Esperienze intense vissute sotto palco: non è classifica ma una lista in ordine rigorosamente sparso. A cura di Lorenzo Giannetti.
Alle pur utili e stuzzicanti classifiche dei migliori dischi, io ho sempre preferito commentare gli highlights della musica dal vivo. Ho avuto la fortuna di vedere dei concerti meravigliosi anche quest’anno. I miei ricordi sotto palco più vividi sono legati ad eventi abbastanza intimi, magari in contesti un po’ atipici: diciamo a misura d’uomo e diciamo della dimensione che preferisco. Concerti che per svariate ragioni – in alcuni casi anche strettamente personali – sono stati delle esperienze davvero uniche e speciali.
– Paolo Angeli nella chiesetta di montagna a Piedicavallo (anche il concerto al Conservatorio è stato memorabile: è evidente che, come tutti i grandi Artisti, il nostro caro Angeli abbia un talento e una sensibilità tali da riuscire ad interpretare in maniera sempre diversa e sublime il luogo che lo ospita). Unico.
– Boris al Bunker per Jazz is Dead: per quanto mi riguarda uno dei rituali di musica pesante più devastanti e suggestivi visti in città. Vera magia nera.
– Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp allo sPAZIO211: mai visto così tante persone e strumenti su quel palco (tant’è che hanno dovuto “aggiungerne” un pezzo, anzi due). Un ensemble all’altezza del suo nome altisonante: le voci che fossero qualcosa di eccezionale erano vere.
– Lili Refrain da Koivu tra i boschi della Val Chiusella: credo sia evidente a tutti i presenti che questo concerto sia stato assolutamente speciale in primis per l’artista sul palco e per gli organizzatori stessi. L’emozione era palpabile e ha reso una performance già di per sé di livello altissimo in una più ampia celebrazione collettiva forte di una connessione artistica e umana.
– L’Imperatrice a TOdays Festival: se i Wilco erano la certezza granitica di un usato sicuro, L’Imperatrice sono stati l’astronave inaspettata ed esaltante. Il groove più contagioso dell’anno è colpa loro.
– Big Thief all’Alcatraz di Milano. Ecco, a proposito di Wilco… Questa band potrebbe ambire ad una carriera dello stesso spessore e longevità. Secondo me attualmente la migliore folk-rock band del pianeta. Come una famiglia allargata, come la foga di uno stadio dentro ad una casa di campagna.
– Cristina Donà al Lago dei Camosci: a mio parere, una fuoriclasse rimasta una outsider. La rockstar della porta accanto. Ancora intensa e ancora ispirata! Il luogo magico ai piedi della Sacra di San Michele aggiunge un ulteriore ennesimo layer di Bellezza.
– Hans Zimmer al Pala Alpitour. Ok, cambio di registro e pianeta. Uno show “larger then life”, mastodontico ed epico, sorprendentemente in grado di mantenersi anche leggero e intimo. Tant’è che mi gioco un classico: “da vedere una volta nella vita”.
– Le Luci della Centrale Elettrica all’Hiroshima Mon Amour con l’esecuzione per intero del disco “Canzoni da spiaggia deturpata”. Un culto divisivo ma fondamentale, celebrato nel migliore dei modi tra canzoni immense e aneddoti inediti. Va da sé che una celebrazione di questo genere preveda dei fedeli (alla linea).
– Hate & Merda organizzato last minute e più che DIY nel capanno di una villa in collina tra attrezzi e oche per un secret show nel primo pomeriggio: non vedo errori.
– Bobby Joe Long’s Friendship Party all’ARCI Bellezza di Milano e col cuore a Roma Est. A mio parere tra le migliori realtà “rock” in circolazione: in un certo senso non valorizzate o capite appieno, non so se a causa di una sorta di filtro/sottotesto “lol” o cosa. Un originale cortocircuito tra Peter Murphy e Pasolini. Potenti e poetici come poche cose italiane ascoltate di recente. Long Live Coattowave!
– Lalalar al Bunker per Jazz is Dead: non è facile trovare e nemmeno far funzionare una party band irresistibile sul palco forte di influenze variegate, approccio militante e appeal totalmente pop. Subito dopo il concerto tarantolato in Barriera di Milano avevo già voglia di rivederli live e consigliarli un po’ a tutti: i Lalalar sono il jolly di quest’anno.
– Black Hi(t)story Revisited di Federico Sacchi con gli SLWJM al Teatro Gioiello: l’esperienza del music-telling portata al suo apice o per lo meno ad un next level. Non solo un racconto bensì un punto di vista: personale e con personalità. Divulgazione sublimata in Arte e viceversa.
– Zebra Katz a Pinerolo per Musica in Prossimità. Un festival che stupisce per intenzioni e spirito, un performer strepitoso che inizia in sordina e poi conquista e ribalta un intero teatro, fino ai conviviali titoli di coda nella piazza cittadina. Una tempesta inaspettata ma perfetta.
Bonus:
– RAEIN al Blah Blah
– Pufuleti al Bunker
– Matt Elliott allo Ziggy
– Ndima Pigmei Aka a ChamoisIC
Sicuramente sto dimenticando qualcuno. I vostri?
