Abbiamo intervistato Riccardo Cataldi, social media manager della Fandango Libri che ci ha raccontato origini e curiosità della casa editrice romana.
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_di Roberta Scalise
Tempo di celebrazioni per la Fandango Libri, casa editrice indipendente – e costola dell’omonima casa di produzione cinematografica – che, sorta nel 1999 per merito di Domenico Procacci, festeggia, quest’anno, i suoi due primi decenni di vita editoriale: 20 anni intensi e costellati di successi e profonde soddisfazioni, di cui ci ha svelato aneddoti e curiosità il social media manager della medesima, Riccardo Cataldi.
Com’è nata la Fandango Libri? Qual è la filosofia alla base della sua genesi? E qual è stato il percorso che ha condotto alla sua realizzazione effettiva?
Fandango Libri è un marchio del gruppo editoriale indipendente Fandango, il quale comprende anche Becco giallo e Playground. La casa editrice ha visto la sua genesi nel 1999 per merito di Domenico Procacci ed è legata all’omonima casa di produzione cinematografica, di cui condivide i valori dell’antifascismo e del rispetto nei confronti delle diversità.
Valori fondanti di cui quest’anno abbiamo, inoltre, festeggiato i 20 anni in occasione del Salone Internazionale del Libro e in compagnia dei suoi soci fondatori, ossia Alessandro Baricco, Sandro Veronesi ed Edoardo Nesi, con cui Fandango Libri ha pubblicato, tra gli altri, John Cheever e ha tradotto, per la prima volta in Italia, “Infinite Jest” di David Foster Wallace.
Quali sono i membri principali della casa editrice e quali ruoli ricoprono?
I componenti sono sostanzialmente sette: la direttrice editoriale Tiziana Triana; la direttrice commerciale Maria Grazia Zulli; l’editor Lavinia Azzone; l’ufficio stampa Sabina De Gregori; la redattrice Manuela Maddamma; l’assistente alla direttrice commerciale Silvia Paino; e il social media manager Riccardo Cataldi.
Quali sono, poi, le collane caratteristiche del catalogo e quali gli aspetti peculiari di ciascuna?
Fandango Libri pubblica fiction e non fiction italiana e straniera. Pertanto, le collane principali sono primariamente due: la “Documenti”, che si occupa, appunto, di saggistica; e la stessa Fandango Libri, concernente la narrativa.
Tra gli autori e le autrici di narrativa straniera, poi, rappresentano un fiore all’occhiello: Harold Brodkey; Mariella Mehr; James Baldwin; Eleanor Catton; Nawal el Saadawi; Philippe Forest.
Tra quelli di non fiction spiccano, invece: Lydia Cacho; Horacio Verbitsky; Paul B. Preciado; Pinar Selek; e Garry Kasparov.
E, ancora, quale rapporto essa intende intrecciare con il territorio di provenienza/destinazione e quali iniziative propone per coinvolgere il pubblico?
Lavoriamo molto con le case editrici indipendenti site in diverse città italiane, con le quali, nel corso degli anni, si è instaurato un legame particolarmente saldo: è bello, infatti, coinvolgere queste piccole realtà capaci di regalare al territorio la bellezza insita nel parlare e conoscere i libri.
Inoltre, organizziamo numerose presentazioni letterarie e presenziamo a molteplici fiere, quali il Salone Internazionale del Libro di Torino, il Book Pride di Milano, Più Libri Più Liberi di Roma e Una marina di libri di Palermo: ci muoviamo molto, quindi, sia sui social, sia sul territorio, coinvolgendo fisicamente la nostra comunità, costantemente in crescita.
Qual è la maggiore soddisfazione raggiunta finora – a proposito di autori, titoli, riconoscimenti et similia?
Le soddisfazioni sono tante, ma, restringendo il campo all’anno scorso, si potrebbe citare la meravigliosa serata di giugno del Festival Letteratura di Massenzio con Paul B. Preciado, senza dimenticare, poi, la pubblicazione di alcuni tra i romanzi più importanti del nostro catalogo: “La casa sul Bosforo”, di Pinar Selek; “Se la strada potesse parlare”, di James Baldwin; “Piena”, di Philippe Forest; e “Carnaio”, di Giulio Cavalli. Grandi protagonisti, Selek, Forest e Cavalli, anche della fiera romana Più Libri Più Liberi.
Tanti, poi, anche i riconoscimenti che hanno costellato il 2018, tra cui: il Premio Comisso a “La casa dei bambini”, di Michele Cocchi, e il Premio Croce per la scrittura giornalistica a “Bellissime”, di Flavia Piccinni – ora in libreria con “Nella setta”, insieme a Carmine Gazzanni.
Avete, invece, qualche aneddoto curioso/simpatico/emozionante che ha interessato la casa editrice e/o i suoi componenti?
A proposito di aneddoti emozionanti, sarebbe impossibile non richiamare alla memoria la bellissima festa organizzata all’Hiroshima Mon Amour di Torino in occasione dei nostri primi 20 anni: un momento significativo, in cui erano presenti lettori, giornalisti, autori, blogger. Tutti riuniti per fare il tifo a questo meraviglioso ventennio. Molto commovente.
E, infine, quali sono i progetti futuri e i “sogni nel cassetto” – a proposito di pubblicazioni, collane, autori da coinvolgere et similia – della Fandango Libri?
I progetti futuri, come i sogni, sono così tanti che sarebbe impossibile esaurirli tutti in una frase, ma lavoriamo sodo ogni giorno affinché si possano realizzare. La meravigliosa programmazione editoriale di quest’anno, tuttavia, che vanta, tra gli altri, titoli quali “Il sentimento del ferro”, di Giaime Alonge, ed esordi letterari del calibro di “Febbre”, di Jonathan Bazzi, rispecchia perfettamente la nostra aspirazione e voglia di crescere.