Conferenze, incontri e presentazioni: gli highlights del Salone del Libro 2018

Code chilometriche, sale gremite, pubblico attento e argomenti per tutti i gusti: i “dialoghi aperti” sono stati indubbiamente uno dei punti di forza di questa trentunesima edizione del #SalTo. 

Andiamo a ripercorrere ed analizzare i dibattiti che ci hanno stuzzicato maggiormente attraverso le nostre “pillole” a cura di Beatrice Brentani e Miriam Corona.

 

_di Miriam Corona

Come sarebbe il mondo senza carta?

Quattro personalità provenienti da quattro ambiti diversi – ma che hanno come territorio comune la carta – trattano l’idea di un mondo senza la carta. La palla salta dal pubblicitario Lorenzo Marini, al docente dello IED Ugo Mauthe, alla scrittrice e performer Arianna Porcelli Safonov e al cantante Eugenio Cesaro. Partendo da questa “visione apocalittica”, si media a paragonare il rapporto tra digitale e carte come a quello tra cavallo e automobile nei primi decenni del Novecento: la comparsa dell’uno e il largo uso che se ne è fatto, non ha compromesso la scomparsa del primo, bensì, lo ha destinato ad ambiti diversi. Non va dimenticato il lato “romantico” della carta, ovvero del piacere tattile e sensoriale che procura questo materiale, ma non solo, anche al largo impiego delle carte “nobili” come regalo prezioso. Un incontro a cuor leggero che sdrammatizza la delicata questione del rapporto tra digitale e cartaceo (i riferimenti alla carta igienica sono stati numerosi ma necessari) che non manca di toccare l’ambito ambientale: basti pensare alla carta che viene ricavata dalle mele in Trentino, a quella riscrivibile grazie alle stampanti ad acqua ideate in Cina e alla legge europea che impone di piantare 13 alberi per ogni pianta che viene abbattuta. Il tutto porta alla conclusione che “possiamo sentirci liberi di lasciare morire gli alberi se pensiamo di essere buoni amministratori”.

Ominiteismo e Demopraxia di Michelangelo Pistoletto

Federico Vercellone dialoga con l’artista contemporaneo e autore di Omniteismo e Demopraxia, Michelangelo Pistoletto. Il manifesto per la rigenerazione della società, che parte dal concetto (caro a Pistoletto) di specchio, in cui non vediamo solo noi stessi, bensì poniamo noi stessi di fronte quello che vediamo e tutto ciò che ci circonda. Così siamo posti di fronte alle nostre responsabilità, basi fondamentali e regole necessarie al funzionamento della nostra società. Partendo così dal simbolo di infinito, nel quale i due anelli esterni si riconoscono come natura e artificio, Pistoletto aggiunge un terzo anello centrale, ovvero il luogo di congiungimento tra i due che spetta realizzare all’uomo: è da lì che parte il cammino dell’uomo, in un mondo equo per tutti.

Il mito legge il giornale: Eva Cantarella

Ciclo di incontri in cui figure di spicco del mondo letterario leggono i fatti quotidiani in chiave mitologica e classica aperto dalla scrittrice Eva Cantarella. Quest’ultima prende in considerazione il mito euripideo di Medea, andato in scena per la prima volta nel 431 a.c., lo stesso anno della Guerra del Peloponneso che, come sappiamo, cambierà il mondo antico definitivamente. Medea è infatti una straniera, proveniente dalla Colchide,  il cui trattamento riserbatole è analogo a come oggi la società vive il rapporto con lo straniero; una vita passata in fuga, ricca di tradimenti, sempre guidata dall’amore e frenata dalla legge che imponeva il divieto di matrimonio con gli stranieri. Euripide stesso sottolinea più volte il fatto che Medea sia un’esula, anzi, nelle versioni originali dell’opera, riferisce chiaramente che i suoi stessi figli sono stati uccisi poiché figli di una straniera. Un confronto interessante che dimostra ancora una volta quanto il rapporto con l’arte e il passato aiuti a leggere il mondo odierno.

Il Libro della Vagina

Ellen Støkken Dahl e Nina Brochmann sono due giovani studentesse di medicina finlandesi che hanno realizzato questa “bibbia” del sesso femminile, con un excursus che parte dalla giovane età, affrontando la pubertà, fino alle malattie sessuali. Antonio Pascale, moderatore dell’incontro, rivolge alle scrittrici domande che aiutano a smontare stereotipi o credenze prese come dato di fatto in materia di biologia femminile, aprendo con il simpatico equivoco vissuto da ragazzo a Caserta in cui ci si riferiva alla vulva come se fosse una medusa, per gli ipotetici “umori urticanti” che entrambe, analogamente, avrebbero prodotto. Ellen e Nina chiariscono e affrontano vari preconcetti, come quello della verginità e dell’imene o della crescita dei peli, in modo educativo, semplice e privo di imbarazzi.

