[INTERVISTA] Clavilux Edizioni: casa editrice cuneese attenta al “chilometro zero”

Il nome trae ispirazione dall’organo di Thomas Wilfred, capace di emettere contemporaneamente suoni, profumi e odori: anche la Clavilux Edizioni si propone, da venti anni, di diffondere una moltitudine variegata di colori, voci e storie originali.

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_di Roberta Scalise

Una “grande passione per piccoli autori”: definisce così la propria anima la Clavilux Edizioni, “piccola” casa editrice di Moretta (Cuneo) che, da venti anni, si propone di dare voce non solo agli autori e alle storie locali, ma anche alla narrativa d’infanzia e al settore didattico, sempre sospinta dalla volontà di offrire un lavoro caratterizzato da una cura meticolosa e da un’attenzione peculiare ai dettagli.

Ne abbiamo parlato con Chiara Saccheggiani, docente, scrittrice e curatrice dei testi trattati dalla Clavilux Edizioni, di cui ci ha svelato genesi, qualità e aneddoti.

Com’è nata la Clavilux Edizioni? Qual è la filosofia che sottende la sua genesi e quale, inoltre, il percorso che ha portato alla sua realizzazione effettiva?

Clavilux Edizioni è nata esattamente venti anni fa da una passione comune nei confronti del mondo dei libri e dell’editoria: nessuno di noi, infatti, aveva esperienza in questo genere di attività. L’idea, dunque, è sorta da due dei nostri soci, uno dei quali ha proposto il nome, originariamente affidato all’invenzione di Thomas Wilfred: presentato nel 1922 al Neighborhood Playhouse di New York City, il “clavilux” è un organo che, grazie a un particolare e complicato meccanismo di schermi opachi, trasforma in luci e immagini le frequenze sonore prodotte dalla musica. Tra i nostri obiettivi principali, inoltre, anche quello di valorizzare gli scrittori locali, come si evince dal primo libro pubblicato, Storie di “masche”, braccianti e vagabondi, raccolta di storie realmente verificatisi nel nostro territorio.

Quali sono i membri della casa editrice e quali ruoli ricoprono?

Inizialmente, eravamo una combriccola di cinque soci, ciascuno rispondente a un’attività diversa e a un ruolo preciso all’interno della casa editrice. Con il tempo, tuttavia, la società si è assottigliata, principalmente per motivi di natura professionale, pur mantenendo tutti i membri vicino alla stessa. Il “nocciolo duro” è costituito, ora, da tre persone: Luca, che cura la parte amministrativa e contabile e il rapporto con impaginatori e tipografi, le vendite online e – insieme a Lucia – le relazioni con le librerie; e me e Lucia, che curiamo i testi, la seconda con la scure, io con il miele per addolcire. Abbiamo, poi, un piccolo comitato di amici-lettori che collaborano occasionalmente, correggendo ciò che è sfuggito alle ripetute letture, esprimendo pareri ed elargendo consigli, sempre preziosi. La cosa curiosa, però, è che loro non sanno di appartenere a un comitato!

Quale rapporto essa intende intrecciare sia con il territorio di provenienza, sia con quello di destinazione, e quali iniziative propone per coinvolgere il pubblico?

Il rapporto con la nostra realtà locale è, da sempre, molto stretto e affiatato: la maggior parte dei nostri autori, infatti, vive e opera nella provincia di Cuneo. Organizziamo, inoltre, le presentazioni dei nostri libri collaborando non solo con i Comuni di provenienza degli scrittori, ma anche con associazioni culturali, enti e biblioteche. Partecipiamo, poi, volentieri a iniziative benefiche nelle quali doniamo alcune delle nostre pubblicazioni, e siamo parte di un’associazione di piccoli editori piemontesi – Prontolibri –, con cui presenziamo a numerose mostre ed esposizioni, tra cui il Salone Internazionale del Libro di Torino, Portici di Carta e la blasonata Buchmesse di Francoforte.

Qual è, ancora, la più grande soddisfazione raggiunta finora – in merito a libri, titoli, riconoscimenti e simili?

In questi primi venti anni di vita, ognuno di noi ha avuto le sue piccole grandi soddisfazioni: io, per esempio, ho pubblicato due libri di taglio scolastico, che hanno ottenuto riscontri lusinghieri (di cui uno è stato anche adottato in una scuola di cinema); Lucia, invece, mette al primo posto quello che lei definisce un “libro-terapia”, ossia Guatemala, la divina tragedia, il quale ha riscosso successo ancora prima di essere pubblicato (in Guatemala) perché meritevole di aver ridato forza e speranza a un giovane scrittore piegato da una malattia colpevole di avergli sottratto sogni e obiettivi – la cosiddetta “potenza della scrittura”! Siamo orgogliosi, inoltre, anche del nostro “respiro internazionale”, che trova sfogo nella pur minuscola sezione in lingua spagnola – la quale, però, si arricchirà presto di una raccolta di poesie –, della terza ristampa del sopracitato Storie di “masche”, braccianti e vagabondi e del nostro autore Piero Strobino, punto di forza del catalogo della Clavilux. Altri due filoni ci hanno, infine, regalato molteplici soddisfazioni: il mototurismo e le esperienze didattiche.

Sussiste qualche aneddoto curioso, simpatico e/o degno di nota che abbia interessato la casa editrice o i suoi componenti?

Sì, recentemente abbiamo avuto l’onore di presentare un nostro testo al Senato della Repubblica: Soffio di vento di Andreina Tarasco. E, nella medesima occasione, alcuni libri del nostro catalogo sono stati donati alla Biblioteca del Senato: evento di cui siamo assolutamente fieri. La nostra autrice, poi, ha anche promosso l’inaugurazione di una panchina gigante di colore rosa a Canale, in località Madonna dei Cavalli, quale emblema di speranza e fiducia nella lotta contro i tumori femminili. La nostra attività, dunque, ci consente di fare incontri “speciali” e di intrecciare legami, amicizie e relazioni che ci procurano la carica e l’entusiasmo necessari ai fini del proseguimento della strada intrapresa.

Quali sono, per concludere, i progetti futuri e i “sogni nel cassetto” della Clavilux Edizioni?

Ci auguriamo che il migliore tra i nostri autori, Andrea Roano, penna gialla – ma di un giallo chiaro – di raro talento, colorata di una singolare filosofia di vita, diventi un best-seller, e che, prima o poi, la Clavilux riesca a pubblicare un libro fotografico in bianco e nero. In ogni caso, siamo strenuamente intenzionati a continuare a scoprire e a valorizzare scrittori locali di talento che, altrimenti, non potrebbero godere di alcuna visibilità.