Il programma del TOHorror 2021: da Donnie Darko a Gaspar Noé passando per l’underground

Torna il TOHFFF, esclusivamente in presenza, con una cinque-giorni di film e incontri dedicati al fantastico in ogni sua sfumatura. Appuntamento dal 19 al 24 ottobre.

Si comincia il 19 ottobre con il film d’apertura “Prisoners Of The Ghostland” di Sion Sono, si passa da un tributo a Satoshi Kon, si finisce il 24 ottobre con l’omaggio al ventennale di Donnie Darko, proiettato in versione director’s cut. Nel mezzo, una rassegna di 20 lungometraggi, 20 cortometraggi, 19 cortometraggi d’animazione e 4 incontri su letteratura, editoria, videogames, fumetti e attualità.

Ecco una pratica tabella dove orientarsi tra sale, proiezioni e orari.

TOHORROR FANTASTIC FILM FEST 2021 | 21° EDIZIONE

blank

Martedì 19 ottobre, h21:00 | Cinema Massimo | Anteprima Italiana

PRISONERS OF THE GHOSTLAND
Sion Sono, USA, 2021, 103′

Un famigerato criminale viene assoldato per ritrovare la figlia del Governatore, scomparsa nel regno di Ghostland. Se non ci riuscirà i congegni innestati sul suo corpo esploderanno. La prima trasferta USA di Sion Sono è un anarchico happening post-atomico: scalmanate coreografie di gruppo, scene ingolfate di figuranti, distruzione catartica della scenografia. Come spesso fa, Sono dichiara l’artificio cinematografico con un set teatralmente posticcio, e trascina in un festoso caos creativo sia l’epica action all’americana, sia le convenzioni dell’immaginario giapponese. E se Nicolas Cage dice che è il film più pazzo in cui ha mai recitato, chi siamo noi per contraddirlo?

Lungometraggi in concorso

Con oltre 300 film visti e valutati, 10 mesi di selezione, discussioni, accesi confronti, migliaia di email spedite e ricevute il concorso Lungometraggi del TOHorror Fantastic Film Fest di quest’anno è stato portato a casa con sangue e sudore ancor più che in passato, e ha registrato elementi interessanti e insoliti nell’orientamento delle produzioni di cinema fantastico internazionale. Assodato il vasto numero di film realizzati negli ultimi due anni, a patire di più è stato forse il genere puro, in particolare l’horror, che a fronte di una ormai buona qualità media sul versante tecnico sconta invece qualcosa sul piano dell’inventiva, dell’irriverenza, dell’infrazione alla regole. Per questo (e anche seguendo inconsciamente il tema portante dell’edizione del festival, “Le cose strane”) i 10 film entrati in concorso frequentano più la contaminazione che l’ortodossia, e quando invece si affidano al genere codificato vi si scagliano addosso con brutalità impressionante.

È il caso del taiwanese “The Sadness”, forse l’horror più chiacchierato (e atteso?) della stagione, presentato non senza sorpresa anche al Festival di Locarno e destinato a entrare nelle future antologie dell’orrore (fidatevi). Ma anche di “The Yellow Wallpaper”, period-drama-horror dalla tensione psicologica insostenibile, e di “Tin Can”, che parte dalla fantascienza cyberpunk per atterrare su un pianeta tutto suo. Ma ognuna delle opere della sezione, che si tratti di commedie surrealiste o grotteschi viaggi agli inferi, di body-horror sperimentali o spietati racconti di formazione, oltrepassa a suo modo i limiti dei luoghi comuni e si fionda a tavoletta nel campo dell’imprevedibile.

