Chiacchierata con la band sludge/noise torinese Haram, in vista dell’uscita del nuovo EP intitolato “Lo sgretolamento”. Al fondo trovate il primo videoclip estratto dall’EP, in esclusiva per OUTsiders webzine.
di Luca Cescon – A poco più di un anno di distanza da “Vuoto”, tornano i torinesi Haram, con un 3 tracce tutto ambient e metal dilatato, dal titolo simbolico: “Lo Sgretolamento”.
Nata dalle ceneri dei My People Suicide, la band muove i primi passi tra l’autunno 2015 e buona parte del 2016, con una manciata di live che ne aumenta il blasone nell’underground cittadino. L’originalità del progetto e del sound proposto sono la marcia in più, per un gruppo che punta tutto sull’esperienza e su quel pizzico di sperimentazione che non guasta mai.
Nico (basso e voce), Dave (chitarra) fin dagli esordi condividono quello che poi risulta essere il non-genere tipico della band: una commistione particolarissima tra il “metal più trascendente” alla Neurosis e Old Man Gloom e il post-hardcore di Refused e Quicksand.

Tornando alla produzione firmata Haram, l’aspetto più interessante che viene fuori dalla chiacchierata insieme riguarda la filosofia dietro le uscite della band.
“L’idea di far uscire EP con una certa costanza è legata al ciclo vitale dei brani: dopo un tot di tempo le canzoni perdono di intensità.”
Il nuovo lavoro arriva dopo un intenso periodo di jam in sala prove tra Dave, Tommy (batteria) e Nico dovuto anche al cambio di formazione e al passaggio da quattro a tre elementi che formano ora la band. Un live dei Neurosis spariglia ulteriormente le carte in tavola, portando gli Haram verso la ricerca di nuove sonorità.
“Avevamo voglia di farci trascinare dal suono. Puntare sul noise ci ha traghettato verso la produzione di sonorità diverse rispetto alla classicità degli strumenti a corda. Tramite un’ispirazione data dal harsh noise cerchiamo di distanziarci dal reale, per avvicinarci al rumore e al suono come veicolo di emozioni.”
Fondamentale per gli Haram, sia in sede live che in sala prove, è la scelta della giusta strumentazione. La band di ispirazione in questo senso sono gli statunitensi A Place To Bury Strangers (gli Haram hanno viaggiato in Italia per acquistare proprio i pedali utilizzati dal loro cantante), mentre all’interno del gruppo è stata l’ iniziativa di Dave a spingere per l’utilizzo di strumentazione diversa.
“Abbiamo scelto determinate casse proprio per poter coprire più range di frequenze possibili. In sede live questa opzione ci premia sempre, così come l’utilizzo dei pedali: li sfruttiamo come moduli per creare suoni che non siano puliti, chiari e semplici. Pensiamo che il suono abbia bisogno di espandersi: deve portarci in un luogo sconosciuto, così da rendere i brani più liberi.”
Il periodo precedente la registrazione de “Lo Sgretolamento” viene passato dagli Haram in sala prove, tra birrette e “Scrubs”. Tutto ciò che viene suonato, in un ambiente intimo e diverso dallo studio, nel quale si improvvisa e si sperimenta, viene registrato dalla band. I brani del nuovo EP sono strutturati come un flusso, senza editing, mentre il mastering viene affidato a James Plotkin (Khanate, OLD).
Il titolo del lavoro targato Haram ha un forte significato simbolico e personale. Il brano che prende il nome di “Lo Sgretolamento” è stato il primo ad essere scritto dalla band, ancora prima della formazione attuale, mentre il brano “Henry” è un’ode a un amico scomparso del chitarrista Dave. L’origine del titolo invece è da ricercare nell’opera oracolare di IChing, di cui proprio lo sgretolamento è una delle tante figure .
Il 7 ottobre sarà release party, organizzato dal collettivo torinese Turin Is Not Dead, al Daevacian di Bruino (TO), insieme a Cani dei Portici, Carmona Retusa, e Sahasrara.
“Per noi il live ha un concetto più simile a quello di un’opera d’arte fatta di suono (nessuna presunzione): vogliamo creare una presentazione dei brani che sia il meno classica possibile, per creare una continuità musicale nella quale esprimiamo una sorta di profilo narrativo della band. Con ogni show portiamo sul palco ciò che viviamo, ascoltiamo e vediamo: i misvalori e la negatività.”
I presupposti ci sono tutti, e sicuramente gli Haram non si faranno attendere, attaccando lo spazio (e il suono) come dei bomber di razza.