Concerti speciali di questo 2023

Esperienze intense vissute sotto palco: non è classifica ma una lista in ordine rigorosamente sparso. A cura di Lorenzo Giannetti. 

Alle pur utili e stuzzicanti classifiche dei migliori dischi, io ho sempre preferito commentare gli highlights della musica dal vivo. Ho avuto la fortuna di vedere dei concerti meravigliosi anche quest’anno. I miei ricordi sotto palco più vividi sono legati ad eventi abbastanza intimi, magari in contesti un po’ atipici: diciamo a misura d’uomo e diciamo della dimensione che preferisco. Concerti che per svariate ragioni – in alcuni casi anche strettamente personali – sono stati delle esperienze davvero uniche e speciali.

Paolo Angeli nella chiesetta di montagna a Piedicavallo (anche il concerto al Conservatorio è stato memorabile: è evidente che, come tutti i grandi Artisti, il nostro caro Angeli abbia un talento e una sensibilità tali da riuscire ad interpretare in maniera sempre diversa e sublime il luogo che lo ospita). Unico.
Boris al Bunker per Jazz is Dead: per quanto mi riguarda uno dei rituali di musica pesante più devastanti e suggestivi visti in città. Vera magia nera.
Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp allo sPAZIO211: mai visto così tante persone e strumenti su quel palco (tant’è che hanno dovuto “aggiungerne” un pezzo, anzi due). Un ensemble all’altezza del suo nome altisonante: le voci che fossero qualcosa di eccezionale erano vere.
Lili Refrain da Koivu tra i boschi della Val Chiusella: credo sia evidente a tutti i presenti che questo concerto sia stato assolutamente speciale in primis per l’artista sul palco e per gli organizzatori stessi. L’emozione era palpabile e ha reso una performance già di per sé di livello altissimo in una più ampia celebrazione collettiva forte di una connessione artistica e umana.
L’Imperatrice a TOdays Festival: se i Wilco erano la certezza granitica di un usato sicuro, L’Imperatrice sono stati l’astronave inaspettata ed esaltante. Il groove più contagioso dell’anno è colpa loro.
Big Thief all’Alcatraz di Milano. Ecco, a proposito di Wilco… Questa band potrebbe ambire ad una carriera dello stesso spessore e longevità. Secondo me attualmente la migliore folk-rock band del pianeta. Come una famiglia allargata, come la foga di uno stadio dentro ad una casa di campagna.
Cristina Donà al Lago dei Camosci: a mio parere, una fuoriclasse rimasta una outsider. La rockstar della porta accanto. Ancora intensa e ancora ispirata! Il luogo magico ai piedi della Sacra di San Michele aggiunge un ulteriore ennesimo layer di Bellezza.
Hans Zimmer al Pala Alpitour. Ok, cambio di registro e pianeta. Uno show “larger then life”, mastodontico ed epico, sorprendentemente in grado di mantenersi anche leggero e intimo. Tant’è che mi gioco un classico: “da vedere una volta nella vita”.
Le Luci della Centrale Elettrica all’Hiroshima Mon Amour con l’esecuzione per intero del disco “Canzoni da spiaggia deturpata”. Un culto divisivo ma fondamentale, celebrato nel migliore dei modi tra canzoni immense e aneddoti inediti. Va da sé che una celebrazione di questo genere preveda dei fedeli (alla linea).
Hate & Merda organizzato last minute e più che DIY nel capanno di una villa in collina tra attrezzi e oche per un secret show nel primo pomeriggio: non vedo errori.
Bobby Joe Long’s Friendship Party all’ARCI Bellezza di Milano e col cuore a Roma Est. A mio parere tra le migliori realtà “rock” in circolazione: in un certo senso non valorizzate o capite appieno, non so se a causa di una sorta di filtro/sottotesto “lol” o cosa. Un originale cortocircuito tra Peter Murphy e Pasolini. Potenti e poetici come poche cose italiane ascoltate di recente. Long Live Coattowave!
Lalalar al Bunker per Jazz is Dead: non è facile trovare e nemmeno far funzionare una party band irresistibile sul palco forte di influenze variegate, approccio militante e appeal totalmente pop. Subito dopo il concerto tarantolato in Barriera di Milano avevo già voglia di rivederli live e consigliarli un po’ a tutti: i Lalalar sono il jolly di quest’anno.
Black Hi(t)story Revisited di Federico Sacchi con gli SLWJM al Teatro Gioiello: l’esperienza del music-telling portata al suo apice o per lo meno ad un next level. Non solo un racconto bensì un punto di vista: personale e con personalità. Divulgazione sublimata in Arte e viceversa.
Zebra Katz a Pinerolo per Musica in Prossimità. Un festival che stupisce per intenzioni e spirito, un performer strepitoso che inizia in sordina e poi conquista e ribalta un intero teatro, fino ai conviviali titoli di coda nella piazza cittadina. Una tempesta inaspettata ma perfetta.

Bonus:
RAEIN al Blah Blah
Pufuleti al Bunker
Matt Elliott allo Ziggy
Ndima Pigmei Aka a ChamoisIC

Sicuramente sto dimenticando qualcuno. I vostri?