Hotel Poseidon (Belgio, 2021, 90′) di Stef Lernous | Anteprima italiana

L’esistenza di Dave è un misero vagare negli interni dell’albergo in rovina ereditato dal padre. Finché una sera una ragazza bussa alla porta, mettendolo a confronto con i propri demoni, in una spirale discendente sempre più ripida nell’inconscio. “Hotel Poseidon” è il primo parto cinematografico della compagnia teatrale Abattoir Fermé: un sardonico grand guignol che persegue l’irrazionalità barocca dell’incubo come un lugubre Ken Russell, dove va in atto la guerra fra corpo individuale e corpo sociale, e assonanze disparate – Bacon, Artaud, LaChapelle, Jeunet & Caro – si schiantano in frammenti di sinistra bellezza pittorica. L’inferno sono gli altri (e siamo noi).

blank

Intra (Argentina, 2020, 78′) di Pablo Rabe e Gabriel Drah | Anteprima italiana

Quando una donna misteriosa appare nella sua vita, Julia si convince che una rara malattia neurologica stia prendendo il controllo del suo organismo. Inizia perciò a sottoporsi a maniacali esami medici. Il corpo umano e il senso della morte, sempre più sottratti all’orizzonte quotidiano, in questo film che sa di morte dall’inizio alla fine tornano centrali nella loro carnalità. Un doloroso body-horror sperimentale, in cui il cinema si dà in forma sospesa per affrontare un discorso sul macabro. Cerebrale sì, ma più in senso biologico che psicologico. Radicale e tormentato come un Malick funereo; come la produzione instabile e destabilizzante di Reygadas e Grandrieux.

Midnight in a Perfect World (Filippine, 2021, 91′) di Dodo Dayao | Anteprima italiana

Manila, futuro prossimo. Inspiegabili blackout notturni colpiscono i quartieri. Si dice che chi si trova per strada nell’oscurità svanisca nel nulla. Quattro amici si rifugiano in una “safe house”, edifici-bunker in cui attendere che torni l’elettricità, ma forse neanche lì sono al sicuro. Insolito ed ermetico film sui generis, pone sottotraccia questioni sull’assetto del mondo (urbano) a venire, sposando matrici letterarie (Don DeLillo, Thomas Ligotti), cinematografiche (Jonathan Glazer, Kiyoshi Kurosawa), videoludiche (“Silent Hill”). La città è protagonista, nella sua spaventosa dimensione politica, nella sua sparizione pubblica, nei poteri occulti che la regolano.

Mother Schmuckers (Belgio, 2021, 70′) di Lenny e Harpo Guit | Anteprima italiana

Issachar e Zabulon, fratelli scemi e casinisti, hanno perso January-Jack, il cane di loro madre Cachemire. Hanno 24 ore per ritrovarlo, o verranno sbattuti fuori di casa. In un mondo storto e in bassa risoluzione degno di quelli di John Waters e Harmony Korine, sagomato sull’idiozia dei suoi abitanti, la surrealtà diventa l’ecosistema naturale e la ricerca del cane scomparso un adrenalinico e demenziale inseguimento a vuoto, a metà fra il cinema “di corsa” dei Safdie Bros. e Quentin Dupieux. Ma a questa commedia – la più genialmente folle dell’anno – non serve neanche l’elemento fantasy per mettere in scena la profonda assurdità dei tempi in cui viviamo.

blank

Teddy (Francia, 2020, 88′) di Ludovic e Zoran Boukherma | Anteprima in presenza italiana

In un piccolo villaggio sui Pirenei il diciannovenne Teddy vive alla giornata, fra lo zio adottivo, il lavoro in un salone di bellezza, la fidanzata che sogna altre vite. Una notte di luna piena viene aggredito da una bestia e comincia a sviluppare pulsioni animalesche… Un racconto di formazione con lupi mannari, dolcemente crudele, ironico e fuori misura, che attorno alla licantropia come linea d’ombra raduna ispirazioni e registri (Bruno Dumont e Joe Dante; tradizione horror e obliquità pop moderna) con naturalezza e originalità lontane dalle gabbie dell’autorialismo post-qualcosa. Ritratto di un giovane uomo (lupo) in fiamme e della sua età inquieta.

The Sadness (Taiwan, 2021, 99′) | Anteprima italiana

Taipei diventa una bolgia di sangue quando un virus trasforma gran parte degli abitanti in inarrestabili assassini sadomasochisti, spinti a compiere le violenze più perverse. Una giovane coppia tenta di sopravvivere. Inaudita macchina filmica che asfalta tutto ciò che incontra, carica di un’impudenza e di una furia ormai rare nel panorama fin troppo pulito e ben educato dell’horror contemporaneo. Il canadese (taiwanese d’adozione) Jabbaz, catturando il collasso dell’ordine civile in un inferno in terra da fare invidia ai Cenobiti di “Hellraiser”, rende il proprio film (anche) una truculenta rivolta al grigiore egemonico delle immagini concepite per rassicurare il pubblico.

