Più giovani, più internazionali, più attenti al territorio: è stata spettacolare come alcune delle sue migliori pièce la presentazione del progetto triennale da parte del nuovo direttore artistico del teatro Stabile, il regista alessandrino Valerio Binasco.
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_di Elena Fassio
“Se mi riuscisse di dare una forma qualsiasi al mio progetto di teatro subito dopo sorgerebbe la domanda: con quale speranza il linguaggio scritto potrebbe dire qualcosa su un argomento che potrebbe essere espresso, tuttalpiù, conversando con qualche amico, e che richiede un’abbondante gesticolazione, molte risate, forse un paio di bicchieri, diverse passeggiate, alcuni litigi, buoni esempi e lunghi silenzi? Un’idea di teatro, in fondo, non è mai un’idea. È una prassi. Per manifestarsi non ha bisogno di ragionamenti ma solo di alcune condizioni fisiche dove persone fatte di carne e sangue incontrano persone immaginarie in uno spazio dove poter agire.
La cosa più importante che fa un regista è quella di scegliere le persone e lo spazio in cui farle agire. La seconda cosa più importante è quella di mettersi in ascolto profondo di quel che accade tra gli attori e lo spazio. Il regista spesso si trincera dietro le sue idee. Si difende così dalle interferenze esterne. Ma si sbaglia.”
Così Binasco ha spiegato i suoi propositi per il prossimo triennio: recitandoli davanti a una platea gremita di studenti di recitazione, attori, registi, giornalisti e anche qualche autorità politica, tra cui Chiara Appendino in prima fila.
Tra settembre 2018 e giugno 2019 lo Stabile proporrà un cartellone densissimo e con una serie di importanti novità: oltre a Binasco come direttore artistico, sono entrati in carica Fausto Paravidino per la ricerca, nel ruolo di drammaturgo residente dello Stabile, e Gabriele Vacis per la formazione, nel ruolo di direttore della Scuola per attori.
La prossima stagione prevede 67 spettacoli di cui 17 produzioni proprie: un ampio ventaglio di proposte che spazierà dai grandi classici del repertorio, anche rivisitati, alla drammaturgia contemporanea, con la creazione di nuovi contenuti e spettacoli dove prosa, danza e musica si integrano per abbattere le barriere tra generi.
Un programma equilibrato tra apertura alla scena internazionale e valorizzazione dei giovani talenti italiani e piemontesi, premiato con l’inserimento nel network internazionale Mitos 21 composto dai più importanti teatri europei (Odéon di Parigi, National Theatre di Londra, Berliner Ensemble di Berlino, Dramaten di Stoccolma, Toneelgroep di Amsterdam, Katona di Budapest, Royal Theatre di Copenhagen).
Un cartellone capace di toccare tematiche attuali e di dare voce alle richieste di un pubblico sempre crescente, mantenendo al contempo il rispetto per i testi ed esaltandone la forte attualità: lo farà per primo Valerio Binasco che dirigerà Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni e Amleto di William Shakespeare, oltre a portare in tournée il Don Giovanni di Molière che ha debuttato lo scorso aprile al Carignano.
A mettere in scena altri classici saranno Antonio Latella, che dirigerà L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi di Sergio Tofano e Nino Rota, Filippo Dini che curerà la regia del Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, e Jurij Ferrini regista e interprete di Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand.

L’impegno internazionale si conferma invece con la produzione de La Maladie de la mort diretto dalla regista Katie Mitchell, e con la programmazione di Nora/Natale in casa Helmer diretto da Kriszta Székely, giovane regista ungherese.
La drammaturgia contemporanea sarà in scena con La ballata di Johnny e Gill di Fausto Paravidino, a cui è stato chiesto anche di curare il progetto Playstorm dedicato proprio alla scrittura teatrale di nuovi testi; Sei, ultima creazione di Spiro Scimone e Francesco Sframeli; Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Simon Stephens dal romanzo di Mark Haddon; Il canto della caduta di Marta Cuscunà; Petronia di Francesco d’Amore e Luciana Maniaci, e Talk Talk before the Silence di e con Federico Sacchi.
Nel novero delle produzioni si inseriscono il nuovo spettacolo di Valter Malosti, Se questo è un uomo, dall’opera di Primo Levi nel centenario dalla sua nascita, Novecento di Alessandro Baricco, diretto da Gabriele Vacis, e Mistero Buffo di Dario Fo, con la regia di Eugenio Allegri.
Con i fondi della Compagnia di San Paolo, fondazione Crt e Regione Piemonte il teatro Stabile ha potuto non solo diventare “green”, riducendo del 23% le sue emissioni di anidride carbonica, ma anche finanziare per il terzo anno mille abbonamenti destinati ai cittadini con reddito basso che ne faranno richiesta.
Inaugurato giovedì scorso con l’anteprima di Betroffenheit, inoltre, anche TorinoDanza tornerà dal 10 settembre al 1° dicembre e sarà il luogo d’incontro di tantissimi coreografi e ballerini, giovani e internazionalmente conosciuti.
52 spettacoli, 10 prime nazionali, 6 coproduzioni, 16 compagnie ospitate provenienti da otto diverse nazioni (Canada, Belgio, Burkina Faso, Francia, Grecia, Israele, Italia, Svezia): la danza come terreno di contaminazione, di sperimentazione e di dialogo tra linguaggi diversi.
TorinoDanza inizierà al teatro Regio il 10 settembre con la prima italiana di due diversi spettacoli di Sidi Larbi Cherkaoui, Noetic ed Icon, con il corpo di ballo di Goteborg e le scenografie dell’artista visivo inglese Antony Gormley, che gioca nel primo con figure geometriche aeree e nel secondo con l’argilla plasmata direttamente sul palco dai ballerini.
Dal 13 al 16 settembre, in uno chapiteau montato nella Reggia di Venaria, andrà in scena il primo dei due spettacoli dedicati al circo contemporaneo nella sua contaminazione con la danza, Famille Choisie della compagnia Carré Curieux.

