Grazie a un progetto della Scuola Holden, abbiamo assistito allo spettacolo scritto e interpretato da Annamaria Troisi, Ridicola, presso il teatro di Off Topic, uno dei luoghi gestiti dalla rete di Fertili Terreni. Articolo a cura di Giada Ciuffatelli.
Ridicola racconta la storia di una prostituta, ma in realtà è la storia di una donna e del suo dolore, della sua vergogna, della sua solitudine.
Un microfono, un tavolo, un telefono e delle luci sono gli unici oggetti messi in scena per il monologo, che hanno contribuito a creare un’atmosfera intima e dispersiva allo stesso tempo. Il palco vuoto rispecchiava la sensazione di smarrimento che la protagonista, andando avanti col racconto, rende sempre più chiara.
Usando il dialetto napoletano, si rivolge a un interlocutore che cambia sempre: dalle signore di una certa età che la guardano con disprezzo, agli uomini con cui si è relazionata, alle infermiere alle quali chiede di poter abortire, a Bimba, e a un Dio assente e pesantemente presente allo stesso tempo.
Ripercorre la sua vita tra il sogno e l’allucinazione, creando immagini sempre più grottesche, domandandosi se sia viva o morta, smontando l’immagine di lei come donna forte e arrogante, e mostrando a poco a poco le sue fragilità.
“Nessuno mi aveva detto che il dolore somiglia tanto alla paura”
Riprende respiro quando ha l’unico incontro con “l’altro” in cui ritrova un senso di pace, degli occhi non giudicanti che le fanno pensare che esistono persone buone, per poi sentire di non meritarsi quel posto, quelle attenzioni, venendo così inghiottita di nuovo dalla paura di infettare e rovinare tutto ciò che tocca. E qui di nuovo si sfoga, canta Love a squarciagola, perché ha fame di amore, l’amore che allo stesso tempo la fa vomitare. Ripensa a suo padre, alla cura che aveva nei suoi confronti e che poi nessuno ha più avuto, anche se lei l’ha sempre cercata. “Ho il terrore di rimanere da sola, ecco perché sto qua in mezzo alla gente”.
Annamaria Troisi, guardandoci dritto negli occhi, ci sputa in faccia la verità.
La storia di una donna emarginata, sola e che non viene ascoltata. E che piacere ascoltare le sue parole, visualizzare perfettamente le facce delle signore di una certa età con gli occhiali da sole, delle sue ex compagne di classe rifatte, degli uomini sposati con cui è stata a letto, e sentire che le sue paure sono quelle di tutti noi, perché a tutti noi è capitato di sentirci soli, inadatti o, perché no, ridicoli.
Articolo in collaborazione con Fertili Terreni e Scuola Holden