The Yellow Wallpaper (USA, 2021, 100′) di Kevin Pontuti | Anteprima italiana

Jane, scrittrice, ha partorito da poco. Il marito medico le impone un periodo di riposo da trascorrere in una tenuta di campagna. Ma oscuri segreti covano nella carta da parati della camera da letto (e nella mente della donna, che ne diventa ossessionata). La fonte letteraria, un racconto di fine ‘800 di Charlotte Perkins Gilman eletto poi testo-chiave femminista, si rinnova in una trasposizione minimalista e irrequieta, tesissima, modulata sull’escalation morbosa della protagonista (Alexandra Loreth, pure produttrice e sceneggiatrice: da applausi), che mette assieme (in chiave gotica) Jane Campion e Ingmar Bergman, horror psicologico e dramma ibseniano.

Tin Can (Canada, 2020, 104′) di Seth A. Smith | Anteprima italiana

Nel pieno di una crisi sociosanitaria, una parassitologa si risveglia intrappolata in una capsula di deprivazione sensoriale ipertecnologica. Non ricorda come ci sia finita: tentare di evadere è l’unico modo per scoprire cosa sta succedendo. Fantascienza claustrofobica, weird e cronenberghiana, non si limita ad attingere al formulario cyberpunk ma ne estende i percorsi rileggendone l’estetica, in una personale idea di cinema che sembra rivolgersi angosciosamente all’attualità (ma lo spunto originale del film, concepito pre-pandemia, riguarda gli allevamenti intensivi) solo per tracciare un’ipotesi di evoluzione (post)umana.

We need to do something (USA, 2021, 97′) di Sean King O’Grady | Anteprima italiana

Una famiglia resta bloccata nel bagno di casa dopo un devastante uragano; all’esterno, le macerie ostruiscono la porta. Passano i giorni, i soccorsi non arrivano e orrendi suoni inumani cominciano a provenire da fuori. Utilizzando con consapevolezza e ironia alcune stilizzazioni (in affinità con Shyamalan), disinnescate e riorganizzate in forma originale, il debutto di O’Grady riesce a essere simultaneamente un monster-movie apocalittico e un film da camera. Ragionando su strategie e figure dell’horror (effetti gore old school inclusi), a essere intercettati sono i segni dell’invisibile fine del mondo che attanaglia un’umanità meschina, ignara e chiusa in se stessa.

Wonderful Paradise (Giappone, 2020, 97′) di Masashi Yamamoto | Anteprima italiana

Akane e la sua famiglia stanno facendo i pacchi per il trasloco. La ragazza pubblica online per scherzo l’invito a un party d’addio. Nel giro di poco la casa è presa d’assalto da centinaia di persone e la realtà inizia a cedere sotto il peso della festa. Gioiosamente non-sense, la rapsodia di Yamamoto si mantiene nel solco surrealista di cult connazionali quali “Survive Style 5+” e “Big Man Japan”, dispiegandosi in una strampalata, chiassosa, a suo modo tenera storia di affetti disfunzionali, fra matrimoni, funerali, bambini mutanti, spacciatori sballati, fantasmi, divinità statuarie (o statue divine), chicchi di caffè come kaiju, gatti parlanti, balletti bollywoodiani…

