A teatro con i Miserabili le storie di un’umanità solidale

Luca Doninelli riscrive Les Miserables, al Carignano fino al 30 gennaio, in maniera molto toccante, dando la sensazione di un fiume in piena.


_di Elena Fassio

La colpa di Jean Valjean, enfant de la rue, è stata quella di aver rubato un pezzo di pane. Da lì un susseguirsi di fughe e catture, che gli impediscono di andare a scuola, poi di trovare un lavoro, fino a spingerlo sempre più giù nel crudele baratro della vita da miserabile. E con lui una marea di altri personaggi che affollano la Parigi del 1820, che cercano di tirare avanti come possono, chi sacrificandosi fino allo stremo come Fantine, chi rubando e truffando come la banda di Thénardier.

Poi il cambio di rotta: l’incontro con un sacerdote fa diventare Jean Valjean l’uomo buono e onesto che lo spettatore incontra già dall’inizio dell’opera. Sindaco senza macchia di un piccolo paesino francese, attento ai suoi cittadini e ai più poveri, Jean ha cambiato nome, ma viene comunque perseguitato dall’ispettore Javert, che non accetta che il suo mondo di leggi impassibili venga modificato, neanche se in meglio.

Mentre infatti Javert è convinto che “è facile essere buoni, il difficile è essere giusti”, Jean ha provato sulla sua pelle che “non sempre gli uomini giusti sono uomini buoni”. Il delinquente, generoso e solidale, stravolge l’universo binario di Javert restando super partes, non parteggiando né per i buoni né per i cattivi, ma per l’umanità. “Non sono i galeotti a fare le galere, ma le galere a fare i galeotti”, ricorda Hugo per bocca di Valjean.

In questo monumentale romanzo corale, Victor Hugo racconta le storie – che a volte stentano ad essere definite “umane”, ma tornano ad esserlo grazie all’intervento di Jean – di Fantine, che muore per sua figlia Cosette, a sua volta allevata e amata come una figlia da Jean, del poeta rivoluzionario Marius, del perfido Thénardier che inspiegabilmente riesce a crescere, in completa povertà, due figli nobili di spirito e onesti, Eponine e Gavroche, entrambi morti negli scontri del 1848.

Luca Doninelli riscrive Les Miserables, al Carignano fino al 30 gennaio, in maniera molto toccante, dando la sensazione di un fiume in piena. La regia è affidata a Franco Però e il personaggio di Jean Valjean, simbolo universale del riscatto dei reietti, a Franco Branciaroli: insieme hanno dato alla luce un racconto, una sinfonia umana, che fa bene all’anima e ricorda – in ogni periodo storico – che a volte disobbedire alle leggi è un dovere.

Photo by Simone Di Luca