[INTERVISTA] I Lussac ci portano tra New Wave, Anni 90 e T-Rex con il nuovo pezzo “Jurassic Park”

Abbiamo scoperto i Lussac nel corso di una serata organizzata dalla crew torinese di Dotto in tandem con Hashima. Sono di Torino e suonano indie-rock a forti tinte new wave. Il collettivo formato da Tancredi Crepax, Lorenzo De Pasquale e Peter Simoni torna a far parlare di sé con un singolo dal titolo “Jurassic Park”. Ci siamo fatti raccontare meglio il loro progetto e la loro idea di musica, in una giornata calda di maggio, all’interno di un parco divertimenti a tema – ovviamente dinosauri.

Foto e intervista a cura di Camilla Ferrero e Lorenzo Maccarrone

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Per prima cosa, premete play e ascoltate la nuova canzone firmata Lussac:

Perché il nome Lussac?

A dire il vero è un mistero anche per noi, il nome è nato tanto tempo fa intorno al 2013, ancora prima che il gruppo prendesse forma, ma nessuno si ricorda come o perché. Suonava inspiegabilmente bene, ma non ha un vero e proprio significato.

Raccontateci qualcosa di più su “Jurassic Park”.

Jurassic Park è nata la scorsa estate da un semplice riff di chitarra da cui ha preso vita l’intera canzone, era la prima volta che ci approcciavamo alla scrittura dopo essere rimasti in tre (dopo l’abbandono da parte del nostro ex-bassista), il risultato ci ha subito convinto e abbiamo deciso di registrarla immediatamente senza troppi ripensamenti.
C’era l’idea di ispirarsi ad uno stile anni ‘90, sia per quanto riguarda il suono che per i riferimenti testuali, siamo nati tutti e tre tra il ‘96 e il ‘97, Jurassic Park è stata un’icona di quel periodo ed inevitabilmente ha fatto parte della nostra infanzia.

 

Ascoltandola potrebbe benissimo far parte della colonna sonora del film.

All’interno della canzone non mancano citazioni dal film e un paio di campionamenti come i raptor e un dialogo sulla teoria del caos.
Il testo è un flusso di coscienza sul tema del pericolo e della frustrazione che deriva dall’essere sinceri con il proprio cervello e nelle relazioni. Jurassic Park è un luogo di cui si ha paura e dal quale si prova a fuggire, la rappresentazione di ciò che ci spaventa.

Vi sentite più predatori o prede?

Ci piace pensare di essere uno strano ibrido che ogni mattina si sveglia e sa di dover scappare da sé stesso. Brutte battute a parte diremmo prede consapevoli, l’istinto killer lo lasciamo ai dinosauri.

 

Il mondo della musica ormai gira sempre più spesso intorno a cantanti solisti, forti di essere dei personaggi. Com è essere una band nel 2019?

Non pensiamo serva essere necessariamente dei “personaggi” nel mondo della musica, sicuramente aiuta. Vediamo tanti artisti mettere in primo piano l’immagine rispetto al contenuto ma è una cosa che non ci ha mai toccato più di tanto, ci sentiamo a nostro agio con quello che siamo.
C’è qualcosa nell’accettare di essere quello che si è senza doversi snaturare o cadere in stupidi cliché che ci ha sempre dato la possibilità di esprimerci come volevamo, senza vincoli o pressioni, per questo continuiamo su questo percorso.


 

Quali sono le band a cui vi ispirate?

Non abbamo mai nascosto la nostra ammirazione per diversi artisti contemporanei da cui possiamo solo imparare, Foals Interpol e The National su tutti, dal passsato prendiamo ispirazione da gruppi anni ‘80 come New Order, Tears for Fears e Ultravox.

Da sottolineare anche il lavoro visivo curato da Francesco Ferrero, ex frontman del gruppo, che ora si occupa della direzione artistica. L’immaginario del tubo catodico è da sempre stato il catalizzatore di un intera generazione, capace di risucchiare pomeriggi interi e imprigionarci tra un white noise e un test pattern di barre colore.

Ascolta qui i loro pezzi: Spotify Lussac

Visita il loro profilo Instagram qui.