Novità, riscoperte, rarità. La breve selezione letteraria – fatta pensando proprio al concetto di “outsiders” – privilegia le realtà maggiormente propense a stuzzicare l’interesse di un lettore onnivoro e curioso, magari desideroso di avventurarsi in qualche azzardo letterario… A cura di Alessio Moitre.
Proviamo a provare: ci si prende spesso il sapore all’esperienza inaspettata, sino al punto di andarsele davvero a cercare. Così è per il lettore. Prende lo slancio per poi frenarsi ad ogni copertina e titolo. In un frullio ci rientrano narrative, fotografie, poesie, in questo febbraio di nuovo cortissimo. Dunque farsi delle aspettative, contarci su e vedere che calcolo ne salta fuori. Le parole sono arzigogoli complessi sovente incartati in forme graficamente eleganti.
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Gianni Berengo Gardin, “In parole povere”, Contrasto Books
Uno dei più grandi fotografi italiani (e non solo) in vita. E con questo c’è la potremmo cavare senza sbavature. La complicità nel lavoro di Gardin però è anche umana. Lo si estrapola dalla sua vita, dal libro della Contrasto books, che riporta la biografia corredata di scatti in bianco e nero, in dodici capitoli. Il tutto lavorato con cura dalla figlia Susanna Berengo Gardin, anche curatrice dell’archivio del fotografo.
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Don DeLillo, “Il silenzio”, Einaudi
Il tema dell’ammutinamento o ammutolimento tecnologico non è certo una novità e nemmeno una supposizione dell’ultimo decennio ma lasciare le chiavi del concetto ad un autore come Don DeLillo è già di per sé stesso affascinante. Dunque è una variante succulenta su cui l’autore americano conferma di essere una delle voci principali oggi in circolazione. Ai lettori la conferma o l’accantonamento di un testo di simile impegno.
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Cecile Coulon, “Tre stagioni di tempesta”, Keller
Forse una scommessa ma in Francia è già attenzionata da diverso tempo. La Keller compie un utile servizio ai lettori italiani, traducendo da alcuni anni gli scritti della Coulon. “Storia di André, di suo figlio Benedict, della moglie Agnès, di sua nipote Bèrangére. Una famiglia di medici. Quella di Maxime, di suo figlio Valère e delle sue mucche. Una famiglia di contadini. E nel mezzo, una casa, o quel che ne rimane…”. La sinossi è già di per sé un appetitoso antipasto.
Katharina Volckmer, “Un cazzo ebreo”, La nave di Teseo
Il libro del momento. Non lo si potrebbe definire in altro modo. Basterebbe in fondo il titolo, senza nemmeno andare oltre. Ed è ovvio rimanerne incuriositi. Almeno per pruderia… Lettino dello psicologo. Una giovane donna parla a ruota libera. Una corrente che trasporta anni storici, riferimenti arditi, sogni repressi, fantasie, considerazioni mordaci. Un rubinetto aperto o un salutare confessionale dove nulla dovrebbe essere dimenticato.
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Davide Galipò “Istruzioni alla rivolta”, Eretica edizioni
La poesia è assai spiacevole. Numeri esigui. Molti nomi. Più nicchie scavate nelle caverne della società dove ci si rintanano, sovente, drappelli di intellettuali a far salotto. Ma ci sono, pochi, casi che “scodano”, prendendosi il gran lusso di finire per interagire con il tempo attuale. È il caso di Galipò. Pensatore, attivo nei propri interessi. Penna occhialuta. Una puntata la farei dalle sue parti e se non vi va di calpestare selciati diversi, la ricca produzione internettara dovrebbe persuadervi.