Giovedì 4 luglio c’è stata la presentazione del primo graphic novel di Rita Petruccioli, già disegnatrice di Frantumi, intitolato Ti chiamo domani ed edito da Bao Publishing. Ad accompagnarla nella lunga chiacchierata presso IGOR, il cuore di libri di Senape, vivaio urbano di Bologna, è stata Julie Maroh, autrice francese del pluripremiato “Il blu è un colore caldo”.
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_di Lorenza Carannante
Quali sono le nostre certezze? Di cosa siamo realmente sicuri? Ti chiamo domani di Rita Petruccioli è un graphic novel che s’interroga anche e soprattutto su questo. Lo scorso giovedì c’è stata la presentazione del volume edito da Bao Publishing presso la libreria IGOR, nodo intellettuale e piccola biblioteca interna a Senape, il vivaio che sorge in uno dei luoghi più frequentati del centro storico bolognese, il Pratello. Qui, insieme a Julie Maroh, autrice de Il blu è un colore caldo, l’autrice romana ha raccontato il suo lavoro (spoiler compresi) ad un pubblico folto, vario e molto interessato. Le due ore trascorse insieme sono volate, tra una piantina (molte delle quali già in plant-sitting per l’estate caldissima alle porte), gli accenti sbagliati della Maroh e gli innumerevoli dubbi che l’albo pone.
Quello raccontato dalla Petruccioli nel suo albo non è solo un viaggio in camion come potrebbe intuirsi dalla copertina. Il viaggio c’è, naturalmente, e da Tolosa arriva fino alla Sabina, ma non è questo il punto: il punto è il rapporto che viene ad instaurarsi tra il conducente, Daniele, e Chiara, la giovane protagonista. I due non si conoscono, eppure durante questo viaggio avranno modo di dialogare con un’apertura mai sperimentata precedentemente. Da un lato, una ragazza che ha appena subito una violenza e ha deciso di rivoluzionare radicalmente la propria vita, dall’altro, un camionista con un dolore familiare alle spalle. E infine la consapevolezza, come sostiene l’autrice durante la presentazione, che questo non è un libro sulla violenza, ma sul senso di sicurezza e sul fatto che non è dove pensi di essere al sicuro che sei al sicuro, e non è dove pensi di essere in pericolo che sei in pericolo.
Rita Petruccioli racconta di come sia nato questo graphic novel, e di come sia stato difficile rendere graficamente certe verità, certe situazioni particolarmente scomode. Quelle raccontate dai due protagonisti sono due storie personali e sentimentali che, raccontate ad alta voce, fanno capire a entrambi che a volte bisogna guardarsi con gli occhi di un altro, per decidere che qualcosa deve cambiare.
È evidente inoltre il cambiamento dal suo primo lavoro, Frantumi, di cui era solo disegnatrice. Come racconta, in Ti chiamo domani ha applicato gli insegnamenti e tutto ciò che aveva imparato, trasponendo la logica del primo progetto in una realtà esclusivamente emozionale, tant’è che nella nuova pubblicazione a prevalere sono i silenzi, rapporto empatico suggerito anche dalla stessa copertina.
A porre l’ultima domanda dopo le curiosità del pubblico è proprio Julie Maroh: “Se il tuo fumetto potesse essere una musica, che musica sarebbe?” Senza esitare Rita Petruccioli risponde: “Sicuramente Come deve andare degli 883. Uno dei miei primi viaggi verso la Francia è stato molto simile a quello di Chiara, in camion. Io mi aspettavo dei cambiamenti drastici e repentini da ogni punto di vista, ero già proiettata all’estero. Invece il conducente era romano e l’unico cd che aveva era una raccolta degli 883: da allora quei ricordi, così come la storia del viaggio di Chiara, sono legati a quelle melodie, che mi riportano sempre ai miei luoghi d’origine…!”.