Artàporter: la piattaforma online che fa incontrare Arte emergente e spazi “comuni”

L’arte non sta ferma e diventa un movimento per chi vuole esporre e non trova spazio e per chi ha spazio e vuole metterlo a disposizione per l’arte, in un vero e proprio matching, come accade nelle più famose app di dating. Sono già 15 i locali ad aver aderito all’idea innovativa della start up torinese.

 

Se ti colpisce un quadro al ristorante, puoi pagarlo e portarlo via con te. A Torino si può, con Artàporterla prima piattaforma che supporta lo sviluppo dell’arte emergente per renderla accessibile a tutti, ripensandone i “luoghi comuni”. La startup ha appena lanciato il sito www.artaporter.it che permette il matching tra rete di artisti ed esercentibarristoranti, studi professionali negozi affiliati, per accogliere l’arte nei propri spazi.

Un’opera con cornice rossa sotto braccio è il simbolo di Artàporter, il progetto nato da un’idea di Massimo Gioscia e Dario Ujetto, insieme a due giovani co-founders Savio Musicco e Alyona Kosareva, sostenuto da Pierangelo DecisiEmanuele Buscaglione e Gaetano Coppola attraverso l’incubatore di imprese ISC – Innovation Square Center, e che ha aderito a Torino Social Impact.

L’idea prende il via dall’esigenza di “ripensare i luoghi comuni dell’arte“, ovvero dalla capacità delle città di creare gallerie urbane con nuovi itinerari turistici legati all’arte. Non solo spazi pubblici, ma anche spazi privati, a partire dalla rete di commercianti che amano l’arte e vogliono mettere a disposizione le proprie pareti per l’esposizione delle opere.

Artàporter nasce come società benefit per aumentare l’accessibilità del mondo dell’arte in spazi diversi – e non solo attraverso musei e gallerie – per renderla il più possibile fruibile e, perché no, acquistabile anche in un locale, e collezionabile da tutti gli amanti dell’arte.

 

Un progetto ‘phygital’ che consente non solo il matching online fra artisti e negozianti, ma anche la nascita di touch point capillari (host) attraverso cui veicolare l’arte diffusa con innovativi “Artàporter District” o “distretti d’arte”, che richiamano le grandi capitali europee di Berlino o Londra, creando nuovi spazi artistici mappati in tutta la città. L’obiettivo è quello di portare la bellezza ovunque, con l’idea di poter riscoprire una città nel segno dell’arte.

Sono già 15 i locali aderenti a Torino che riportano all’esterno del proprio locale la vetrofania Artàporter. Prende il via una vera e propria “prossimità di quartiere dell’arte” con una rete sempre più ampia e diffusa di locali coinvolti, per aumentare anche l’affluenza di vie e negozi, non solo del centro storico, ma anche di periferia e cintura.

Nasce così a Torino il primo circuito e la prima piattaforma gratuita al mondo in grado di restituire all’artista il 100% del valore dell’opera, grazie a un modello di economia circolare che sfrutta il principio della condivisione attraverso una piattaforma web, facilmente utilizzabile da smartphone.

La mappa dei locali aderenti è visualizzabile attraverso la geolocalizzazione che permette agli amanti dell’arte di scegliere se cenare o pernottare in un locale che espone arte.

Nascono così anche le prime storie di Artàporter: sono già saliti a bordo del progetto pittori astrattisti come Antonio Palmisani, Nico Biso e Norman Sgrò, ma anche artisti digitali come Milena Petrelli, in arte Muso, e Renato Muzzin. Spazio anche alla fotografia con Sauar e ai neosurrealisti con Riccardo Fissore e Angelo Franco, senza dimenticare street artist come Morb, Plagio e il collettivo Rockmantic.

Tante storie anche al femminile, grazie alla partecipazione di giovani artiste come Elisa Bonotti, Roberta N9VE, Chiara Gobbo e Lorenza Maddalena e, infine, una partecipazione speciale, con l’artista newyorkese Frank Denota, tra i fondatori del Movimento GANT, che ha collaborato con i più grandi artisti pop come Andy Wharol e Keith Haring.

Sono partiti in questi giorni i primi matching fra artisti e locali, dove ammirare le prime opere fra le vie e le strade di Torino. Basta inquadrare con lo smartphone il QR code vicino all’opera per acquistarla e portarla subito via con sé. Sono inoltre aperte le candidature per artisti e negozianti su www.artapoter.it.

Il sistema, che ha preso il via a Torino, nei prossimi mesi vedrà lo sviluppo in altre città italiane e anche all’estero.

Massimo Gioscia, ideatore dell’iniziativa dichiara: “Un’idea nata per agevolare principalmente gli artisti, che sono da sempre l’anello debole della catena dell’arte. Ho voluto elaborare un modello intelligente per aumentare la loro visibilità e anche la possibilità di vendita delle opere, che non devono restare ferme in un atelier, ma spostarsi ed arricchire i locali, renderli più belli e frequentati dagli appassionati d’arte, ma anche dai semplici curiosi che amano immergersi nella bellezza. Con Artàporter vogliamo ripensare “i luoghi comuni dell’arte”, quelli mentali, che sono ahimè ancora tanti, e quelli fisici, aumentando il numero delle gallerie d’arte “urbane” attraverso la rete dei negozi di tutto il mondo