Pusha T, 50 Cent, Kid Cudi e molti altri: il rap internazionale arriva a Milano

Uno sguardo approfondito sui concerti rap made in U.S.A. – e made in England – che si svolgeranno a Milano da settembre a dicembre.

di Filippo Santin

Non molti giorni fa, esattamente l’11 agosto, si è festeggiato il “quarantanovesimo anniversario” dell’hip-hop.

La data di nascita viene fatta coincidere con l’11 agosto, appunto, del 1973, quando in una calda giornata newyorchese il Bronx ospitò ben più di un semplice party. Un adolescente emigrato con la famiglia dalla Giamaica, dal nome d’arte Dj Kool Herc, che in teoria doveva soltanto mettere un po’ di musica ad una festa organizzata per il compleanno della sorella, finì infatti per dare vita ad uno dei generi – e ad una delle culture – più importanti di sempre.

Con un colpo di genio fece andare sui piatti due vinili dello stesso disco, contemporaneamente, e isolò frammenti di basso e batteria – i “breaks” – mandandoli avanti-indietro a piacimento, in loop. Talvolta, poi, si mise a parlarci sopra, anche in rima, per incitare le centinaia di presenti – accorsi da tutto il quartiere – a scatenarsi nelle danze più incredibili.

Qualche anno dopo, tutte queste “strane commistioni” verranno definite con un solo nome: hip-hop.

Ai giorni nostri il rap – con i suoi sottogeneri, come la trap o la drill – che da tale movimento discende, è il tipo di musica più ascoltato dai giovani di buona parte del mondo, Italia compresa.

Anche se nel nostro paese ci sono ancora molte carenze culturali, riguardanti la storia e le tante sfumature di questo genere, il suo successo comporta che nella penisola aumentino sempre più i concerti di rapper stranieri, ovviamente soprattutto statunitensi.

Vediamone quindi alcuni, interessantissimi, che si svolgeranno a Milano da settembre fino alla fine del 2022.

Saba – 15 settembre – BIKO

Sicuramente il rapper più di nicchia in questa lista di concerti. Saba, tuttavia, ha il suo zoccolo duro di fan nel circuito indie.

Merito di uno stile musicale curato, diverso da tanto rap mainstream, che va a ricercare l’eleganza di sfumature soul e jazz.

Così si vengono a creare anche atmosferiche un po’ oniriche, che fanno da tappeto alle riflessioni spesso spirituali di Saba – il quale, nelle sue canzoni, racconta della serenità nelle piccole cose, ora che si è lasciato dietro un passato difficile, ma allo stesso tempo rivela le cicatrici causate da eventi dolorosi, oltre alle preoccupazioni della vita pratica comuni a tanti.

Si tratta di un rapper dall’animo autentico, oltre che di un musicista a 360 gradi – basta dare un’occhiata alla sua performance per KEXP, su YouTube, per rendersene conto.

Machine Gun Kelly – 27 settembre – MEDIOLANUM FORUM

Okay, da un paio di anni almeno Machine Gun Kelly è più che altro un cantante pop-punk. Ma alle spalle ha una carriera da rapper durata quasi un decennio, sotto l’ala di P.Diddy, che lo ha portato a notevoli soddisfazioni.

Il vero successo popolare, tuttavia, è arrivato di recente, con la sua svolta pop-punk in collaborazione con Travis Barker. Adesso Machine Gun Kelly – nonostante gli attacchi ricevuti dai puristi del rock, e dai fan di Eminem con cui ha avuto una faida – registra parecchi sold-out in giro per il pianeta.

Anche la sua data milanese sembra improntata al “tutto esaurito”. E pure se in questo caso lo vedremo nei panni di cantante, con tra le mani una chitarra elettrica, chissà, potrebbero esserci comunque dei “momenti amarcord” dedicati al rap di una volta.

50 Cent – 22 ottobre – MEDIOLANUM FORUM / 23 ottobre – PALAZZO DEL TURISMO (JESOLO)

Se hai vissuto l’adolescenza negli anni Zero, è un po’ improbabile che tu non conosca 50 Cent. Soprattutto agli inizi del decennio il rapper di New York esplose in tutto il mondo, persino da noi, con hit come “In Da Club”, “P.I.M.P.”, o “Candy Shop”, che passavano di continuo su MTV. Nel 2022 “Fiddy” non è più solo il rapper che sopravvisse a 9 colpi di pistola, e che raccontava la vita di strada con uno stile unico. Si è consolidato come un icona popolare, grazie anche alla recente esibizione al Super Bowl, che ha riportato il suo nome in auge.

Dopo aver già suonato quest’estate in Sardegna, 50 tornerà in Italia per due date – quella di Milano è sold-out, ma ne è appena stata aggiunta un’altra a Jesolo – che si preannunciano come grandi show, visto che 50 è da sempre un “uomo di spettacolo”, il quale non ha mai avuto la sobrietà come abitudine.