Cortometraggi

Sono 20 i cortometraggi in concorso quest’anno, selezionati dopo attenta valutazione fra circa 400 film provenienti da 50 paesi diversi. Le opere selezionate provengono da Spagna, Italia, Francia, Russia, Nuova Zelanda, USA, Singapore, Danimarca, UK, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Israele, e rappresentano bene la qualità e la eterogeneità dei nuovi filmmakers che, numerosi e attivi nelle più disparate aree geografiche, si rivolgono al cinema di genere per dare vita ai propri lavori. Che si rifletta su tematiche d’attualità, su nuovi linguaggi cinematografici o, semplicemente, si metta in scena una storia, in questi 20 film si va dal thriller ad alta tensione di “1 minute 30 seconds” al poliziesco coeniano di “Crew 3,14”, dall’ironico splatter sci-fi di “Survivers” al fantasy drama di “Aquariens”, passando per l’action iperbolico di “Henchmen”, il fanta-horror di “Laika”, il revenge-movie di “Stuck”… Da segnalare l’italiano “Asiago Kills!”, di Cristian Tomassini, e il ritorno di un regista molto caro al festival, il francese Quarxx (Premio Anna Mondelli nel 2019 per il lungometraggio “Tous les dieux du ciel”), con la favola dark horror “Les princesses font ce qu’elles veulent”.

1 Minute 30 Seconds (Spagna, 2021, 12’) di Carlos Molinero
Ivan, un tuttofare, si risveglia legato a un tavolo. Marta, una delle sue ultime clienti l’ha rapito. Lo sfida ad effettuare alcuni lavori, quelli che secondo lei non ha fatto bene in casa sua. Il tempo a disposizione è poco ed ogni errore gli costerà un dito rotto. Se confesserà, lo lascerà libero. Ma confessare cosa?

Aquariens (Francia, 2020, 15’) di Alice Barsby
In un futuro non troppo lontano, imponenti maree sommergono puntualmente le zone costiere. Una coppia di anziani rifiuta però di lasciare la loro casa in un paese sul mare ormai deserto. Il giorno di Natale Evan, loro figlio, decide di andare da loro. Vorrebbe ripartire prima dell’arrivo della marea, ma qualcosa lo trattiene.

Asiago Kills! (Italia, 2020, 9’ 30’’) di Cristian Tomassini
Un soldato, un folle e un maniaco assassino che sta terrorizzando la pianura di Asiago. Questa sarà la notte della verità, ma dove sta la verità?

Crew 3,14 (Russia, 2020, 21’) di Denis Pavlov
Disavventure di una pattuglia di poliziotti nell’innevata provincia russa. La superstizione dice che se provi un brivido lungo tutto il corpo, la morte ti è passata accanto. Bisogna crederci?

Exit (Russia, 2020, 20’) di Ivan Basov
Con l’avvicinarsi della data di consegna, un gruppo di muratori si trova suo malgrado alle prese con un’anomalia nella casa che sta rinnovando. Un’anomalia che sfida le leggi stesse della fisica.

Good Morning Stonus (Nuova Zelanda, 2021, 15’) di Christian Nicolson
A caccia di una colazione gratis, un uomo si ritrova in mezzo a una guerra interstellare. Battaglia? Quale battaglia?

Harvest Bowl (USA, 2021, 7’) di Cody Kostro
Uno scandaloso segreto viene rivelato in un piccolo villaggio inglese del XIX secolo.

Hate Crime (Spagna, 2020, 6’) di Pablo Vara
Sara è stata catturata da due neonazisti che la odiano perché lesbica. Quindi, ovviamente, sta per perdere la pazienza…

Henchmen (Singapore, 2021, 6’) di Alistair Quak
Due scagnozzi cercano di scampare al loro destino inevitabile, mentre aspettano il proprio turno per “proteggere” il boss da un sicario.

In the Soil (Danimarca, 2021, 14’) di Casper Kjeldsen
La vita di Karoline viene sconvolta quando suo padre, Kjeld, inizia a scavare in modo maniacale in cortile. I giorni seguenti si trasformano in un incubo a occhi aperti, quando lo scavo diventa una tomba e la terra, appartenuta alla famiglia per generazioni, trascina Kjeld sempre più a fondo nell’abisso.

Inheritance (USA, 2021, 14’) di Annalise Lockhart
Il giorno del suo 25° compleanno, Norra eredita la casa nel bosco della sua famiglia. Ma inizia a vedere gli spiriti che hanno perseguitato suo padre e suo fratello per anni.

Laika (UK, 2021, 8’) di Adam Fair
In fuga da un incidente catastrofico occorso alla Stazione Spaziale Internazionale, un cosmonauta russo fronteggia uno spettro sbucato dal passato della propria nazione.  O è tutto nella sua mente?

