[INTERVISTA] Futura 1993: la radio on the road che fotografa la musica indie

Da qualche mese a questa parte OUTsiders Webzine ha occhi e orecchie nei backstage dei festival italiani più caldi: Futura 1993 sta raccogliendo per noi ricordi su pellicola e fiumi di parole degli artisti  del momento. È arrivato quindi il momento di presentarvi Giorgia e Francesca, il nostro sguardo indiscreto sul panorama musicale nostrano (e non solo).


_di Alessia Giazzi

Due ragazze appassionate di musica, una trasmissione radiofonica, il racconto dei festival italiani attraverso i loro protagonisti: queste sono solo alcune delle sfaccettature di Futura 1993, ma qual è sua vera anima?

Giorgia: Futura nasce con l’intento di fare qualcosa di innovativo, che prima non c’era. Francesca è una speaker da diversi anni, io scrivo di musica e intervisto da altrettanto tempo: abbiamo unito le nostre passioni e forze… non poteva uscirne fuori nient’altro che qualcosa di speciale. Futura in realtà è più cose allo stesso tempo. C’è chi ci definisce come la vertebra di un ufficio stampa, chi ci adotta come media partner… in realtà non è semplicissimo da spiegare, ma sicuramente l’anima del progetto sta nella passione che mettiamo nel raccontare la musica che ci piace e gli eventi di incredibile qualità in cui crediamo tantissimo.

Francesca: Io e Giorgia non ci conosciamo da molto tempo eppure nella nostra mente Futura aveva già preso forma prima che ce ne rendessimo conto; un progetto dai confini volutamente labili e dalle forme mutevoli che assorbe spunti e stimoli dalla realtà circostante arricchendosi di giorno in giorno di sfumature sempre nuove. Quando ci chiedono cos’è Futura, non ti nascondo che non è facile trovare le parole giuste, quelle che riescono a dare una sintesi di ciò che per noi oggi è il progetto e di cosa desideriamo diventi in un futuro spero non troppo lontano. Futura è la voglia di raccontarsi e di raccontare il mondo della musica avvalendosi di strumenti propri della nostra quotidianità: la radio, una macchinetta analogica e il nostro smartphone.

Ph. Alfredo De Filippi

Un progetto e un naming che ci riportano a uno dei bolognesi più illustri della musica italiana. “E se è una femmina si chiamerà Futura”, coincidenze?

Giorgia: no, nessuna coincidenza! Il nome è arrivato molto prima del progetto. Io amo molto Lucio Dalla, probabilmente anche perché essendo di Bologna lo sento particolarmente vicino a me. Lo incontravo per strada in Piazza Maggiore con il suo cane ed era sempre così sereno… parlarci era un piacere, ti sembrava sempre di incontrare un caro amico che non vedevi da un po’, anche se ovviamente non poteva ricordarsi di tutti quelli che lo salutavano. Credo che questo ricordo calzi alla perfezione con il nome del nostro progetto: Futura non è solo legato alla sfaccettatura più femminile del progetto, ma anche a quella vicinanza e a quella poesia che solo le conversazioni con gli artisti – o meglio, con la maggior parte degli artisti – ti possono regalare.

Francesca: quando arriva il fatidico momento in cui bisogna scegliere il nome di un progetto che sta per nascere non è mai un momento facile. Quando Giorgia mi ha proposto di usare questo nome ho pensato che fosse bello rendere omaggio ad un’artista come Lucio Dalla e quindi indirettamente anche alla sua città. Amo Bologna per tanti motivi ma soprattutto perché è la città che ha fatto da cornice alle mie lunghe giornate da universitaria, ricordi che custodisco gelosamente fra i miei pensieri più dolci.

Cosa vi ha portato a voler mettere in piedi un progetto interamente al femminile e, soprattutto, che significato può avere una presa di posizione di questo tipo nell’ambito del giornalismo musicale?

Giorgia: ti dirò, noi lo facciamo e basta, è avvenuto tutto in modo molto spontaneo. Diciamo che siamo ragazze perché effettivamente siamo ragazze. Credo che rimarcare costantemente il fatto di essere “donne che lavorano nella musica” con aggressività e voglia di imporsi non faccia altro che porre l’accento sul fatto che sia fuori dall’ordinario che le donne lavorino nella musica. Credo sia giusto approfondire, parlare, informare a proposito di questo perché è quello che facciamo e che fanno – per ora, ahimè – poche donne rispetto a tanti uomini nel campo musicale, ma è semplicemente quello che facciamo: vogliamo imporci come professioniste, non come donne, credo che nel 2018 questo dovrebbe essere scontato.

