David Gilmour incanta il Circo Massimo per le due serate in programma del Postepay Sound Rock in Roma 2016. Next stop l’Anfiteatro di Pompei.
Il blocco dello scrittore è d’obbligo se bisogna scrivere di una delle leggende internazionali della musica. Si chiama David Gilmour e la sua chitarra e la sua voce sono tra le più apprezzate e riconoscibili al mondo. Lo scorso 2 e 3 luglio, si è esibito in due serate che entreranno a far parte della storia musicale, perché il Postepay Sound Rock in Roma ha conciliato il sound pinkfloydiano con una location unica: il circo massimo. Tutto il Rattle that lock tour, in Italia vede protagoniste delle venue uniche e storiche: il Circo Massimo, l’Arena di verona e per concludere il tour in poesia l’Anfiteatro di Pompei dove 45 anni fa i Pink Floyd suonarono per il “Live at Pompei” di Adrian Maben.
Seduti, protetti dalle antiche rovine del Palatino e Aventino il pubblico è completamente immerso nelle indelebili sonorità di Gilmour che sapientemente alterna le ricchezze dei Pink Floyd ai suoi lavori da solista. Il Circo Massimo torna a rivivere con le note di “Wish you were here”, “Rattle that lock” e la dolcezza commovente di “Us and Them”. Un vero e unico spettacolo di musica e luci capace di astrarre dal tempo presente ogni singola persona. L’essenziale e l’elaboratezza coesistono sul palco, i due estremi scivolano e s’incontrano come un’onda marina con la sabbia: il risultato è sorprendente e la commozione è collettiva.
Di tempo ne è passato da quando i Pink Floyd stravolgevano il mondo musicale (quest’anno sono 50 anni da quando la band iniziò la sua attività) eppure la grande ricerca innovativa di allora è ancora in piedi, indimenticabile come se non fosse trascorso un minuto e continua a meravigliare ed emozionare. Anche il grande oblò alle spalle di David Gilmour è presente: un grande portale attraverso cui ammirare in arte visuale il mondo surreale suggerito da quella chitarra magistrale. Una porta spazio-temporale che fa dimenticare il mondo esterno, che incanta e proietta il corpo e i pensieri direttamente al fianco di David.
Sono accorse 13.500 persone, per il 60% provenienti da fuori Roma e per il 25% dall’estero, in particolare da Israele, dal Regno Unito, dagli Stati Uniti – segnalano gli organizzatori.
I brani di “Rattle that lock”, quarto album da solista di Gilmour scritto insieme alla moglie Polly, sono riusciti ad inserirsi al meglio con quelle canzoni che sono marcate nella storia del rock. Tuttavia è normale pensare che una canzone come “Time” vada ad oscurare, inevitabilmente, brani come “The girl in the yellow Dress” o “In any Tongue”. Gilmour decide di salutare il pubblico romano con un finale affascinante: il live si conclude con “Time” e “Comfortably Numb”, tra le luci ipnotiche e la chitarra magnetica. Di fronte a cotanta Bellezza, è subito sindrome di Stendhal.