Les princesses font ce qu’elles veulent (Francia, 2021, 34’) di Quarxx
Nina ha 9 anni ma non è come le altre bambine. Ha due segreti: ha liberato Tony il Mostro, che vive nella caverna magica, e ha appena ucciso i propri genitori…

Shiny New World (Paesi Bassi, 2021, 9’) di Jan van Gorkum
Barry è un uomo delle pulizie, ma fa delle pulizie speciali: ripulisce i luoghi dove i demoni hanno seminato il caos. Mentre gira uno spot sulla sua attività, un normale giorno di lavoro prenda una piega sanguinolenta.

SPRÖTCH (Belgio, 2020, 20’) di Xavier Seron
Flo è a Marrakech per lavoro e suo marito Tom deve badare a Sam, loro figlio di 5 anni. Ma Tom si è scordato di portare Sam al corso di chitarra. Lo carica in macchina ed esce a tutta velocità dal garage. SPROTCH. Tom ha colpito qualcosa…

Stuck (USA, 2020, 14’) di David Mikalson
Un’allenatrice di ginnastica deve affrontare un uomo che vede spesso gironzolare attorno alle sue giovani allieve. L’uomo in questione prende una decisione alquanto audace a cui lei risponderà con una ancora più audace.

Survivers (Spagna, 2020, 7’) di Carlos Gómez-Trigo
La selezione naturale implica che solo chi si adatta sopravvive. E se gli umani fossero diventati stupidi?

Swipe (USA, 2020, 5’ 20’’) di Anthony Sneed
Un giovane delinquente impara una lezione sul diventare adulti.

This Will Be My Last Cigarette (Francia/Germania, 2020, 16’) di Joscha Bongard e Alma Buddecke
Una millennial privilegiata fatica ad essere un meritevole membro della società. Greta Thunberg la osserva così come la osserva un vecchio uomo bianco, che commenta ogni sua mossa. Una questione di vita e di morte!

While We Stayed Home (Israele, 2020, 5’) di Gil Vesely
Un ragazzo incontra una ragazza durante il lockdown. Entrambi nascondono un segreto sotto la mascherina.

Animazioni

Si amplia il Concorso Animazioni quest’anno, in virtù dell’altro numero (e dell’alto valore) dei film considerati per la selezione: dal singolo blocco che tradizionalmente affiancava i cortometraggi live-action, si passa quest’anno a due blocchi anche per quanto riguarda la forma cartoon. 19 opere diversissime tra loro per stile, tecniche utilizzate, temi e atmosfera, ma accomunate dalla fiducia nelle capacità espressive del cinema d’animazione, uno dei più stimolanti e ricchi degli ultimi anni. Russia, Croazia, Irlanda, USA, Francia, Germania, Ucraina, Svizzera, Italia, Spagna, Israele e Messico i paesi di provenienza dei film in competizione, che compiono un viaggio immaginifico passando da miniere infestate da esseri soprannaturali, lussuose e surreali navi da crociera, inquietanti ambulatori medici, l’ignoto spazio profondo, mondi in 2D, 3D, passo uno, claymotion popolati da cani fantasmi, mostri affamati, detective cialtroni, vecchie esorciste… Fra le opere selezionate, l’irlandese “Fall of the Ibis King”, in concorso a Venezia (dove ha ricevuto la Short Film Nomination for the European Film Awards 2021) e “Mila”, diretto dall’italiana Cinzia Angelini.

Alice (Russia, 2021, 12’) di Aleskey Sukhov
Alice è una lucertola. Lavora in un fast food e sogna il vero amore. Ma dopo un terribile incidente sul lavoro si trova coinvolta in una situazione oscura.

Arka (Croazia, 2020, 14’40’’) di Natko Stipaničev
Una gigantesca nave da crociera solca i mari.

Fall of the Ibis King (Irlanda, 2021, 9’42’’) di Mikai Geronimo e Josh O’Caoimh
Il personaggio antagonista di un’opera diventa sempre più nervoso quando l’ex-attore protagonista fa il suo ritorno in scena.

Ghost Dogs (USA, 2020, 10’45’’) di Joe Cappa
Il nuovo cucciolo di casa è terrorizzato dai fantasmi dei cani precedenti.

