È tra i rastaman che hanno contribuito a scrivere la storia del reggae, la sua voce inconfondibile supera i confini della Giamaica sfondando nel panorama musicale mondiale: Horace Andy torna in Italia per due sole date e il 5 di aprile spetta a Hiroshima Mon amour l’onore di ospitare questa leggenda musicale. Prepariamoci insieme al live con cinque pezzi del suo repertorio storico.
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_di Alessia Giazzi
Il nome di Horace Keith Hinds è saldamente incastonato nel firmamento delle leggende del reggae: Sleepy, questo il suo pseudonimo, esordisce nel lontano 1967, proprio quando la musica reggae sta vivendo i suoi anni d’oro, pubblicando il primo singolo This Is a Black Man’s Country a soli 16 anni.
Gli anni Settanta sono per Horace Andy un periodo di grande successo grazie alla collaborazione con produttori del calibro di George “Phil” Pratt e Coxsone Dodd. Il legame di Andy con il reggae si allarga fino ad abbracciare rocksteady, dancehall e roots reggae, la declinazione più primordiale del genere strettamente legata al rastafarianesimo e di cui diventa uno dei massimi esponenti.
Per l’artista giamaicano saranno gli anni Novanta a dare una seconda opportunità alla sua carriera con una svolta del tutto inaspettata. Non vogliamo anticiparvi niente però: ripercorriamo la carriera cinquantennale di Horace Andy con cinque pezzi immancabili per non farsi cogliere impreparati al live del 5 aprile a Hiroshima Mon Amour.
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Skylarking
Nel 1972, è Skylarking a mettere il Natty Dread di Kingston sul cammino verso la notorietà. Oltre alle tematiche religiose che derivano dalla devozione di Andy alla dottrina rastafari, i testi delle sue canzoni sono pervasi da un impegno fortemente sociale. In particolare, Skylarking è un monito alle nuove generazioni: andate a lavorare, ve lo dice Horace Andy.
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Love Of A Woman
Love of a woman è uno dei singoli che vede alla produzione Coxsone Dodd, fondatore della storia etichetta discografica Studio One: Bob Marley, Peter Tosh, Burning Spear e Lee Scratch Perry sono solo alcuni dei nomi da capogiro che la “Motown della Giamaica” annovera nel suo portfolio. Horace Andy si unisce al team con varie hit tra cui questo pezzo spensierato.
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Money Money
Siamo spiacenti per Roger Water e soci, ma Horace Andy parlava dei soldi come “the root of all evil” già nel 1972. Sleepy batte Pink Floyd con un vantaggio di un anno e la sua voce si scalda su un pezzo di denuncia verso l’attaccamento al denaro, corruttore di uomini (qualcuno ha detto Giuda?). Badate bene, uomini avidi: quando Jah arriverà, non ci sarà somma di denaro che possa valere la salvezza.
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Ain’t No Sunshine
Tutti conosciamo la storica hit di Bill Withers, forse uno tra i pezzi della storia della musica che vanta più cover dal 1971 ad oggi. Insieme a Micheal Jackson, Leonard Coen e Al Green troviamo anche Horace Andy con la sua reinterpretazione in levare.
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Angel w/Massive Attack
Forse non vi siete mai soffermati troppo sul panorama reggae ma quante volte avete cantato Angel senza sapere che il falsetto che ha fatto il giro delle classifiche mondiali apparteneva proprio a Horace Andy? Ebbene sì, Tricky e soci riscoprono il nostro rastaman negli anni Novanta e per lui inizia una nuova florida fase a fianco dei Massive Attack: Andy e la sua voce compaiono negli album Blue Lines, Protection e Mezzanine.