Dopo il ritorno di pista di Crash Bandicot, l’amarcord videoludico continua con le nuove avventure del draghetto viola che ha marchiato a fuoco la generazione millennials.
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_di Mattia Nesto
Il giorno della morte di Stan Lee, il papà di grosso modo quasi il 30% del nostro immaginario pop, abbiamo messo le mani su Spyro: Reignited Trilogy (ovvero il remake dei primi tre, iconici, videogiochi usciti per Playstation (Spyro the Dragon, Spyro 2: Gateway to Glimmer e Spyro: Year of the Dragon) con protagonista il draghetto viola più amato del mondo videoludico. Per chi è cresciuto negli anni Novanta Spyro, assieme a Crash e Lara Croft rappresentava gli alfieri del neonato tema Sony Playstation che, seppur apparso sul mercato videoludico quasi all’improvviso, si contrapponeva, in un ideale derby, a Mario, Link e Donkey Kong al team Nintendo 64 (e dire che pochi anni prima dell’uscita della prima console di casa Sony sarebbe dovuta uscire un’inedita console unitaria, la famosa Nintendo Playstation che non ha però mai visto la luce).
Uscito nel 1998 il primo capitolo della trilogia Spyro The Dragoon si è subito imposto nell’immaginario collettivo come un titolo non soltanto freschissimo e coloratissimo ma anche davvero divertente. Infatti per la prima volta, con quel feeling unico che solo la console grigio-topo di casa Sony ti dava, si poteva impersonare un giovane drago in grado non soltanto di svolazzare di qua e di là ma anche e soprattutto di incornare i nemici e di arrostirli con il proprio soffio infuocato. I due capitoli successivi (più il secondo del terzo) hanno poi sancito l’ingresso stabile di Spyro nell’Olimpo degli eroi Playstation che però, nel passaggio dalla 1 alla 2, hanno avuto tutti la stessa “fine”. Passati ad un modo di fare i videogiochi più maturi e meno fumettosi e giocosi di prima (influenzati grandemente dalle scelte stilistiche di casa Nintendo), gli sviluppatori Sony hanno via via relegato i vecchi eroi in cantina per fare posto a nuove ep, come il Kratos di God of War molto più mature e dure. Eppure in questi ultimi anni, è la remasterd della trilogia originario di Crash Bandicoot lo conferma, si sta operando ad una riscoperta che ha giustappunto portato a questo Spyro: Reignited Trilogy.
Ma allora com’è questo remake realizzato dal team di Toys for Bob, sotto la supervisione di Activision? Semplicemente incredibile. Il risultato a livello estetico sulla Playstation 4 è, letteralmente, una festa per gli occhi e un sicuro attacco di nostalgia per tutti gli appassionati cresciuti con titoli del genere. I colori sono più vividi che mai, le espressioni e le animazioni del draghetto assolutamente irresistibili e, soprattutto, quasi ogni skin presente nei vecchi giochi è stata completamente rifatta e in molte occasioni ripensate. Difficilmente sul mercato odierno si vedono remake così ben fatti (e in tal senso fa ben sperare per l’altrettanto attesissimo reamake di Medieval, non vediamo l’ora!).
Il nuovo motore grafico ben si adatta agli standard moderni ma non è soltanto un miglioramento grafico quello che si vede sullo schermo. Infatti, pad alla mano, si ritrova tutto il piacere a giocare ad un platform sì vecchia maniera ma anche, grazie al lavoro di fino di ristrutturazione e ripensamento di alcuni meccanismi, trova nuova linfa e porta il videogiocatore a divertirsi come non mai. Anche il doppiaggio in italiano fa il suo buon lavoro, anzi ottimo, perfetto nell’adattarsi al mood scanzonato e irriverente dei tre titoli.
Certo non stiamo parlando di un gioco profondo o chissà con quale trama ma non è questo che ci importa. Quello davvero importante, non soltanto a livello consumistico ma proprio a livello artistico, è constatare come il lavoro fatto dagli sviluppatori sia stato enorme e non ci siano stati dubbi o tentennamenti nel rischiare di modificare qualcosa dai titoli originali per portare nelle nostre case un prodotto migliorato, sotto tutti i punti di vista.
Certo il gioco è sempre lo Spyro che conosciamo e sicuramente per chi non apprezza titoli del genere con questo remake non troverà grosse possibilità di cambiare idea. Ma crediamo altresì che sarebbe stato profondamente sbagliato rinnegare le basi di una legacy di così alto successo. Anzi il fatto che nella stessa “generazione” videoludica possano uscire, nello stesso periodo, titoli come, giusto per fare qualche esempio conosciutissimo, Red Dead Redemption 2 e God of War da un lato e dall’altro Forza Horizon 4 o questo remake segnalano come questo mondo sia ad alto tasso di creatività e in grado, oggi più che mai, di sfornare grandi titoli uno diverso dall’altro.
La sensazione che avrete quando inizierete a giocare è difficilmente spiegabile ma l’intensità è elevatissima. Se dovessimo fare un paragone azzardato, più mosso dall’affetto e dalla sincera passione che ci muove questo titolo, sarebbe quello con Toy Story 3. Nonostante infatti il primo film Pixar sia inarrivabile per l’impatto ai tempi, il terzo episodio si è saputo re-inventare senza snaturarsi, abbracciando la tradizione ma innovandola con grazia, eleganza ed arte.
Allo stesso modo si sono comportati gli sviluppatori di questa Spyro: Reignited Trilogy che sono stati coraggiosi, ispirati e rispettosi dell’originale (ricostruendo a zero tutte le cinematic e realizzando un nuovo design per praticamente tutti le creature del gioco). I ragazzi di Toys for Bob sono stati dei draghi insomma e il loro fuoco ci scalderà nei nostri pomeriggio e nelle nostre nottate passate con il draghetto viola dalle corna dorate.