Monitor: il festival indie a misura d’uomo che volevamo (di nuovo)

Non si potevano bissare (subito) i numeri di Todays ma si poteva mantenerne la direzione e lo spirito: ecco perché la prima edizione di Monitor Festival allo sPAZIO211 è una boccata d’aria fresca nell’estate torinese, tra conferme gradite e scoperte sorprendenti. In attesa, si spera, di un rilancio per il prossimo anno. 

Chi c’era due anni fa ai concerti de L’Impératrice e Christine and the Queens sotto la pioggia battente di Via Cigna? Ancora non lo sapevamo ma si trattava dell’epilogo che scrisse la parola “fine” al TOdays di sPAZIO 211, con tutto lo strascico politico di cui a lungo si è parlato in questi anni. Ebbene, dalle ceneri di quel Festival è nato MONITOR, un progetto annunciato ad aprile scorso e che in pochissime settimane è riuscito a presentare una line up di tutto rispetto. Tra nomi già da diverso tempo in hype e le solite chicche scoperte chissà come, Gianluca Gozzi “rimette la chiesa al centro del villaggio” e per due giorni (ri)anima nuovamente una zona lasciata ormai ad un destino di completo degrado e abbandono. Lo fa come sempre con proposte artistiche di spessore, tra conferme gradite e scoperte sorprendenti. Procediamo in ordine sparso.

Prendiamo ad esempio Maria Chiara Argirò. É sempre un compito arduo quello di scuotere il pubblico appena entrato, ma l’artista romana lo svolge alla grande: i pezzi del suo disco “Closure”, che passano dall’ambient alla dance con disinvoltura, funzionano anche live. Per approfondire puoi leggere qui la nostra intervista.

Grandi sorprese poi Gia Ford e gli YĪN YĪN. La prima, insieme al chitarrista Conor Houston, ci catapulta nel suo mondo di poesie rock dall’album di debutto “Transparent Things”. Ricorda un po’ una Sharon Van Etten meno malinconica. Chissà quali saranno i suoi prossimi passi.

Anche l’atipico cantautore britannico Richard Dawson si è trovato nella complicata situazione di esibirsi al tramonto, col pubblico ancora distratto tra un saluto di rito e un boccone al volo. Set ulteriormente complicato da un infortunio alla gamba che lo costringe a stare seduto su uno sgabello per buona parte del concerto. Eppure, Dawson si rivela a suo modo un mattatore, oltre che un folk-singer brillante e fuori dagli schemi. Una sorta di menestrello avantgarde che ci accoglie con un coro a cappella che crea una atmosfera da pub-stadio, allo stesso tempo intima e goliardica, per poi snocciolare piccoli inni freak-pop dall’andamento imprevedibile quanto irresistibile. Non facile stargli dietro: questo è quello che personalmente abbiamo sempre cercato allo sPAZIO211. Il nostro eroe-outsiders del festival!

Difficile catalogare invece gli YĪN YĪN  a volte sembra di sentire i Bee Gees, altre i Khruangbin e altre ancora gli Altın Gün. Un mix di funky, psichedelia dal sapore mediorientale e disco music: quel che è certo è che fanno ballare di brutto, e che presenza sul palco!

Arooj Aftab chiude la seconda serata di festival con un live intenso, sussurrato, scanzonato. Ironia d’altri tempi e calice di vino sempre in mano, l’artista pakistana manda tutti a casa con il suo jazz minimalista, arricchito da poesie declamate e cantate con una voce che a tratti sembra evanescente, ma poi esce fuori calda e passionale. Classe e personalità da vendere.

In ultimo, non ci sono mai interessate le gerarchie nel prato di sPAZIO211 ma gli Shame rivendicano sul campo il proprio ruolo di headliner e mattatori dell’intero festival. L’ultima volta che passarono da queste parti, fummo costretti a vederceli da seduti a causa delle normative COVID. Ecco, stavolta abbiamo recuperato tutto il sudore e le urla, il pogo e gli stage diving, il pathos e il caos che la band di South London sa far germogliare sottopalco. Nulla di particolarmente nuovo né innovativo da segnalare, non serve: è “semplicemente” il revival post-punk di questa generazione, suonato dannatamente bene. Per approfondire leggi qui la nostra intervista alla band.

Questo Monitor ha ampi margini di crescita: ci si vede l’anno prossimo? Sì, ma vediamoci comunque a sPAZIO211, dove accadono cose tutto l’anno.

Contributi a cura di Lorenzo Giannetti (day 1) e Edoardo D’Amato (day 2)