Sabato 27 il Retronouveau di Messina ha ospitato una delle due date siciliane del lunghissimo”Criminal tour” del progetto post-punk di Luis Vasquez, aka The Soft Moon.
Un’atmosfera calda avvolge il Retronouveau di Messina, nonostante fuori la pioggia inarrestabile impazzi. Il locale è pieno a tappo di autoctoni e di rappresentanze di altre province in trasferta per quella che è una delle due date isolane del “Criminal Tour” di Luis Vasquez e del suo progetto “The Soft Moon”.
La band era già approdata in Sicilia nel 2015 in occasione della preview di Zanne Festival a Catania in concomitanza con l’uscita del terzo album “Deeper”. In questi 3 anni il pubblico che lo segue sembra essersi ingrossato e così pure gli estimatori tra i colleghi musicisti, come Robert Smith che lo ha invitato ad esibirsi al suo Meltdown festival la scorsa estate o i NIN per i quali aprirà due date del “Cold and Black and Infinite” tour previsto per dicembre.
In una coltre di fumo le coordinate del concerto si definiscono fin da subito con “Deeper”. Gli strumenti percussivi sono una presenza importante sul palco (come l’immancabile bidone metallico), e Luis Vasquez se ne serve, coadiuvato dal batterista, come a sferzare dei pensieri incontenibilmente angoscianti che a tratti riescono a filtrare da vocalità sbrindellate ma dall’incredibile potenza espressiva.

Il musicista americano con l’ultimo album “Criminal” va ancora più deeper nel doloroso ma necessario lavoro di scavo interiore, alla ricerca dei propri fantasmi e dei modi per liberarsene; il cantato si concede di più e si fa più organico, pur mantenendo la cifra distintiva di una soffocante ossessività, mentre il soundscape post-punk a tinte scurissime continua a trarre linfa vitale dall’elettronica, ricordando certi Nine Inch Nails.
L’intero live scorre da un pezzo all’altro senza alcuna pausa, come un lungo “scream of consciousness”, dove i demoni interiori si trovano coinvolti in una danza tribale all’ombra delle proprie coscienze, preliminare, forse ad una qualche forma di catarsi.
A questo rito abbiam partecipato in molti, al Retronouveau, evidentemente pronti ad affrontare il “dark side” non solo di Vasquez ma di ognuno di noi ed emergerne illuminati.