Sette consigli su come andare ad un festival da soli (e divertirsi)

Organizzarsi in una conversazione WhatsApp è un calvario? State cercando voi stessi oppure non sopportate l’umanità? Un vademecum per affrontare la stagione festivaliera in solitaria. 


_di Irene Maddio

Avete presente quei grupponi di amici single, fighissimi, eterogenei, che viaggiano insieme e sembrano divertirsi sempre? Ecco, non sono qua per parlarvi di loro. Mi sento più vicina a tutti coloro che si consolano con un “almeno io sono indipendente” o anche “prima è giusto imparare a stare con sé stessi”, consapevoli che in realtà siano tutte cazzate.

L’estate è la stagione in cui l’assenza del branco si sente maggiormente. Veniamo bombardati da una serie di proposte irrinunciabili per chi ama il divertimento spensierato e i live musicali dove cantare a squarciagola. I festival, insomma, non mancano; ma che fare se si è più soli della particella di sodio dell’acqua Lete? Qua di seguito vi elenco una serie di consigli per chi non vuole rinunciare alle cose belle che la vita ci offre.

1. No ai ripensamenti. Una volta che si è deciso, non si torna indietro. Neanche se si sbaglia strada in macchina. Quindi evitate le chiamate dell’ultimo minuto dove improvvisate opportunistici inviti all’amico di vostro cugino che avete conosciuto due estati fa al mare. È imbarazzante, molto più che varcare i cancelli dell’Ozora indossando una t-shirt spiritosa, soli e senza dignità.

2. Portatevi qualche libro per i momenti di relax: saranno un ottimo modo per far scorrere le prime ore del pomeriggio, quelle dove la gente dormicchia, le coppie si scambiano effusioni e i solitari, appunto, leggono. L’importante è scegliere bene: tra i consigli letterari della nostra redazione troverete quello che fa al caso vostro.

3. Pensate ad un obiettivo da raggiungere durante la serata. Potrebbe essere bere quanta più birra possibile senza vomitare schiuma, oppure semplicemente aggiudicarsi il posto in prima fila al vostro live preferito. Io di solito cerco di fare le due cose insieme e una volta ci ho creduto così tanto che mi sono ubriacata di Negroni sul palco dei miei musicisti preferiti mentre improvvisavo per loro una coreografia-col-fiatone. A voi la scelta.

4. Provateci con il tipo/la tipa dietro di voi al concerto: chiedete una sigaretta (meglio l’accendino), commentate il live approfittando del rumore che filtrerà la sintassi che vi accomuna a Luca Giurato e ballate, sfruttando l’unico momento in cui i vostri movimenti scoordinati e compulsivi potranno sembrare dolci e sinuosi: il buio. Potrebbe andarvi male, ma tanto la dignità l’avete già persa con le birre del punto 3.

5. No alle tende-sarcofago. Oltre che visivamente orrende, sono anche scomode. Riescono a rendere claustrofobico anche lo speleologo più esperto e non sono sufficienti ad ospitare voi e il vostro zaino contemporaneamente, quindi uno dei due deve sempre essere sacrificato. Inoltre, nell’eventualità che l’obiettivo proposto al punto precedente vada a buon fine, sarebbe sconveniente possedere una tenda in cui si possono ospitare solo zanzare e frustrazioni personali.

P.S. Ovviamente, se il festival si trova vicino al mare, il “no” è esteso anche ai materassini a forma di bara creepy ma pink che attualmente si trovano solo in crowdfunding su Kickstarter.

6. Partecipate alle attività e agli sport di gruppo, ma attenzione al come e al quando. Se portate gli occhiali e la coordinazione non è il vostro forte (vedi punto 4) non giocate a pallavolo. La ricezione di palla in bagher potrebbe causare uno spettacolare fiotto rosso carminio dal vostro naso. Ancora, se la sera prima avete bevuto un cospicuo numero di Negroni sperando di far colpo sul/la barista (in modo che potesse offrirvene altrettanti), non iscrivetevi alla lezione di yoga delle 8.30 del mattino. Potreste rischiare di liberarvi dalle vostre negatività vomitandole.

7. Scrollate. Ogni momento è buono per muovere il pollice su e giù sullo schermo del proprio smartphone. Se non ne siete convinti guardate qua.