Dimenticate l’idea di jazz per come l’avete immaginata fino ad oggi, perché con Helm gli Hobby Horse ci dimostrano come questo genere possa prendere molteplici strade.
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_di Ermanno Becchis
Non sono solo i richiami drum and bass, techno e spoken word, ma l’intera sensazione quando si ascolta Helm, è di avere davanti un progetto di ricerca sonoro ampio, completo. Il disco alterna momenti di calma e riflessione totale (Born Again Cretin, Amundsen / Evidently Chickentown) ad altri dove lasciarsi trasportare dal ballo (Salsa Caliente, Helm), raccontando spaccati di vita quotidiana con una cifra stilistica del tutto personale (The Go Round con testo di Alessandro Bosetti). Lungo le 7 tracce, Dan Kinzelman riesce ad inserire clarinetto basso e sax tenore tra gli avvenieristici “clap” di batteria e percussioni di Stefano Tamborrino, mentre Joe Rehmer ricama ed abbraccia sapientemente il dialogo con linee di basso e contrabbasso.
I riferimenti sono alti (Robert Wyatt, John Cooper Clarke su tutti) e ripresi in una chiave molto contemporanea, facendo incontrare analogico e digitale in maniera pesata ma significativa. Helm è un disco che esalta la diversità, in un periodo storico in cui si tende ad avere paura del diverso. Proprio quello che ci voleva.
Helm è stato pubblicato il 26 gennaio 2018 per Auand in cd (distribuzione Goodfellas) e Rous Records in vinile.
https://hobbyhorse3.bandcamp.com/album/helm
www.hobbyhorse3.com
auand.com