Lo “spettacolo de la vida e de la muerte” di Toffolo e soci.
di Marcello Mastino – Due ore di concerto. Questo lo spettacolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti che hanno colorato Villa Ada. Un’esibizione da “Inumani” per citare l’ultimo album del gruppo di Pordenone. Un’esibizione dove il pubblico le ha cantate tutte, ma proprio tutte. Le maschere dei ragazzi morti che hanno invaso L’Isola che c’è son le stesse presentasi sul palco in una formazione speciale: la novità di Monique “Honeybird” Mizhari alle chitarre, ukulele e charango. Il pubblico si scalda anzi è già caldo.
I Kutso hanno fatto il loro dovere in precedenza con la frizzantezza e la frenesia di Matteo Gabbianelli.
Il pubblico c’è, si vuole far sentire, la musica latina che accompagnava l’attesa si abbassa, le cicale ammutoliscono e sul palco 5 maschere fluorescenti fanno il loro ingresso. Ci si esalta. “Ciao gente” saluta il carismatico Davide Toffolo. Inizia il concerto. Inumani. Si alternano brani nuovi e vecchi.
Persi nel telefono, come un racconto che di mainstream ha poco e di reale tanto. In questa grande città (la prima cumbia) un ballo di coppia ripreso dalla musica popolare colombiana. Passando per C’era una volta ed era bella. Insomma una canzone segue l’altra senza cambiare atmosfera. L’atmosfera del rilassato, del “può capitare”, del “va bene così”. Sano rock n’ roll, reggae, roots, blues accompagnano un gruppo, ironico e sfacciato, attento ai suoni in circolazione. E non potevano mancare i classici brani targati TARM: Il mondo prima, La mia vita senza te solo per citarne alcune. L’apoteosi. Toffolo tra una scivolata sulle ginocchiere e un’altra col suo mantello da re e la sua pelliccia (ma meglio pellaccia) infiamma, diverte e si diverte. Il tutto A un passo dalla luna perché:
“È questa la mia fortuna
Che sono nato qua
Ad un passo dalla luna
E prenderla quando mi va
Ma adesso che sono lontanoE gli oceani non vedo più
Sai quanto mi consola
Pensare a quel punto di blu
Infine La tatuata bella per chiudere il concerto. A capella. Si lascia spazio al canto libero di tutti i presenti. Brividi. Parecchi sono gli anni che i TARM si fanno mandare a fanculo e chi li ama alla follia sa bene il perché dopotutto “è l’incredibile spettacolo de la vida e l’incredibile spettacolo de la muerte” come ama ripetere Toffolo tra una canzone e l’altra.