Un trip elettronico e notturno, romantico ed erotico. Il nuovo singolo di Fren si ispira all’elettronica inglese più crepuscolare, evocando il songwriting soul-step di James Blake. Il videoclip in lo-fi ci prende per mano in una notte metropolitana tra piccoli gesti quotidiani che diventano rituali infiniti. Vi presentiamo “Dentro i sogni”, in anteprima: premete play mentre leggete la nostra intervista a Fren. Articolo a cura di Lorenzo Giannetti.
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Come presenteresti tu stesso il progetto e qual è stata la “scintilla” che ti ha portato a fare musica. Insomma come nasce Fren a partire da Riccardo. E poi, perché questo nome d’arte?
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Quali sono gli artisti che ti hanno ispirato di più nel periodo della composizione del disco? E l’ultimo concerto che hai visto e ti ha colpito particolarmente?
L’elettronica inglese è sicuramente il mio punto di riferimento principale per quando riguarda le atmosfere delle strumentali, da Burial a Ross from Friends fino ad arrivare agli Overmono (nei prossimi lavori si sentiranno ancora di più queste influenze); mentre per quanto riguarda i testi ho scelto di smettere quasi completamente di ascoltare musica italiana contemporanea per non essere eccessivamente influenzato e cercare in maniera piu intima la mia forma di linguaggio. L’ultimo live che ho sentito è stato quello degli Overmono al ClubToClub, concerto incredibile; ma anche quello di James Blake a Milano mi ha toccato delle corde interessanti.
Entriamo un po’ più nel merito del singolo che proponiamo in anteprima: “Dentro ai sogni”. Come è nato questo brano? Che significato ha per te e nel tuo percorso?
L’idea generale è sempre quella di dire poco per trasmettere molto, dare una direzione, spianare la strada a chi ascolta perchè possa immedesimarsi interpretando e viaggiando con la mente.
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Il videoclip ha un’estetica in lo-fi, diciamo da “after” notturno: ci racconti come ci hai/avete lavorato?
Il video l’ho girato con una videocamera del 2007 ripescata a caso quest anno, volevo appunto cogliere la bellezza del quotidiano, volevo rendere infiniti certi momenti perchè di base mi fa paura tutto ciò che ha una caducità intrinseca (tutto tranne l’arte e l’amore alla fine). La realtà se colta con attenzione può risultare più magica di quanto pensiamo, ma bisogna avere tempo per fermarsi e mettere a fuoco con libertà e, in un certo senso, genuinità, distruggendo i pregiudizi e i costrutti che ci corrompono tutti i giorni.
Il tuo cantautorato mi sembra mescolare vari elementi, input e influenze: come gestirai la tua musica in fase live/di concerto? E a proposito, dove potremo sentirti dal vivo nei prossimi mesi?