Il libro “Delitto e castigo, l’Italia a Euro 2000” de La Ragione di Stato, edito da 66thand2nd, è un tuffo nei ricordi di un periodo storico, quello del passaggio dal 2° al 3° millennio, composto da un mix di ottimismo e paura, esaltazione e depressione. Gli stessi stati d’animo che hanno accompagnato la spedizione azzurra in Belgio e Olanda. A cura di Edoardo D’Amato.
C’è stato un momento in cui gli italiani potevano mandarsi 100 sms gratuiti al giorno grazie alla promo “Christmas Card” della Omnitel, pubblicizzata da Megan Gale su tutte le reti della televisione nazionale. Era il Natale del 1999: in Italia governava Massimo D’Alema (alzi la mano chi si ricorda la Fu Fu Dance del Gabibbo di Striscia La Notizia), che di lì a pochi mesi sarebbe stato sostituito da Giuliano Amato (come dimenticare l’ipotesi Amato, che in quegli anni si palesava ogni qual volta c’era una carica istituzionale vacante?). Un periodo che noi millennials ricordiamo come quello dell’adolescenza per alcuni e poco più dell’infanzia per altri. Quello della sbronza con il Bacardi Breezer per i primi e del Cucciolone con le sue barzellette per i secondi. E poi c’erano i genitori, degli splendidi baby boomers in piena sbornia berlusconiana, e i nonni, che avevano visto l’Italia repubblicana nascere, crescere e risorgere dalle proprie ceneri. Tutti accomunati da una cosa che sarebbe successa di lì a pochi mesi: la Nazionale a Euro 2000. E nel 2024, alla vigilia degli Europei di Germania, non c’è forse una firma più adatta de La Ragione di Stato a farci tornare indietro nel tempo in maniera scanzonata.
Provando a digitare “la ragione di stato” su Google, il motore di ricerca suggerisce come primo risultato una pagina web definita “Personalità di Internet”. In realtà, si tratta di un collettivo nato nel 2018 nella Valle Umbra Sud più profonda, che – oltre alle omonime pagine Facebook e Instagram – rivela le sue sembianze dal vivo con spettacoli teatrali e di stand up comedy, ma anche durante le presentazioni dei loro libri in uscita. Detto questo, per il sottoscritto rappresentano una meravigliosa compagnia, costante ormai da anni. Il loro umorismo, raffinato e al tempo stesso di pancia, ha creato tanti, troppi tormentoni: dalla “Scala Mazzarri” (il noto sistema di misurazione delle lamentele degli allenatori) alle Bufalotta Stories, dall’affaire Rimedio-Annalisa alla “Magna Alopecia”. Impossibile citarli tutti. Ultimamente, quanto sono belli e poetici i frammenti di CALCIO?
Riescono anche, in poche righe, ad esprimere lucidamente i sentimenti più delicati. Quei momenti quando le parole non escono, perché il groppo in gola è troppo pesante. I pensieri dedicati alla scomparsa di Luca Vialli ne sono un esempio. Insomma, La Ragione di Stato è l’amico che c’è per festeggiare e ridere sguaiatamente, ma che risponde presente anche quando le cose non vanno bene. Sportivamente parlando, un po’ quello che è successo alla Nazionale di Dino Zoff in Belgio e Olanda più di 20 anni fa, che il collettivo ci racconta nel suo ultimo libro “Delitto e castigo, l’Italia a Euro 2000“, edito da 66thand2nd.
Gli Europei di calcio, al netto delle vittorie nell’edizione del 1968 e dell’ultima nel 2021, sono sempre stati una competizione avara di soddisfazioni per gli azzurri. Euro 2000 è però stata la summa delle delusioni: perché ci avevamo creduto per davvero che potessimo portare a casa la Coppa, perché stavamo vincendo e mancava un minuto alla fine dell’ultimo atto. E perché, diciamocelo: il delitto imperfetto che avevamo cucinato contro l’Olanda nella semifinale ci aveva fatto legittimamente sperare. Le pagine del libro dedicate alla partita contro gli oranje ci riportano indietro ad una delle sofferenze e insieme estasi calcistiche italiche più alte di sempre. Il match Olanda-Italia, 29 giugno 2000, viene giustamente definito “il più italiano di sempre“. La vittoria, per come è arrivata, “un affresco di questo Paese“. L’Italia va in finale dopo aver subito due pali e altrettanti rigori sbagliati dagli olandesi nei minuti regolamentari, giocando dal minuto 35 del primo tempo in dieci uomini per l’espulsione di Zambrotta. Con un possesso palla sempre evidentemente a favore di Bergkamp & Co.
“Olanda-Italia a Euro 2000 è il manifesto ideologico di una Nazionale, la nostra”.
La Ragione di Stato
Eppure, in pochi avevano pronosticato che questa selezione potesse anche solo affacciarsi a quel punto della competizione. Le polemiche post Perugia-Juventus, le insinuazioni contro i designatori Bergamo e Pairetto, la sconfitta contro la Norvegia, il doppio pareggio con la Bielorussia poco prima dell’inizio degli Europei e gli infortuni di Vieri e Buffon avevano contribuito a rendere l’atmosfera ancora più cupa. Ma è proprio dai momenti in cui tutto sembra perduto che la Nazionale italiana di calcio, storicamente, dà il meglio di se stessa. È accaduto nei Mondiali di Spagna 1982 e in quelli di Germania nel 2006. Stava succedendo anche agli Europei del 2000, ma l’epilogo è stato diverso: dal delitto nella semifinale contro l’Olanda (durante la lotteria dei rigori, la formazione arancione ne sbaglierà altri tre), al castigo nella finale contro la Francia. Non basterà il gol di Delvecchio (la somiglianza con Nando Paone in “Lo chiamavano Bulldozer” è una delle svariate chicche presenti nel libro): i cugini ribalteranno tutto prima con il gol-beffa di Wiltord mentre la panchina azzurra stava già tirando fuori lo spumante, poi con il golden gol (si, l’assurdo e romantico golden gol, maledizione) di Trezeguet.
“La nostalgia è una delle più grandi debolezze dell’uomo, seconda solo all’osso del collo”.
Dwight Schrute, The Office
Cala il sipario. La Nazionale, insieme ad una Nazione intera, prende coscienza, si risveglia dopo il sogno di una notte di mezza estate, diventato un incubo da cui ci si è destati come inebetiti. Il ricordo di quei fatti potrebbe invilupparci in uno dei più classici effetti nostalgia: cadere in quella spirale è davvero semplice, considerando la caratura dei personaggi che gravitavano intorno al nostro calcio.
Il presente però è lì, e si chiama Euro 2024. Di una cosa siamo sicuri: comunque vada, La Ragione di Stato ci strapperà un sorriso. E non è poco.