Giocoleria, bolle di sapone, aerei e aquiloni, giochi aerei, monocicli e acrobazie per uno spettacolo partner del progetto Bruxelles en piste, promosso dal ministero belga e coordinato da Piemonte dal Vivo.
Al Teatro Carignano, il 14 e il 15 settembre, sarà presentato in prima assoluta il Bach Project, dove la coreografia di Diego Tortelli dialogherà con la Partita in re minore BWV 1004 di Bach in versione elettronica arrangiata da Jiří Kylián.
Un tributo ad Alighiero Boetti sarà Erodiade – Fame di vento – 1993 – 2017, (Teatro Carignano, 17 settembre), mentre la contaminazione con le arti visive caratterizzerà il pluripremiato The Great Tamer di Dimitris Papaioannou (alle Fonderie Limone 20, 21, 22 settembre) rivelazione della stagione 2017-2018 a cui si aggiungerà la video installazione Inside presentata dal 20 al 30 settembre nei nuovi spazi delle OGR.
Il linguaggio di Papaioannou si pone al crocevia tra danza, teatro ed arti visive e i suoi spettacoli compongono quadri visionari e rievocazioni: qui sceglie il mito di Persefone per un’immersione nella storia dell’iconografia dall’antica Grecia a Kubrick, da Raffaello a Rembrandt, passando attraverso la distorsione della musica di Strauss.
Alla pura potenza dei sentimenti si ispira la danza di Sharon Eyal, coreografa israeliana proveniente dalle file della Batsheva Dance Company. Il tema dell’amore impossibile pervaderà OCD Love e Love Chapter 2 creati insieme a Gai Behar che debutteranno alle Fonderie Limone di Moncalieri rispettivamente il 29 e il 30 settembre.
Il secondo spettacolo di circo inserito nel progetto Bruxelles en piste sarà La Vrille du Chat, coreografia di Cruz Isael Mata, montato all’indietro come una pellicola riavvolta.
Dal 12 al 14 ottobre, alle Fonderie Limone, approderà invece Vertigine, risultato di un anno di lavoro sui territori di montagna tra Torino e Chambéry per dare il via al progetto Corpo Links Cluster, che invita artisti di diverse generazioni a raccontare la montagna coinvolgendo anche le comunità della Val di Susa e della Val Chisone.
Il 18 e 19 ottobre, debutterà invece Tango Glaciale Reloaded, regia di Mario Martone, che riscrive con le stesse lo spettacolo del 1982: dodici quadri di folgorante impatto visivo, fisico e musicale che raccontano un pezzo della storia recente del teatro, dell’arte e del pensiero di fine secolo.

Torinodanza riporterà inoltre sulle scene italiane Dave St-Pierre, ex enfant terrible del Québec, che presenterà in prima italiana Néant un breve, irriverente, provocatorio “solo”, conteso tra danza, teatro e performance che tratta temi oscuri ma con leggerezza, il 20 e il 21 ottobre alla Lavanderia a Vapore di Collegno.
Al viaggio e all’esilio si riferisce invece Salia Sanou, coreografo del Burkina Faso, nel suo Du Désir d’Horizons, un racconto sull’epopea delle migrazioni in cui l’orizzonte è il futuro, la speranza che non deve cedere di fronte a paura e avversità.
A chiudere il programma del festival, il 30 novembre e 1° dicembre alle Fonderie Limone, sarà il coreografo belga Alain Platel che torna a Torino con Requiem pour L., nuova riscrittura del Requiem di Mozart.
Sia TorinoDanza sia il teatro Stabile hanno creato quest’anno un’applicazione dove gli spettatori potranno trovare comodamente luoghi, orari, durata e biglietti degli spettacoli, e hanno attivato un servizio di navetta gratuita tra le Fonderie Limone e la fermata metro Lingotto sia prima dell’inizio che dopo la fine degli spettacoli, per permettere anche a chi non possiede un’auto di raggiungere senza fatica il teatro di Moncalieri.

Lamberto Vallarino Gancia, presidente del teatro Stabile, Valerio Binasco, direttore artistico, e Filippo Fonsatti, direttore generale dello Stabile
Filippo Fonsatti con Anna Cremonini, direttore artistico di TorinoDanza, e Lamberto Vallarino Gancia
Gli artisti impegnati nelle produzioni/coproduzioni del Teatro Stabile: Giuseppe Battiston, Michele Di Mauro, Filippo Dini, Jurij Ferrini, Mariangela Granelli, Valter Malosti, Maniaci d’Amore (Francesco d’Amore e Luciana Maniaci), Paolo Pierobon, Federico Sacchi, Gabriele Vacis, Laura Curino, Milvia Marigliano.
Le autorità presenti: il sindaco Chiara Appendino, Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, Anna Ferrino, vice presidente della Fondazione CRT, Laura Pompeo, assessora alla Cultura città di Moncalieri.