Lo scorso 21 marzo BAO Publishing ha pubblicato il secondo volume di AlbHey Longo, Sfera, graphic novel sulla crescita, su questi tempi precari, sull’essere artisti. E sulle insicurezze legate alla creatività.
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_di Lorenza Carannante
La creatività è una tematica universale ma anche molto delicata da affrontare. Spesso si sente parlare d’arte senza una reale cognizione di causa, sfociando in discorsi privi di effettive fondamenta. Il 21 marzo BAO Publishing torna in libreria con una graphic novel incentrata proprio sul senso di fare arte in quest’epoca apparentemente spoglia di sentimenti reali e tangibili. Sfera è il titolo del nuovo albo di AlbHey Longo, classe ’93, già autore per BAO de La quarta variazione, sua opera prima che affronta invece la crisi di un adolescente alle prese con quel faticoso ponte temprale che dalla fine del liceo catapulta nei dubbi dell’età adulta.
Con Sfera l’autore si fa più maturo, cosa evidente già dalla necessità di raccontare qualcosa di altro rispetto a un’esperienza che poteva essere – all’epoca del primo albo – personale. I due protagonisti adesso sono Chiara e Damiano, due giovani alle prese con il mondo del lavoro, la sopravvivenza, l’indipendenza: entrambi alla soglia dei trent’anni, infatti, scrivono per alcune realtà giornalistiche, grazie alle quali si incontreranno. Lei col sogno nel cassetto di diventare un’artista; e lui con un potere strano quanto efficace per rendere indelebile nel tempo il loro rapporto. Diventeranno così un duo di artisti di fama mondiale; ma le insicurezze, si sa, sono sempre pronte a farsi avanti, costringendoli a separarsi. Ma solo agli occhi degli altri.
In questo suo secondo lavoro, AlbHey Longo ha affinato il suo stile, rendendolo perfettamente coerente con la narrazione. I colori, di una brillantezza quasi pop, sono equilibrati e mai eccessivi, come i dialoghi leggeri e continuativi, senza troppi rimandi. Ad accompagnare il lancio del fumetto, una playlist su Spotify che – come dice l’autore – non serve tanto come colonna sonora, ma per trattenere nel lettore il mood dell’intera storia, così da poterla rivivere anche solo ascoltando.
Quella che si è posto l’autore è una sfida che è stata scremata e affrontata in modo decisamente interessante. La tematica della creatività, come quella delle insicurezze generazionali, dei Millennials, del social, dell’arte e dell’indipendenza, si intrecciano perfettamente, creando una lettura che provoca tanti interrogativi, è vero, ma anche sorrisi pieni di speranza in coloro che, con dedizione, sono pronti ad affrontare questi tempi.