesso a una importante carica pubblica in America.
Mar 18, h. 16.00/Lun 24, h. 20.45

Promised Land
(Usa 2012, 106’, Hd, col., v.o. sott. it.)
Steve Butler è un agente in carriera di una grossa compagnia, con il compito di convincere gli abitanti di una cittadina rurale a cedere i loro terreni per dare spazio alle trivellazioni per l’estrazione di gas naturale. Si prevede che, stretti dalla morsa della crisi, molti non avranno difficoltà a cedere le loro proprietà.
Mar 18, h. 18.30/Lun 24, h. 16.15

L’amore che resta (Restless)
(Usa 2011, 95’, Hd, col., v.o. sott. it.)
Annabel Cotton è una bella e dolce malata terminale di cancro che ama intensamente la vita e il mondo della natura. Enoch Brae è un ragazzo che si è isolato dal mondo da quando ha perso i genitori in un incidente. Quando i due si incontrano a una cerimonia funebre, scoprono di condividere molto nella loro personale esperienza del mondo. Con Mia Wasikowska e Henry Hopper.
Mar 25, h. 16.30/Dom 30, h. 20.30

La foresta dei sogni (The Sea of Trees)
(Usa 2015, 110’, DCP, col., v.o. sott. it.)
Dopo la morte della moglie, Arthur Brennan (Matthew McConaughey) va in Giappone, nella foresta di Aokigahara, nota come “la foresta dei sogni”, dove uomini e donne si recano a contemplare la vita e la morte. Sconvolto dal dolore, Arthur penetra nella foresta e vi si perde, per poi ritrovarsi grazie a un incontro importante.
Mar 25, h. 18.30/Lun 31, h. 16.00