Central Cee – 2 novembre – FABRIQUE

Dagli Stati Uniti si passa all’Inghilterra, terra d’origine di uno dei protagonisti assoluti della UK drill – la quale condivide con la drill americana una narrativa basata su vicende criminali e contesti di disagio, ma che si differenzia per ispirazioni musicali più vicine al grime e allo UK garage.

Central Cee è noto anche da noi soprattutto per i suoi featuring con rapper del nostro paese, fra cui Baby Gang e Rondodasosa. D’altronde negli ultimi anni la scena rap internazionale – o trap, drill – è più connessa che mai – basti ascoltare “Eurovision”, dove Central Cee raduna nello stesso pezzo rapper provenienti da vari paesi.

Su YouTube il giovane autore di “Doja” macina milioni di views, e sembra ancora in ascesa.

La sua data a Milano è occasione favorevole per tutti i fan della drill che, proprio come Central Cee, da un bel po’ si sta imponendo come tendenza, influenzando per suoni e tematiche il rap game mondiale.

Jack Harlow – 21 novembre – ALCATRAZ

Jack Harlow non ha certo l’aspetto del gangsta rapper.

Bianco, cresciuto in Kentucky, questo ragazzo “dall’aria rilassata” ha saputo però darsi da fare con il rap, mostrando che aveva la stoffa, e guadagnandosi il rispetto di nomi giganti come Drake o Kanye West, con i quali ha poi collaborato.

Nell’ultimo periodo il suo successo in patria è stato talmente trasversale, da renderlo uno dei nomi più ricercati nello show business – le copertine di magazine come “Rolling Stone”, “Variety” o “Forbes” lo dimostrano.

Sul palco dell’Alcatraz, perciò, non si esibirà soltanto un rapper – visto lo status attuale – bensì un’autentica “superstar d’oltreoceano”, che punta parecchio in alto.

Kid Cudi – 22 novembre – FABRIQUE

Chi non è fan del rap, ma a cavallo degli anni Dieci frequentava spesso le discoteche, ricorderà magari Kid Cudi per alcune sue hit che all’epoca spopolavano in pista, come “Day’N’Nite (Remix)” con i Crookers e “Memories” con David Guetta.

Ma Kid Cudi è sempre stato molto più di questo, ovvero un personaggio musicale estremamente complesso.

Fin dagli esordi si è contraddistinto per la sua originalità, mescolando influenze sonore di vario tipo, e mettendo a nudo le proprie vulnerabilità più intime, anni prima che nel rap non fosse più considerato un tabù.

Dischi come “Man on the Moon: The End of Day” hanno stravolto il genere. E dal vivo, Kid Cudi, sa spesso creare una notevole atmosfera emotiva, oltre che una profonda connessione empatica col suo pubblico.

Ottimi motivi per andarlo a sentire al Fabrique.

Pusha T – 2 dicembre – FABRIQUE

I Clipse, di cui Pusha T faceva parte insieme al fratello Malice, sono stati un gruppo rap di culto, che parecchi anni fa si costruì una nicchia di fan affezionati, e che con i suoi tre album si garantì un ottimo successo di critica.

Lo stesso si può dire per quanto riguarda la carriera solista di Pusha T, che da un bel po’ di tempo è anche uno dei sodali più fidati di Kanye West, con cui gestisce l’etichetta GOOD Music.

Considerato uno dei rapper più interessanti e dotati liricamente di oggi – anche grazie ai suoi racconti vividi legati allo spaccio di droga e alla street life – fresco reduce dall’ultimo album che vede le produzioni del vecchio socio Pharrell Williams e featuring come quello di Jay-Z, “King Push” tornerà al Fabrique dopo il precedente live del 2018.

Little Simz – 5 dicembre – FABRIQUE

Per concludere facciamo di nuovo un viaggio in Inghilterra, patria di Little Simz.

La rapper britannica – che è anche attrice, come abbiamo visto per esempio nella serie “Top Boy” – rappresenta uno dei nomi più particolari nella scena contemporanea, tanto da aver destato pure l’interesse di mostri sacri come Lauryn Hill o Kendrick Lamar.

Classe 1994, ha in repertorio 4 album ufficiali, oltre a vari mixtape della prima ora. Ma è soprattutto con il suo ultimo lavoro del 2021, “Sometimes I Might Be Introvert”, che ha saputo conquistare una grandissima fetta di pubblico, oltre a ricevere il plauso di tanti critici musicali, che un po’ dappertutto hanno inserito l’opera nelle classifiche dei dischi migliori dell’anno.

Qui Little Simz unisce il suo notevole talento nel rappare, a tematiche profonde, che scavano nell’esistenza, per cercare di fare luce come in una seduta di psicoterapia.

Sicuramente uno dei live rap, fra quelli in elenco, che suscita più curiosità.