Lavoro e tecnologia, nuove professioni grazie all’integrazione tra uomo e macchina

Nel prossimo decennio, la tecnologia è destinata a cambiare ancora il nostro modo di lavorare e interagire con le macchine. Con il progressivo avanzamento di soluzioni come l’intelligenza artificiale (AI), la robotica, la realtà virtuale (VR), la realtà aumentata (AR) e il cloud computing, infatti, l’essenza del lavoro come lo conosciamo oggi sarà profondamente trasformata. Secondo uno studio commissionato da Dell Technologies, intitolato Realizing 2030, la sinergia tra esseri umani e macchine darà vita a professioni completamente nuove che, seppur al momento impensabili, saranno essenziali per il progresso futuro.

La sinergia tra uomo e macchina

Il concetto che emerge con forza dalla ricerca è quello di una collaborazione stretta tra esseri umani e macchine. Le tecnologie emergenti non sostituiranno l’uomo, come da più parti si paventava con un certo allarme, ma diventeranno estensioni delle capacità umane, fungendo da “conducente digitale” che migliora l’efficienza delle attività quotidiane. I progressi, d’altronde, li abbiamo già visti in tempi recenti, con l’introduzione di soluzioni che hanno reso più facili molte attività, lavorative e non solo.

Si pensi, per esempio, alle opportunità offerte in questi anni dalla rete internet e dallo streaming, una vera rivoluzione in ambito professionale, comunicativo e di intrattenimento, che ha reso più semplici tante operazioni, dalla visione di film e serie TV on demand all’organizzazione di riunioni a distanza in videoconferenza, fino ad attività ludiche come l’uso dei giochi online, con le poker room digitali che sono state tra le prime a cogliere l’occasione di sfruttare il web per portare gli appassionati in sala e permettere loro di partecipare a eventi e tornei semplicemente usando PC e smartphone.

Grazie all’intelligenza artificiale e all’automazione, anche il lavoro si evolverà, e le persone saranno portate a compiere sempre più spesso compiti specifici che sfruttano la creatività umana e la potenza delle macchine. I lavori del futuro non saranno solo legati alle competenze tecniche, ma richiederanno anche abilità creative, imprenditoriali e interpersonali.

A questo proposito, però, le aziende dovranno investire non solo nell’infrastruttura digitale, ma anche nella formazione continua dei propri dipendenti, per prepararsi al rapido cambiamento che sta arrivando.

L’importanza della ricerca dei talenti

Con il crescente numero di compiti automatizzati e specializzati affidati alle macchine, la ricerca dei talenti su cui investire sarà sempre più importante. Le tecnologie di matchmaking avanzato, alimentate dai dati, consentiranno da questo punto di vista alle aziende di trovare e assumere i professionisti giusti da tutto il mondo, indipendentemente dalla loro geolocalizzazione. Non sarà più necessario limitarsi a una ricerca locale: il lavoro sarà inteso come una serie di compiti specifici da svolgere, piuttosto che come una presenza fisica in un ufficio.

Le imprese dovranno solo essere pronte a cercare competenze specifiche, attingendo a un bacino globale di talenti, e a garantire che i propri dipendenti siano preparati per le sfide tecnologiche del futuro. La formazione non sarà più vista come un processo limitato all’istruzione iniziale, ma come una parte integrante della carriera lavorativa, dove l’apprendimento continuo diventerà cruciale per mantenere la competitività.

Professioni del futuro

Cosa dobbiamo dunque aspettarci entro il 2030? Il rapporto prova a disegnare alcune delle professioni pronte a invadere il mercato del lavoro, non legate solo al settore tecnologico, ma anche ad ambiti nuovi che integrano competenze creative e tecnologiche. Tra le figure professionali più richieste, ci sono già, per esempio, gli specialisti in intelligenza artificiale creativa, che integrano le capacità cognitive avanzate dell’AI con le esigenze creative di marketing, design e innovazione.

Ma, in futuro, grande spazio sarà occupato anche dagli architects of virtual worlds, ossia esperti nella creazione di esperienze immersive per ambienti virtuali o aumentati, e dagli esperti in etica digitale, che si occuperanno di gestire la crescente presenza dell’AI nelle nostre vite, assicurandosi che le decisioni autonome delle macchine siano eticamente corrette.

Un’altra figura emergente sarà infine il digital conductor, una sorta di “regista digitale” che orchestrerà l’interazione tra uomo e macchina, gestendo i processi lavorativi nei settori della medicina, logistica e persino nell’intrattenimento.

L’importanza di adattarsi al cambiamento

Il cambiamento è già in atto, e le aziende che non si adatteranno rischiano di rimanere indietro. Le organizzazioni che vogliono prosperare devono dunque abbracciare l’innovazione tecnologica e trasformarsi in “aziende digitali”. Per farlo, è essenziale che le imprese non solo investano in tecnologie, ma che pongano anche grande attenzione nella preparazione e nella crescita continua della propria forza lavoro. Secondo il Dell Digital Transformation Index, il 52% dei dirigenti aziendali ha infatti già visto trasformazioni radicali nei propri settori dovute alla digitalizzazione.

Le tecnologie del futuro saranno, insomma, al centro di un’evoluzione che vedrà le macchine diventare strumenti di supporto e potenziamento per l’essere umano, e non come meri sostituti. Creatività, spirito di iniziativa e potenza tecnologica daranno vita a nuovi settori e professioni, cambiando per sempre il modo in cui interagiamo con il mondo del lavoro.