Francesca:  Dopo esserci avvinate qualche anno fa al mondo della musica, quando ci siamo conosciute e abbiamo dato vita a Futura1993 non abbiamo potuto far altro che constatare che la presenza femminile non sempre trovi facilmente il giusto spazio. Questo è un tema che negli ultimi anni è stato affrontato davvero molto spesso e sono contenta di vedere che c’è chi ne prende atto e cerca di ovviare a questa vistosa mancanza; tra le altre, ho letto ad esempio che quest’anno l’Ortigia Sound System ha voluto che sul proprio palco si alternassero molte donne che a livello internazionale hanno fatto parlare di sé e sono diventate in poco tempo dei punti di riferimento, ognuna nel proprio genere musicale. Ciò premesso, non credo però sia giusto tingere di rosa tutto ciò che viene fatto dalle donne; anche nel nostro caso, vorremmo si parlasse di noi e del nostro progetto, prescindendo dalla nostra identità. Crediamo fortemente che le donne abbiano naturalmente un proprio spazio all’interno del mondo della musica e che rimarcare in modo troppo accentuato le differenze di genere a volte possa produrre l’effetto contrario di far sembrare straordinario quello che dovrebbe essere ordinario.

Oltre alla radio quali sono i mezzi di comunicazione che Futura predilige?

Giorgia: usiamo tantissimo i social network, Instagram e Facebook su tutti. Le nostre stories sono un po’ lo specchio di tutto quello che facciamo, dei festival e concerti dove andiamo… ci diverte molto usare anche quelli delle nostre testate partner, le persone restano sempre spiazzate e si chiedono ma chi sono queste? Ovviamente non è tutto riducibile ai social: scriviamo moltissimo e pubblichiamo una marea di interviste che, insieme alle fotografie analogiche, sono il fiore all’occhiello di Futura.

Francesca: mi piace immaginare che la radio faccia un po’ da collante a tutti i nostri modi di esprimerci. Amiamo confezionare articoli al cui interno inseriamo tutto ciò che facciamo: interviste ad artisti con cui abbiamo avuto modo di confrontarci appena finito un live, oppure che sono stati in radio da noi, playlist e analogiche scattate tra una domanda e l’altra ad artisti e addetti ai lavori. Ci divertiamo moltissimo anche sui social, credo sia molto importante che chi ci segue ci conosca anche nella nostra quotidianità; con una storia Instagram dopo l’altra vogliamo farci conoscere anche al di là di ciò che scriviamo e di ciò che fotografiamo. È bello pensare di poter creare una sorta di collegamento, entrare in sintonia con le persone prima ancora di incontrarle personalmente in giro per i vari festival.

Da Outsiders a Deerwaves, la rete di partner di Futura sembra essere in continua espansione. In che modo collaborate con le varie testate?

Giorgia: abbiamo un rapporto speciale con ognuna delle nostre testate partner, ma non possiamo svelare troppo senza fare spoiler! Tutti i nostri partner sono sempre coinvolti contemporaneamente dove è presente Futura 1993, e questo è uno dei nostri grandi punti di forza. Per ogni nostra testata creiamo contenuti sempre nuovi e differenziati. Abbiamo instaurato diversi tipi di accordi con ognuna… ma questo tu lo sai piuttosto bene!

Francesca: cerchiamo di collaborare con ogni testata in maniera diversa, scegliendo di creare contenuti ah hoc in base alle particolarità che contraddistinguono ogni festival in cui andiamo o ogni evento a cui vogliamo partecipare. E’ come se dove siamo noi, fossero contemporaneamente anche tutti i nostri partner. Per tenerci d’occhio a 360 gradi dovete quindi seguirci sui nostri social ma anche su quelli delle testate con cui collaboriamo; capita spesso infatti che quando siamo in giro rubiamo i loro social per take over e interviste in diretta!

Avete avuto modo di entrare in contatto con vari artisti, da Colapesce a Mésa, Bruno Belissimo e tanti altri. C’è stato un incontro in particolare che ha lasciato il segno?

Giorgia: in generale ho conosciuto persone davvero incredibili grazie a tutto questo. Sì, Colapesce lo abbiamo intervistato qualche settimana fa al Biografilm Festival, è stato un incontro prezioso, ci ha dedicato molto più tempo di quanto non potesse e siamo state davvero lusingate da questo. Devo dire che personalmente sono felice di aver stretto amicizia con Giovanni Imparato, aka Colombre, che è una persona da cui non si può fare altro che imparare – non per niente insegna in un liceo! Come Giovanni, anche Giorgio Poi è una persona che stimo moltissimo, insieme a Silvano Albanese (Coez). Lui è di un’umiltà pazzesca – e non parlo di falsa modestia, che personalmente odio, perché è ben consapevole del suo talento, però è molto alla mano e davvero divertente.

Oltre agli artisti, ci tengo a dire che le persone che ti lasciano tanto sono gli addetti ai lavori: quando inizi un progetto come il nostro è importante che questo venga riconosciuto e apprezzato da chi lo fa di mestiere da una vita.

C’è un equilibrio molto sottile da cui dipende tutto: le persone possono essere gentili con te e farti sentire comunque un estraneo in casa d’altri o al contrario sapere come metterti a tuo agio e consentirti di fare il tuo lavoro al meglio. Quando questo succede i rapporti che si vengono a creare sono meravigliosi, le amicizie durano anche se si abita in città diverse e ci si vede poche volte l’anno.

