Buon anno ragazzi: capitanato dall’energia di Ginevra Di Marco, scritto ed ideato da Francesco Magnelli, Stazioni Lunari è lo spettacolo itinerante che canta per chi non si arrende ai propri sogni, coinvolgendo artisti del calibro di Carmen Consoli, Max Gazzè e Giorgio Canali.
Quando uno spettacolo si chiama Stazioni Lunari, tutto può accadere. La Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma lo scorso 12 luglio, è stato palco aperto capace di ospitare ed riunire sotto lo stesso cielo musiche, ritmi e cifre stilistiche diverse ma incredibilmente affini. La genesi per questa performance originale che trae la sua energia dal moto perpetuo di novità che la motiva, è stata quella di creare un punto di arrivo comune, in un porto musicale ideale, per tutti quegli artisti che hanno in dono la curiosità di confrontarsi con gli altri.
Canto per chi non ha fortuna: è la magnifica voce di Ginevra Di Marco ad introdurre una serata dove non ci sarà spazio per parole che non siano cantate. Si accendono senza fretta i riflettori che illuminano il percorso di Stazioni Lunari. Brunori Sas con la sua capacità di interpretazione impossibile da eguagliare, Carmen Consoli dolcezza e forza allo stato puro, Max Gazzè capace di far sorridere e commuovere con i suoi brani alla velocità delle prime note riconosciute, gli Ex- CSI ( Massimo Zamboni, Gianni Maroccolo, Giorgio Canali) ai quali inchinarsi idealmente per il contributo che hanno regalato alla storia della musica italiana : le loro voci, il loro brani a servizio di un contest comune, li vede compartecipi di un messaggio artistico comune.
Così vanno le cose, così devono andare.
Perché Stazioni Lunari è una formula vincente? Perché non ci sono protagonisti o protagonismi di sorta.È l’energia delle parole in musica l’unica alla quale viene concesso il ruolo da attrice principale. Perché è un concerto che ti permette di attivare due meccanismi complementari: i brani proposti durante il concerto raccontano di una completezza descrittiva che lascia ad ogni ascolto senza fiato. Perdersi fra i testi interpretati dagli artisti è realmente come proiettarsi in una dimensione lunare, fatta di chiari e scuri riconoscibili emotivamente solo da ognuno degli spettatori presenti ma illuminata da quel sole che ha reso i brani proposti dei classici senza tempo.
Oppure si può scegliere di uscire a tratti dalla complessità dell’ascolto ragionato per lasciarsi contaminare dai ritmi degli arrangiamenti originali. Infine Stazioni Lunari vince perché raccoglie un pubblico eterogeneo, offrendo la possibilità di arricchire il bagaglio culturale di ciascuno degli ascoltatori. La serata romana si snoda fra i brani che hanno fatto da sottofondo agli ultimi decenni della musica cantautorale italiana migliore e dei quali ricordiamo Canzone arrabbiata, L’eccezione, L’abitudine di tornare, Annarella, Depressione caspica, Vento d’estate, Les tziganes, Io sto bene, Arrivederci, L’ultimo bacio, Amandoti, Battagliero, Forma e sostanza, Mentre dormi, Cara Valentina, Rosa, Fiori d’arancio, M’importa ‘na sega, Sotto casa, Malarazza, fino a condurci verso il bis, un lungo saluto coinvolgente con Il pugile, Montesole, Oceani deserti, Danza, La vita com’è. Il volto emozionato e commosso di Carmen Consoli alla sua prima partecipazione in Stazioni Lunari racchiude il senso di una serata comune in grado di creare energia musicalmente rinnovabile: il motore per le nuove generazioni.
Photogallery a cura di Marco Dell’Otto