Dieci rigori che ci hanno fatto piangere

La vittoria dei mondiali del 2006 contro la Francia e quella contro l’Inghilterra ai quarti di finale nella passata edizione degli europei non cambiano un dato: i calci di rigore per la nazionale italiana sono maledetti.

Ieri sera la Nazionale italiana è uscita ai quarti di finale degli europei francesi: sono stati fatali i rigori, quegli undici metri che – stranamente – negli ultimi anni avevano dato agli azzurri più gioie che disperazioni. Storicamente però per l’Italia i penalties sono stati spesso se non quasi sempre legati a lacrime amare e quindi sconfitte piene di rimpianti. Eppure, nel calcio di rigore sbagliato c’è un romanticismo pari a quello del rigore segnato, anche se ovviamente i sentimenti che ne derivano sono diametralmente opposti. Il rispetto e l’empatia che ho nei confronti di chi si prende quella responsabilità è totale. Come diceva De Gregori nella sua immortale e abusatissima “La leva calcistica del ’68”, “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore“. In soldoni: i rigori li sbaglia solo chi li tira, e per questo ho amato anche Gigi Di Biagio, le sue mani in faccia e il corpo che si butta a terra, disperato come forse mai nella vita dopo aver sbagliato il rigore decisivo contro la Francia nel 1998.

All’indomani dell’eliminazione contro la Germania, ecco una selezione di dieci rigori che ci hanno fatto annacquare gli occhi dallo sconforto.

Fulvio Collovati, Italia – Cecoslovaccia (1-1 ai tempi regolamentari, 8-9 ai rigori)

rigore collovati

Il rigore sbagliato da Collovati rappresenta la prima grande delusione dal dischetto per gli azzurri: è il 1980, e gli Europei si tengono proprio in Italia. La formula è estremamente embrionale rispetto a come la vediamo ora: le nazioni ammesse sono solo otto, la Nazionale italiana si qualifica come seconda nel suo girone e perciò può consolarsi disputando la finalina che assegna il terzo posto. Contro la Cecoslovacchia l’equilibrio è totale, fino a quando il difensore tira uno dei rigori più assurdi e sfortunati della storia: la palla passa sotto le braccia del portiere Barmos, ma non varca la linea di porta. Il portiere riesce a bloccarla in tempo, la Cecoslovacchia vince e per l’Italia è solo la prima di una lunga serie di rigori sfortunati.

Antonio Cabrini, Italia – Germania Ovest (3-1, vittoria del mondiale spagnolo nel 1982)

rigore cabrini

Il Bell’Antonio, anni dopo il suo errore dal dischetto nel primo tempo della storica Italia – Germania Ovest, dichiarò: “Ricordo che, quando salii in tribuna per le premiazioni, chiesi scusa al presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Lui mi rispose: “Non pensarci più”. A posteriori in effetti il rigore fallito da Cabrini ha assunto un significato diverso, quello cioè dell’abnegazione di quell’Italia, della forza del gruppo capace di rialzare la testa, dello spirito di appartenenza ecc. Tuttavia, quell’errore – molto simile al rigore di Pellè ma dal lato opposto e senza lo sfottò – portò Cabrini a piangere e a chiedere la sua sostituzione al ct Bearzot. Una storia a lieto fine.

Roberto Donadoni e Aldo Serena, semifinale di Italia ’90 contro l’Argentina

rigore donadoni

rigore serena

E chi se le scorda, le Notti magiche? Per noi si conclusero in semifinale esattamente il 3 luglio di ventisei anni fa, quando allo Stadio San Paolo di Napoli Maradona segnò il rigore decisivo portando l’Argentina in finale (persa contro la Germania Ovest). Il numero dieci argentino sfruttò i due errori di Donadoni e Serena: in entrambi i casi bisogna riconoscere la bravura del portiere Goycochea, perchè in fin dei conti i rigori dei due azzurri non erano nemmeno così malvagi (soprattutto quello del riccioluto centrocampista). Uniche consolazioni? La finalina per il terzo posto vinta contro l’inghilterra e Giorgione Moroder sparato a palla per interi mesi insieme a Gianna Nannini e Edoardo Bennato.

Roberto Baggio, Italia – Brasile (finale di USA ’94)

rigore baggio

Il Codino ci ha provato in tutti i modi ad esorcizzare quel rigore sbagliato: diventò buddhista, diede la “colpa” al compianto Ayrton Senna e ne tirò un altro – segnandolo – nella terribile sequenza di Francia ’98. Tuttavia, quel pallone sparato nel cielo di Pasadena rimarrà l’unica e indimenticata macchia della sua straordinaria carriera.

Daniele Massaro,  Italia – Brasile (finale di USA ’94)

rigore massaro

Si, perchè alla fine tutti ricordano il rigore di Baggio ma non quello di Daniele Massaro, che di fatto segnò l’inizio della nostra fine.

Luigi Di Biagio, Italia – Francia ( 3-4 ai calci rigori, quarti di finale di Francia ’98)

rigore di biagio

Avevo otto anni e iniziavo a capire quanto fosse importante per le persone il calcio e la Nazionale. Quei mondiali li ricordo bene: ricordo il gol di Vieri contro la Norvegia (anche per via di questo sketch), il quasi golden-gol (quanto è 90’s la parola “golden gol”?) di Baggio contro la Francia ma soprattutto il rigore sparato sulla traversa da Gigi Di Biagio. Le mani sul volto, il corpo pesante che cade a terra, le lacrime: quanto gli ho voluto bene in quel momento, oltretutto si trattava di un giocatore che aveva disputato fino a quel momento un ottimo Mondiale.

 Daniele De Rossi e Antonio Di Natale, Italia – Spagna (2-4 ai rigori, Euro 2008)

rigore de rossi

rigore di natale

Il biennio post Mondiali del 2006 è stato per certi versi uno momenti più malinconici e anonimi di sempre: Donadoni non è mai entrato nel cuore dei tifosi azzurri, memori dei successi di Marcello Lippi (una vera e propria ombra per l’attuale tecnico del Bologna, che infatti al termine dell’Europeo lasciò il posto al ritorno in pompa magna del ct campione del mondo). I 24 mesi di Donadoni ct sono riassumibili nei due rigori sbagliati da De Rossi e Di Natale, che spianarono la strada al successo della Spagna, il primo di una lunga serie di trionfi della Roja.

Lenoardo Bonucci, ieri sera

rigore bonucci

Troppo facile sparare sulla croce rossa e prendersela con le spacconate di Pellè e Zaza. E’ Bonucci l’emblema della sconfitta di questa squadra, il miglior difensore dell’Europeo. Non c’è tempo per i rimpianti: l’italia di Conte è stata un team di basso-medio livello che, anche e soprattutto grazie al suo ct, ha reso più di quanto ci si aspettasse. E il fatto che il rigorista ufficiale dell’Italia sia un difensore centrale la dice lunga sulla mancanza di qualità. Tutto però compensato da un’organizzazione di gioco e da un gruppo fortissimo: le lacrime di Barzagli e Buffon lo confermano. Ancora una volta lacrime amare, ancora una volta i rigori ci mandano a casa.