Heart of Gold (Francia, 2020, 12’45’’) di Simon Filliot
Chi non darebbe se stesso per il proprio bambino? Un madre vede l’opportunità di evadere da una dura vita di povertà vendendo i suoi organi a un vecchio malato e molto, molto ricco.

Just a Guy (Germania, 2020, 15’) di Shoko Hara
Tre donne raccontano della loro relazione epistolare con Richard Ramirez, serial killer stupratore con cui sono entrate in contatto dopo il suo arresto negli anni ’80.

Kohannia (Ucraina, 2020, 13’57’’) di Mykyta Lyskov
Finalmente il vero amore esplode in Ucraina.

Little Miss Fate (Svizzera, 2020, 8’) di Joder von Rotz
Little Miss Fate vive in un mondo dominato dal destino. Quando si presenta l’opportunità ne diventa la guida, ma per errore crea un mostro che vuole risucchiare tutto l’amore del mondo.

Mila (Italia, 2021, 19’50’’) di Cinzia Angelini
Anche se ha perso tutto per colpa della guerra – la sua famiglia, la sua casa, la sua pace – Mila si aggrappa alla speranza (con un po’ di immaginazione).

Monster Encounters (Germania, 2020, 1’) di James Smith
Gli umani incontrano diversi mostri, ma ogni incontro ha la sua conseguenza.

Noir Soleil (Francia, 2021, 20’) di Marie Larrivé
Dopo un terremoto a Napoli, viene trovato un cadavere. La polizia pensa sia il corpo di un uomo suicidatosi 40 anni prima. Dino e sua figlia Victoria vengono convocati per fare il test del DNA e stabilire una parentela, forse rivelatrice di un passato misterioso.

Parked (USA, 2021, 3’50’’) di Yoon Hei Cho
Un attacco di panico improvviso in un parcheggio.

Re-animal (Spagna, 2021, 13’7’’) di Rubén Garcerá
Una serie di omicidi brutali sta colpendo la città, e c’è solo una persona in grado di scovare il colpevole: il detective Toni Clues. Chi c’è dietro le terribili uccisioni?

Spell (USA, 2021, 6’42’’) di Philippe Safire
Digital City è una società pacifica e tecnologicamente avanzata. Fin quando una donna denuncia un misterioso incidente, e l’ordine sociale affronta una crisi che porterà a una strana scoperta.

The Awakening of the Insects (Francia, 2021, 14’) di Stephanie Lansac e Francois Leroy
Il signor Lam ha perso la memoria da quando è morta sua moglie. Il 5 marzo, il giorno “del risveglio degli insetti ibernati”, riceve la visita della signora Meng, una esorcista che vuole liberare Lam dai suoi demoni.

The Edge (Svizzera, 2020, 7’23’’) di Zaide Kutay e Géraldine Cammisar
Un camionista solitario entra in collisione con altre versioni di se stesso e il mondo deraglia.

This Is Only Getting Worse (Israele, 2020, 7’36’’) di Michael Negari e Eran Luzon
Gerusalemme è divisa in due da una misteriosa crepa nel terreno che attira dentro di sé ogni oggetto di metallo. Una donna incinta sta cercando di raggiungerla per uccidersi e uccidere il bambino che porta in grembo.

Tio (Messico, 2021, 12’40’’) di Juan Medina
Il suo primo giorno di lavoro in miniera, il giovane Martin impara l’importanza dei rituali e del rispetto degli antenati.

Wayback (Spagna, 2020, 8’) di Carlos Salgado
Un esploratore spaziale ai confini dell’universo raccoglie una pianta su un pianeta sconosciuto. Il suo viaggio di ritorno non sarà facile…

Fuori concorso

A guidare la carica dei lungometraggi fuori concorso troviamo due grandi autori francesi: Gaspar Noé e Bertrand Mandico. Noé con il mediometraggio “Lux Æterna”, realizzato nel 2019 ma mai arrivato sui grandi schermi italiani – ed è decisamente su un grande schermo cinematografico che va visto, per lasciarsi assalire appieno dalla sua potenza visiva. Un’agghiacciante satira horror sul fare cinema, con protagoniste d’eccezione due muse del cinema francese – Charlotte Gainsbourg e Béatrice Dalle -, una valanga di citazioni cinefile e tutta l’estetica provocatrice di Noé. Mandico, invece, con il suo secondo lungometraggio: “After Blue – Paradis Sale”, una psichedelica e folle avventura sci-fi ricca di simboli e metafore, di erotismo queer e invenzioni visionarie, ambientato su un lontano pianeta di sole donne dove una madre e una figlia sono costrette a un lungo, pericoloso viaggio per ristabilire l’armonia collettiva. Due grandi titoli da non perdere.

