Soleggiata nostalgia: intervista con Anna & Vulkan

Dal live all’Off Topic alla scoperta di Nuovo Amore Passato: un dialogo sulla crescita, sull’appartenenza queer e sulla libertà di riscrivere le proprie emozioni con Anna & Vulkan. All’interno dell’articolo trovate le foto firmate da Fabio Serrao. Intervista a cura di Anna Gallucci. 

In una sera uggiosa di novembre, all’Off Topic il sole lo ha portato Anna & Vulkan: con il suo nuovo tour Nuovo Amore Passato – Parte 1 ha scaldato l’intera sala con note dal sapore nostalgico, capaci di trasportarci in un’altra dimensione temporale.
Forse l’avete conosciuta grazie a “Comm’è” e “Staj siempr 13”, dal suo precedente EP Andare, Tornare, dove ci aveva già introdotti nel suo mondo intimo, fatto di amore, memoria e introspezione.

Oggi Anna è cresciuta: la musica è diventata il centro della sua vita e, negli ultimi anni, ha compiuto scelte decisive che l’hanno portata a maturare artisticamente e personalmente. Dopo il concerto abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con lei. 

Ciao Anna! Come ti senti dopo il live di questi giorni?

Molto bene, sono felice sempre di suonare in giro. Penso che tra tutte le cose relative alla musica questa sia la mia preferita, suonare e viaggiare insieme agli altri.  Ci divertiamo sempre un mondo!

Durante il live abbiamo notato l’utilizzo di strumenti dalle vibes vintage, che strumenti sono? Quali tipologie di suoni cercate di ricreare durante il live? C’è qualcosa in più rispetto all’ascolto in cuffia che vuoi ricreare?

Usiamo chitarra con pedali analogici e molti sintetizzatori digitali, oltre al basso e alla batteria. A me piace che le canzoni live siano un po’ rivisitate! Mi piacerebbe che ci fossero più momenti suonati.  Ci stiamo lavorando proprio in questi giorni. Vorrei creare spazio proprio per gli strumenti e i musicisti

È proprio in questo desiderio di aprire varchi sonori che si manifesta la natura dei live: uno spazio da abitare per sperimentare come la musica possa assumere una dimensione sensoriale diversa. Durante il concerto di Anna sembrava quasi di ascoltare brani nati sulla spiaggia, immersi in un’atmosfera di rilassatezza totale, nonostante ci trovassimo nel pieno centro di Torino, nel freddo e tra pareti scure.

È qui che sta il punto: il live è un ecosistema da nutrire e da curare, non solo per lo spettatore, ma come parte integrante del percorso musicale dell’artista – un luogo dove i brani possono espandersi, respirare e trovare una nuova forza.

Sul palco avete questa caratteristica di fare degli “skit”, piccoli scambi di battute tra te e Damiano – il tastierista. È una scelta voluta o nasce dall’improvvisazione? Hai mai pensato di rendere questa sorta di mini stand-up più strutturata, o preferisci che rimanga un momento spontaneo dei tuoi live?

In realtà nasce un po’ dai nostri caratteri diversi. Io purtroppo non sono molto a mio agio quando si tratta di parlare. Finché si canta e si suona mi diverto, ma quando devo dire qualcosa sono molto in imbarazzo, voglio lavorare su questa cosa perché vorrei comunicare e arrivare nel modo giusto. Damiano invece è molto bravo in questo. Sono tutti momenti spontanei, credo sia ok che rimangano tali perché il focus resta comunque la musica.

Durante la presentazione hai annunciato che N.A.P (Nuovo Amore Passato) avrà una seconda parte. Di cosa si tratterà? Hai intenzione di sperimentare di più o rimarrai vicina alle tue vibes nostalgiche? 

La seconda parte sarà strettamente collegata alla prima. Nuovo amore passato è un viaggio emotivo, parla di uno spettro molto ampio di sensazioni (belle e brutte) che si provano quando si ha a che fare con un (non) amore. È un sentimento sospeso che crea un ponte con la propria interiorità. Quindi sì, si continuerà il viaggio. La nostalgia fa tanto parte della mia identità, ma continuerò ad esplorarne i vari lati attraverso tanta sperimentazione sonora.

Spesso l’oroscopo ci ricorda che, a prescindere da tutto, la priorità siamo noi stessi e la nostra interiorità. Volerci bene, nonostante le difficoltà e le sventure che possono arrivare dagli astri, non significa spostare l’attenzione altrove.

Il (non) amore di cui parla Anna non ha una forma fisica: è tutta percezione. È un invito importante a conoscersi e riconoscersi, sia nei sentimenti passati che in quelli nuovi.

Anna ne parla con una chiarezza disarmante: nonostante i numerosi cambiamenti avvenuti nella sua vita, la sua interiorità appare compatta e sempre molto vicina a se stessa.

Riconoscere la propria crescita è un passo importante, quando eri piccola che cosa volevi fare da grande? Ovviamente ti senti realizzata ma senti che alcune cose del tuo percorso le cambieresti, guardandoti indietro? Se dovessi spiegare, alla te bambina, chi sei ora, come lo faresti?

Da piccola avevo un sacco di idee strane, tipo ricordo che volevo fare l’aggiustatrice di giocattoli. Poi alle elementari volevo fare la scrittrice. La musica è arrivata verso i 13 anni, e da lì ho sempre saputo che volevo facesse parte della mia vita, ma durante l’università l’ho accantonata. 

Guardandomi indietro non lo rifarei, e forse mi metterei a studiare invece proprio musica, anche se tutto ciò che ho fatto banalmente mi ha portato esattamente dove sono. 

Alla me bambina le direi che sono una persona che ha tante emozioni e che ha tanti buoni amici.

L’essere parte della comunità queer, LGBTQ+, è molto importante per te, che rapporto hai con la community? Come la tua musica pensi possa dare un contributo? Vorresti fare qualcosa di più per la community, anche sul pratico?

Far parte della comunità queer è inevitabilmente un fatto di identità e di appartenenza, c’è da dire che oggi è meno difficile essere chiari nella propria arte e sulla propria persona. Nell’ultimo video musicale abbiamo deciso di coinvolgere quasi esclusivamente persone della comunità, per dare a ognuno lo spazio di essere se stesso. È stato un video incentrato sul ballo Vogue, ma su un pezzo non tipicamente Vogue, per dare a chi ballava la possibilità di esprimersi liberamente. Anche la produzione era composta principalmente da persone queer. 

C’è sicuramente tanto da fare per la comunità, sono stati fatti tanti passi avanti ma sappiamo bene che ce ne sono ancora tanti altri da fare. Nel mio piccolo e nella musica in generale sicuramente la rappresentazione aiuta tanto

Che gusto di gelato ti senti?

Bella questa, ti direi pistacchio o caramello salato (con panna).

Grazie ad Anna per questa breve chiacchierata. Non vediamo l’ora di ascoltare la seconda parte di Nuovo Amore Passato. In bocca al lupo per il tour!