Dalle strade del Vietnam al Museo d’Arte Orientale di Torino: le eroine quotidiane vietnamite rimangono in posa al MAO fino al 2 settembre all’interno della mostra “Màn: Viet Nam street heroines”.
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_di Michela Gallo
Per il suo progetto fotografico, Ottavia Castellina, una volta arrivata in Vietnam, avrebbe voluto ispirarsi alle donne leggendarie, alle patriote dell’antica iconografia del paese. Giunta a destinazione, ha deciso però, che i soggetti da immortalare erano le “eroine quotidiane” in bici e con giganti bilancieri sulle spalle, scorte nel loro ambiente di lavoro: la strada.
La fotografa ha quindi racchiuso nei suoi scatti quelle figure femminili che in Vietnam si trasformano tutti i giorni in venditrici ambulanti, spostandosi dalla campagna alla capitale Hanoi. Le donne dei ritratti di Castellina arrivano in città cariche della loro forza giornaliera con la quale svolgono il ruolo che spetterebbe agli uomini all’interno del nucleo familiare. Con tanto peso sulla schiena (non solo quello dei bilancieri), tentano così di equilibrare esigenza del guadagno e obblighi familiari, in piena continuità con l’antica società matriarcale.
Mediante questo lavoro fotografico però, sono state estratte per un momento dal loro contesto abituale e sono diventate, da pilastro economico della famiglia e del proprio paese, eroine di strada “catturate” e messe in mostra, permettendo alla fotografa di ingabbiare un pezzo di realtà nella realtà.
Inoltre, durante la posa sono state loro ad essere sostenute per una volta in quanto i turisti di passaggio, nonché coloro che solitamente “rubano foto”, sono stati coinvolti nell’operazione, prestandosi a funzionale supporto per lo sfondo fotografico. Una cornice formata da uno o più “man” ha quindi inquadrato e retto un bianco màn (in vietnamita màn è la parola per definire schermo, supporto) dal quale risaltano i volti delle protagoniste, sereni e, nonostante tutto, fiduciosi nel futuro (quella vietnamita è una tra le popolazioni più ottimiste al mondo).
Oltre che dai soggetti, oltremodo fotogenici nella loro semplicità, l’ importanza della mostra è data dall’elaborazione pittorica di ciascuna istantanea: la tecnica della scuola Yokohama è stata prescelta infatti da Ottavia Castellina per esprimere nelle immagini una delicatezza tutta al femminile. Le fotografie risultano quindi colorate a mano con un particolare pigmento, riallacciandosi ai lavori giapponesi dell’epoca Meiji (1868-1912), dove si raggiungeva una sintesi perfetta tra il mezzo fotografico e il linguaggio artistico-visivo.
Portavoci di un popolo colto, laborioso e gentile e protagoniste dei mutamenti in atto nella loro nazione, queste “eroine del quotidiano”, in continuo transito tra campagna e città, hanno fatto sosta a Torino, nei locali del MAO, pronte a mostrare attraverso i loro sorrisi, stampati e accuratamente ridipinti, uno scorcio reale del Vietnam contemporaneo.