Il Vietnam nel piatto: un incontro-laboratorio targato Bocuse d’Or OFF al MAO di Torino

Il vietnamita Chur Nguyen, in Italia ormai da anni, nella vita è ingegnere, ma è sufficiente un grembiule da cuoco (in questo caso con stemma Bocuse) per vederlo, entusiasta, nei panni dello chef “Fuoco Giallo”.  All’interno del fitto calendario del Bocuse d’OR OFF questo particolare incontro-laboratorio culinario al Museo di Arte Orientale di Torino ha puntato sull’involtino vietnamita fresco raccontandone storia e realizzazione. 


_di Michela Gallo

Con un vermicello di riso in una mano e uno spinacio d’acqua nell’altra, Chur Nguyen ha presentato al pubblico ricette e curiosità riguardanti l’involtino vietnamita. L’evento ha avuto luogo al MAO con la collaborazione del Consolato della Repubblica Socialista del Vietnam di Torino e durante il laboratorio di cucina, la fresca (perché non fritta) pietanza asiatica, è stato preparata passo a passo, concentrandosi su un ingrediente alla volta.

Ad accogliere gli interessati infatti, non c’erano involtini già pronti, bensì un vero e proprio banchetto per occhi e palato. Svariate e coloratissime verdure riempivano il tavolo al centro della sala; belle da vedersi, ma soprattutto utili per farcire gli involtini venturi. Tuttavia per avere il “Vietnam nel piatto” è sempre essenziale non dimenticare il binomio “tutta passione” amare e mangiare, alla base di questa ricetta e della cucina vietnamita in generale.

Mentre in Occidente il cibo a volte rimpiazza l’amore, in Vietnam il cibo non lo sostituisce, ma si coniuga con esso.

Partendo dalla parola per mangiare ăn, si arriva infatti a quelle per definire relazioni personali quali ad esempio, il  matrimonio (hôn nhăn). Le pratiche alimentari, assieme alla lingua, sono dunque il tratto culturale più consistente e tangibile di questa nazione quadri millenaria: « In Vietnam si mangia a tutte le ore e lo street food è all’ordine del giorno» ha raccontato Sandra Scagliotti, coordinatrice del Polo scientifico culturale Italia Vietnam.

Quella vietnamita poi, è per molti aspetti definibile una cucina crudista poiché caratterizzata in larga parte da cibo crudo o fermentato (pesce, carne e moltissime verdure, soprattutto insalate). «E’ il risultato della convergenza di diverse culture, di apporti esterni: 1000 anni di dominio cinese, 100 anni di dominio francese, 9 anni di dominio americano e molti anni di liberazione nazionale» ha proseguito Sandra Scagliotti.

Intanto, attorno al tavolo, Chur Nguyen ammorbidendo nell’acqua la carta di riso (base della pietanza), selezionava verdure ed erbe aromatiche per la farcitura del suo involtino. Se per la cultura vietnamita la tradizione culinaria si è generata al delta del Fiume Rosso a Hanoi, l’involtino di mercoledì 13 giugno è stato generato al MAO.

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