Francesca:  E’ vero, grazie a Futura1993 stiamo incontrando sia molti artisti che prima, non conoscendoli personalmente, avevamo avuto modo di apprezzare solo dal punto di vista professionale sia artisti che conoscevamo già grazie ad interviste o concerti vari e che ritroviamo con piacere. Amo anche il fatto che da quando è partito il progetto, è capitato più volte, festival dopo festival, che incontrassimo gli stessi artisti e che instaurassimo con loro un bel legame.

In occasione della prima tappa del tour al Mi Ami Festival, abbiamo incontrato Maurizio Carucci degli Ex-Otago che avevo conosciuto tempo fa dopo un loro concerto e rincontrato tappa dopo tappa durante il loro Marassi Tour; mi colpisce molto il suo approccio genuino alla musica ma soprattutto sapere che la sua dimensione da artista coesiste inscindibilmente con quella più legata alla sua terra, all’agricoltura e alla semplicità che trova la sua massima espressione nella sua cascina in Val Borbera.
Al Biografilm Festival invece abbiamo avuto modo di conoscere Colapesce; ho apprezzato infinitamente il modo in cui si è aperto con noi dopo il suo live e il tempo che si è riservato per poterci rispondere al meglio, premurandosi di assicurare il giusto spazio ad ogni domanda che avevamo in serbo per lui.
Oltre che con gli artisti, entriamo in contatto con tantissimi addetti ai lavori; è davvero stimolante constatare che molti di loro si sono lasciati incuriosire dal nostro progetto e che non si sono risparmiati nel supportarci al meglio.
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Ph. Giorgia Salerno

 Da maggio a settembre Futura sarà in tour: quali sono le mete che avete scelto e quale sarà il vostro ruolo all’interno dei vari eventi?

Giorgia: siamo partite dal Mi Ami a Milano, seguito subito dopo dal Biografilm Festival a Bologna e Sherwood di Padova, dove oltre a creare i nostri contenuti e quelli per le testate partner abbiamo portato il nostro programma radio sulle frequenze venete del festival. Questo weekend saremo a EcoSound Festival, poi ci aspettano il Mish Mash in Sicilia, il Color Fest in Calabria, Home Festival a Treviso… insomma andremo un po’ in giro, tutte le date del Futura On Tour sono online. Spesso queste realtà ci adottano come media partner, altre come collaboratrici esterne, ma fondamentalmente il nostro ruolo all’interno dei festival è sempre quello di creare una promozione pre – durante e post evento attraverso il nostro programma radio, le testate di cui siamo partner e i nostri contenuti esclusivi.

Francesca: Abbiamo dato il via alla stagione dei festival con il Mi Ami a Milano; tornate a Bologna è stata la volta del Biografilm Festival e del Covo Summer, le rassegne musicali curate dagli storici locali della nostra città. Il 22 e 23 giugno invece siamo state accolte dagli amici dello Sherwood Festival, una realtà che ha assunto con gli anni proporzioni sempre più grandi mantenendo però atmosfere calde e familiari. Questo weekend siamo state a Como per il Wow, un “boutique” festival, come viene definito dagli stessi organizzatori, che ha collezionato anno dopo anno la partecipazione di artisti fantastici, anticipando spesso il consenso del grande pubblico.

Ad Agosto verremo accolte in terra siciliana, nella splendida cornice del castello di Milazzo, per il Mish Mash Festival e subito dopo in Calabria per il Color Fest. Dulcis in fundo, a fine estateFutura 1993 sarà presente a Home Festival, per cinque intensissime giornate.

Giorgia: le date sono sempre in aggiornamento (le trovate sui nostri social) perché siamo piuttosto testarde e cerchiamo di fare tutto, di essere ovunque… anche se effettivamente non è facile!

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Ph. Francesca Zammillo

Fateci sognare: che cosa vedono Giorgia e Francesca negli astri di Futura da qui in avanti?

Giorgia: Futura sta facendo innamorare un sacco di realtà interessanti e siamo molto felici di questo, quindi continueremo sicuramente a mettere grande passione e impegno in quello che facciamo, puntando a crescere sempre di più, sia umanamente che professionalmente… e poi chissà! Non ho la sfera di cristallo con me in questo momento ma sento vibrazioni super positive.

Francesca: sorrido perché penso ai lunghi messaggi audio che ci mandiamo ad ogni ora (i pochi momenti in cui non siamo assieme) perché abbiamo urgenza di dire all’altra una nuova idea o semplicemente per condividere dell’entusiasmo. Siamo delle gran sognatrici, passiamo ore a fantasticare su ciò che potrà essere Futura di qui a poco e per il momento quello che sappiamo è che stiamo mettendo tutte noi stesse in questa nuova avventura.

Ciò che che ci stimola di più è non aver la benché minima idea di cosa Futura abbia in serbo per noi.

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Ph. Francesca Zammillo