Lux Æterna (Francia, 2019, 51′) di Gaspar Noé | Anteprima italiana

Béatrice e Charlotte durante una pausa sul set. Chiacchierano di vita, cinema e stregoneria. Attorno a loro un formicaio di operatori, comparse, tecnici, truccatori, elettricisti, produttori, giornalisti, curiosi, molestatori. Le riprese ricominciano, bisogna bruciare le streghe. La situazione, problematica, si aggrava fino al punto di rottura (visivo). L’isterico mediometraggio di Noé – prodotto da Saint Laurent, presentato a Cannes, mai arrivato su grande schermo in Italia – è un distillato di poetica del regista franco-argentino, un assalto sensoriale allo spettatore, una satira horror eccessiva, stroboscopica e cinefila che non lascia scampo.

blank

After Blue (Paradis Sale) (Francia, 2021, 130′) di Bertrand Mandico

After Blue è un pianeta abitato da sole donne. Quando, preda di un’attrazione incontrollabile, la giovane Roxy libera la pericolosa assassina Kate Bush, gli equilibri sociali si spezzano e la ragazza e sua madre saranno costrette a un’odissea per espiare la colpa, ritrovare la criminale e ucciderla per ristabilire un’armonia forse perduta per sempre. Epopea fanta-psichedelica orchestrata da Mandico in un tripudio di weirdness sci-fi ed erotismo. Fra viaggio dell’eroe, coming of age e presa di coscienza sessuale, ipnotico e sgargiante come un abbraccio tra Bava e Jodorowsky, un’opera-mondo che esplora i meandri del desiderio con furibonda libertà espressiva.

American Nightmare

“Cinema indipendente made in USA” è un’etichetta che tende a generare reazioni diametralmente opposte fra critici e spettatori. In molti sono i detrattori pronti a brandire pregiudizialmente l’infamia del “Sundance movie” allo spuntare di determinate peculiarità realizzative; altrettanti sono i sostenitori sfegati, forse un po’ ciechi difronte a una certa omologazione stilistica. Senza voler fare un compendio ragionato su titoli e argomenti, impresa titanica, il piccolo focus estemporaneo American Nightmare presenta due magnifici film indipendenti statunitensi che, muovendosi nella sfera dell’horror e del fantastico e lavorando principalmente sulla forma, quest’anno hanno saputo intercettare meglio di altri anche la forma sfuggente della realtà contemporanea, facendosi specchio non solo del proprio tempo ma anche di un possibile futuro prossimo. Si tratta di “The Scary of Sixty-First” (vincitore del GWFF Award alla Migliore Opera Prima all’ultimo Festival di Berlino) e di “We’re All Going to the World’s Fair”. Li accompagna quello che forse è il loro capostipite, l’origine di un certo modo di intendere il cinema indipendente fantastico americano a partire dal nuovo millennio: il cult “Donnie Darko”, in versione director’s cut.

The Scary of Sixty-First (USA, 2021, 82′) di Dasha Nekrasova | Anteprima italiana

Due studentesse newyorkesi trovano una sistemazione da sogno, un appartamento nell’Upper East Side a prezzo stracciato. Il sogno si fa incubo quando scoprono l’identità del precedente inquilino: Jeffrey Epstein, il miliardario morto (forse) suicida nel 2019 dopo l’arresto per pedofilia e traffico di minori. Mischiando fiction e cronaca nera, il debutto di Nekrasova legge l’epoca della post-verità attraverso un’ottusa fantasia di complotto, urlando le ascendenze (cinema-paranoia, b-movie demoniaco anni ’70; Kubrick, Polanski), maltrattando il buon gusto e il “bel” cinema in un’opera consapevolmente oscena, sguaiata, nevrotica – pienamente contemporanea

