Dal libro di Mario Calabresi, edito Mondadori, al contributo nel podcast Domani di Piano P, piattaforma italiana dei podcast giornalistici, insieme a Carlo Annese.
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_di Federica Bassignana
Uscito nelle librerie il settembre scorso, La mattina dopo (Mondadori) è l’ultimo libro dell’ex direttore de La Stampa e Repubblica, Mario Calabresi. Un intreccio di storie e di voci, di tante mattine dopo e di tanto, tantissimo coraggio: il filo conduttore è proprio quel risveglio che rivela un nuovo inizio dopo che la propria vita è stata sconvolta da avvenimenti che arrivano inaspettatamente e, senza bussare, irrompono con forza infrangendo i già delicati equilibri. Dal lutto di una persona cara, a un incidente stradale, a un disastro aereo, a una malattia, alla perdita del lavoro.
Il senso di vuoto del giorno dopo diventa il tremore della vertigine di uno slancio che non conosce ancora la propria direzione. Quello che è certo, però, è che non si può saltare guardando all’indietro. Afferma Calabresi: ‹‹Non guardare al passato con rabbia. Non si può cambiare ciò che è successo. Bisogna farci pace. E prima lo si fa, meglio è››. Lo sguardo rivolto al passato cristallizza l’esistenza negando le possibilità: vivere pensando alla rosa che non colsi, a quello che poteva essere e non è stato, nel risentimento verso ciò che è accaduto, è pericoloso.
‹‹Soffre tutto ciò che cambia››, scriveva Pasolini. E la mattina dopo è la conferma di quel sussulto al risveglio del giorno dopo e attraversa quel dolore del cambiamento fino in fondo, scandendone il ritmo in ogni suo incedere. Il cambiamento è insito nel connaturale svolgimento della vita: nulla rimane fermo e immobile, ma tutto scorre e tutto, inevitabilmente, cambia.
Risvegliarsi, la mattina dopo e ricordarsi che niente è più come prima comporta la fatica di ammettere un da oggi in poi e di concedere un’altra occasione alla propria vita, nonostante e grazie al cambiamento.
‹‹Una cosa l’ho imparata da bambino, – scrive Calabresi – che se i rovesci si impara ad accettarli e si ha pazienza di alzare lo sguardo, allora diventano vere le parole di Leonard Cohen:
There is a crack in everything, that’s how the light gets in››
Un libro che fa riflettere anche, e soprattutto, alla luce degli avvenimenti che stiamo vivendo oggi, quando tutto il mondo si è risvegliato con una consapevolezza diversa del tempo – quello di una pandemia – e dello spazio – quello circoscritto alle proprie mura di casa. Prendendo spunto dalle riflessioni de La mattina dopo, il primo appuntamento del podcast Domani di Piano P, piattaforma di podcast giornalistici, in dialogo con uno dei suoi fondatori, Carlo Annese, vede l’intervento di Mario Calabresi, la persona giusta a cui chiedere, per prima, di immaginare come sarà il giorno dopo la fine di questa pandemia.
‹‹La mattina dopo questa pandemia che ha colpito tutto il mondo, la immagino come un tempo in cui ci vorrà grande pazienza. Un tempo in cui dovremo rimettere a posto i pezzi uno ad uno. Perché purtroppo non ci sarà un interruttore che ci restituirà le nostre vite automaticamente. Non torneremo indietro nè tutto sarà come prima. Ma ci sarà una lenta ricostruzione. Piano piano dovremo riconquistare dei pezzi delle nostre vite e dei pezzi della nostra libertà e il quadro finale sarà diverso.››
Tutto andrà bene non significa che tutto tornerà come prima: ognuno porterà le proprie cicatrici e ognuno cercherà il fascio di luce attraverso le crepe, come cantava Leonard Cohen. Secondo Calabresi l’emergenza sanitaria solleverà nuove consapevolezze: riconoscere la fragilità umana e l’eccezionalità del tempo normale, l’importanza di un sistema sanitario efficiente e la prevenzione, l’attenzione all’ambiente e la fiducia nelle competenze degli esperti.
Nel podcast, si ragiona anche sulle prospettive del giornalismo orientato non solo verso l’immediatezza del tempo reale notizia, ma anche verso il giornalismo del giorno dopo – un racconto molto pensato e poco urlato, afferma Carlo Annese – che offre punti di vista ed elementi per comprendere meglio gli avvenimenti. Per questo motivo Calabresi ha scelto una nuova forma di informazione – secondo un’idea più lenta del tempo che permette prima di capire e poi di spiegare – della newsletter Altre Storie.
In questo primo podcast in cui si parla di fiducia, di presa di coscienza, di immaginare il da oggi in poi della mattina dopo la fine della pandemia, si parla anche di speranza, di prospettive future, di riconoscere la vita che continua a scorrere e di come anche piantare una vigna in questi tempi corrisponde a un paziente gesto di amore per il domani.
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