In Barriera boccali e spillatori sono ancora in “fermento”: appena terminata la settimana dedicata alla birra artigianale, da EDIT è già tempo di Sloria.
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_di Michela Gallo
Sloira come aratro, strumento per eccellenza del lavoro in campagna. Massimo Prandi e Alessandro Beltrame questo lo sanno bene, tanto da chiamare così la loro prima “birra contadina”.
Grazie ai campi di orzo attorno alla propria cascina (nei pressi di Sale, ad Alessandria) e al nuovo luppoleto, le materie prime per una produzione birraia di qualità certo non mancano. Orzo e luppolo vengono raccolti nei terreni adiacenti l’azienda agricola e lavorati “in casa” attraverso la malteria e la cantina di fermentazione, dando vita a una birra propriamente a “centimetro zero”, ma quello vero.
Per arrivare a sorseggiare il risultato del suo lavoro però, Cascina Motta ha usufruito, nelle fasi terminali della lavorazione, del nuovissimo impianto di EDIT Brewery. Il passaggio dall’orzo alla birra è avvenuto nel mese di dicembre, unendo l’esperienza e le capacità dei due team nella creazione di una birra nata all’insegna dell’agricoltura biologica.
Il birrificio urbano, dal canto suo, mettendo a disposizione la propria installazione, accoglie concretamente quei produttori e quelle aziende (ma anche semplici appassionati) che un impianto di proprietà non lo possiedono. Nel nuovo polo enogastronomico non solo produzione quindi, ma anche condivisione e scambio. Così grazie alla collaborazione con i mastri birrai di via Cigna, nella serata del 20 marzo, Cascina Motta può presentare ufficialmente la sua nuova birra davanti al lungo bancone della Brewery.
Dalle 19.30 si salutano i gelidi “fermenti” dell’inverno tramite i racconti di Massimo, Alessandro e dei birrai torinesi ospitanti. A seguire dj-set per celebrare al meglio i primi solchi lasciati da Sloira nel campo brassicolo.