Nell’orbita degli eveti targati MITo Settembre Musica, il primo appuntamento di TorinoDanza lascia a bocca aperta per la precisione millimetrica della coreografia, la potenza della composizione musicale e la solennità dei movimenti dei monaci Shaolin.
_ di Elena Fassio
Sutra. In sanscrito significa filo, ma nella storia del pensiero orientale si è evoluto in significati che oscillano tra aforisma, insegnamento, canone.
Sutra è uno spettacolo creato nel 2008 da Sidi Larbi Cherkaoui con diciannove monaci del tempio buddhista cinese Shaolin: tutto nasce nel 2007, quando il coreografo e ballerino Sidi Larbi Cherkaoui entra in contatto per la prima volta con i monaci di Shaolin. L’incontro con una nuova forma di spiritualità, di cura dell’io e dell’altro impressiona talmente tanto Cherkaoui da spingerlo a raccontare il suo percorso in uno spettacolo destinato a diventare un cult.
Invita Antony Gormley a creare la scenografia e il giovanissimo compositore polacco Szymon Brzóska a curare la musica dal vivo. Sutra nasce e cresce a stretto contatto con i monaci, un viaggio condiviso di scambio culturale e sociale, un universo artistico che parla della vecchia e della nuova Cina, di trasformazioni, giochi e danza.
In scena 21 casse di legno che vengono spostate come tessere del domino, creando muri, ponti, forme immaginarie. Le scatole, spostate come estensioni del corpo, trasformano continuamente il palco: diventano armadi, letti, bare, mattoni per costruire Stonehenge, un fiore di loto, una foresta. In questo spazio razionale e geometrico, danza contemporanea occidentale e arti marziali orientali si incontrano sprigionando tutta la loro eleganza, forza e rigore. La precisione del gesto è sostenuta dalla pratica meditativa e dalla comunione con la natura.
Lo spettacolo riassume anche il punto di snodo culturale nel quale il coreografo belga di origine magrebina si colloca, ponendo al centro il suo percorso personale e l’impegnativa scalata emotiva e spirituale verso la comprensione del ruolo del monaco.
Il tempio di Shaolin, dal quale provengono tutti i monaci impegnati in Sutra, è situato vicino alla città di Dengfeng, nella provincia cinese di Henan, e fu fondato nel 495 d.C. Nel 1983, il consiglio di Stato cinese definì il tempio di Shaolin come il principale tempio buddista nazionale.
I monaci che lo abitano seguono una rigorosa dottrina buddista. Kung fu e tai-chi sono parte integrante della loro pratica quotidiana. Il movimento è un mezzo per incanalare l’energia spirituale e un’occasione per impossessarsi della saggezza della natura attraverso le incarnazioni in animali: mantidi religiose, scorpioni, pantere, aquile, rane, gatti, gru, serpenti.
Richiamando questa comunione il festival TorinoDanza ha dedicato quest’anno molto spazio al vivere la natura, con coreografie site-specific in montagna, e al salvaguardarla, regalando all’entrata borracce e matite piantabili da cui nasceranno fiori.