We’re All Going to the World’s Fair (USA, 2021, 86′) di Jane Schoenbrun | Anteprima italiana

Casey, adolescente solitaria, vive online partecipando a sfide sui social network. L’ultima delle quali è un creepypasta secondo cui, eseguendo un rituale davanti alla webcam, si subisce una strana mutazionePremesse da canone teen-horror informatico, ma qui lo smarrimento identitario e l’inadeguatezza rispetto ai modi relazionali dominanti è trans: transgenerazionale, transmediale, transgender. Figlio spettrale e struggente di “Donnie Darko” e “Kairo”, tradotto nell’odierno universo digitale non solo ha già assimilato gli sche(r)mi del desktop cinema ma ne proietta le implicazioni formali, psicologiche, di genere nella cultura visuale che verrà.

Donnie Darko – Director’s cut (USA, 2001, 133′) di Richard Kelly

Il mondo sta per finire. Almeno così crede Donnie, liceale problematico di un placido sobborgo americano, perché gliel’ha detto Frank, coniglio gigante che appare al ragazzo esortandolo a compiere atti vandalici. Ma se la profezia potesse essere sventata viaggiando nel tempo? Flop all’uscita, cult assoluto per passaparola successivo, “Donnie Darko” è la pietra miliare del cinema fantastico indipendente americano del nuovo millennio. Generazionale senza retorica, in grado di concentrare in sé paure, sogni, disorientamenti e spiriti del tempo senza tematizzarli sterilmente, è entrato nell’immaginario collettivo aprendo strade battute da molti eredi.

Freakshow

Due soli titoli quest’anno nella sezione più selvaggia e impazzita del festival, quella dedicata ai film più (auto)ironici, sanguinolenti, disfunzionali ed eccessivi. Due soli titoli ma da non mancare per nulla al mondo. Il kazako “Sweetie, You Won’t Believe It” si comporta come un figlio bastardo del pulp-thriller, apertamente comico e ubriaco marcio, e ci ricorda che sfiga e stupidità comandano l’universo. Lo statunitense “Frank & Zed” è un capolavoro di abilità artigianale, una fiaba gothic-splatter (e quando diciamo splatter non intendiamo che sì, vabé, c’è qualche schizzo di sangue ogni tanto… no, qui almeno metà film è puro massacro demenziale!) girato interamente con pupazzi di stoffa in stile Muppets. Qualcuno ha detto guilty pleasure? Accorrete, bambine e bambini.

Frank & Zed (USA, 2020, 90′) di Jesse Blanchard | Anteprima italiana

Gli abitanti di un villaggio sono perseguitati da una maledizione. Ben presto dovranno fare i conti con il terribile mostro chiamato Drac Macat che, leggenda narra, vive nel castello diroccato in cima alla collina. Autoprodotto e realizzato in 7 anni di faticosa lavorazione, “Frank & Zed” è uno stupefacente incontro fra il Muppet Show, “Frankenstein” e lo splatter selvaggio dei primi Sam Raimi e Peter Jackson. I protagonisti? Pupazzi di stoffa e gommapiuma alle prese con le forze del male – e con i quintali di sangue, budella e cervelli spappolati che esplodono sullo schermo nella scatenata mezz’ora finale.

Sweetie, you won’t believe it (Kazakistan, 2020, 84′) di Ernar Nurgaliyev | Anteprima italiana

Un tranquillo weekend campagnolo diventa una infernale (ed esilarante) lotta per la sopravvivenza: lungo le rive di un fiume, nel posto sbagliato al momento sbagliato convergono una banda di goffi criminali, una famiglia di psicopatici, un assassino animalista che sembra immortale e tre poveracci in fuga dalla routine cittadina. Comicità slapstick senza filtri e thriller-horror in salsa campestre come uno sgangherato ibrido Mel Brooks/“The Texas Chainsaw Massacre”: un film goliardico in cui il caso muove i fili e si beffa allegramente degli uomini, a loro volta impegnati in una gara a chi è più sciroccato.