Incontro con Roddy Doyle

Lo scrittore irlandese torna in Italia in occasione del suo nuovo libro Smile, edito da Guanda. Protagonista è Victor Forde, un uomo di mezz’età che torna a vivere nel quartiere d’infanzia a Dublino dopo la separazione dalla moglie Rachel. Così, durante la consueta ricerca del nuovo pub di fiducia, incontra colui che si dichiara un vecchio compagno di scuola, l’invadente e rozzo Fitzpatrick, che diventa uno scomodo compagno di bevute e chiacchierate. E’ un’occasione per rivivere il passato, i giorni di scuola insieme ai Fratelli, l’innamoramento con Rachel e vicende che sembravano essere sepolte fino a poco tempo prima. Roddy Doyle mette a punto il suo romanzo più maturo nello stile che lo ha sempre contraddistinto, senza inutili fronzoli o orpelli, trascinandoci nel mondo di Victor, “un personaggio che nasce e finisce col libro – non so cosa succede al di fuori di quello che è raccontato” spiega Doyle. Un romanzo che in parte è autobiografico. La morte del padre quando era giovane, le attenzioni particolari di un insegnante, mai scaturite in qualcosa di più della frase ambigua “I can never resist your smile” (al contrario di Victor nel libro). L’autore che aveva già conquistato tutti con “Paddy Clarke Ah Ah Ah!” tesse una nuova vicenda dai toni thriller e psicologici. In una parola sola, brillante.

Era una notte buia e tempestosa: Villa Diodati a Torino

Durante la notte del 16 giugno 1816 quattro scrittori si riuniscono a Villa Diodati, sul lago di Ginevra, per scrivere un racconto fantastico: John Polidori, George Byron, Percy Shelley e la moglie Mary Shelley. E’ lì che quest’ultima dà alla luce Frankenstein. A duecento anni dalla pubblicazione di uno dei più importanti romanzi horror e gotici, quattro scrittori si riuniscono nella Casa del Pingone a Torino per replicare un’esperienza analoga. Vincenzo Latronico, Sasha Naspina, Veronica Raimo e Danilo Soscia hanno infatti trascorso tre giorni nella stessa casa con il solo scopo di scrivere. C’è chi si è attenuto di più alla traccia gotica, come Veronica Raimo, chi si è lasciato prendere la mano scrivendo fiumi di parole, come Sasha Naspina. “Il posto più bello in cui abbiamo vissuto”, concordano gli scrittori, che anch’essi, come tanti artisti, sono rimasti vittima del fascino noir e gotico di Torino e dei suoi palazzi.

Il Lago dove nacque Zarathustra: l’importanza delle guide letterarie

Era il Maggio del 1882 quando Lou Salomè e Friedrich Nietzsche trascorsero svariate ore sul Sacro Monte di Orta, rapiti dallo spettacolare paesaggio; ad oggi non si è certi se ci fosse stato un effettivo scambio di tenerezze tra i due, ciò che è certo è che una volta sceso da quel monte Nietzsche non sarebbe più stato lo stesso. Un momento che legò profondamente i due, fino al momento in cui Salomè decise di andare a vivere con l’amico con il quale Nietzsche aveva compiuto il Gran Tour in Italia, Paul Rée, e di intraprendere nient’altro che un rapporto fraterno e intellettuale con il filosofo. Il rifiuto segnò definitivamente Nietzsche, il quale, profondamente amareggiato, riverserà il suo sconforto nella realizzazione di Così Parlò Zarathustra. Orta San Giulio con il suo suggestivo lago è da sempre stato luogo di ispirazione per gli artisti in visita e di passaggio. In una pratica guida, Il lago dove nacque Zarathustra, Laura Pariani e Nicola Fantini raccontano gli itinerari letterari e dotti da percorrere idealmente (e nella vita reale) al Lago d’Orta, alla scoperta dei momenti significativi che hanno segnato la vita di artisti e scrittori proprio sulle rive di quello specchio d’acqua. Una guida appassionata e sentita, che celebra non solo l’importanza dei luoghi come fonte di ispirazione, ma sottolinea la necessità della letteratura alla valorizzazione del territorio.


_di Beatrice Brentani

British Irish Film Festival

Venerdì 11, presso l’Area Superfestival, è stata presentata la quarta edizione del British Irish Film Festival, che si terrà al Cineteatro Baretti il 28-29-30 settembre 2018. Sono intervenuti Daniele Manini e Alessandro Battaglini che, dopo aver mostrato al pubblico un rapido trailer in cui si sono presentate le precedenti edizioni, hanno svelato i titoli di tre dei film che verranno proiettati in questa quarta edizione: The Maze (2017), My Life Story (2017) e Soul Boys of the Western World (2014). Al termine della presentazione, sono state regalate alcune delle locandine dei film proiettati al BIFF negli anni passati e gli spettatori sono stati intrattenuti con un banchetto, gentilmente offerto dagli organizzatori dell’Area Superfestival, composto da stuzzichini, cocktails e birre inglesi.

Michele Serra, la sinistra e altre parole strane

Domenica 13, presso la Sala Gialla, Michele Serra ha letto il capitolo “Beate le bestie” dal suo libro “La sinistra e altre parole strane”. L’estratto è un vero e proprio atto d’amore – ma anche uno svelamento del grande potere e della condanna che ne scaturisce – nei confronti del mestiere di scrivere (e, soprattutto, di scrivere la propria opinione, magari ogni giorno, magari su un giornale che viene letto da tutta Italia). Cosa significa, in fondo, pubblicare, se non “disturbare moltissimo la gente, chiedendo loro attenzione”?. Il capitolo analizza nel profondo che cosa sia ciò che porta ognuno di noi a scrivere: “Scrivo perché le mie parole sono migliori di me”, ha scritto Serra. Ma, ricordate bene, “chi vuole scrivere, impari prima a leggere” – come direbbero Fabi, Gazzè e Silvestri.

In copertina: Michelangelo Pistoletto with ‘Sfera di giornali’, 1966-2017. Photograph by Alexa Hoyer © 2017