Operae si conferma nuovamente fulcro del design indipendente internazionale a Torino, espandendo le varie sezioni di Piemonte Handmade e delle Gallerie, in uno spazio come il Lingotto, adatto accogliere il vasto pubblico che ogni anno anima questa fiera.
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_di Lorenzo Maccarone
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1 Alchimia tra designer e gallerie
Vivendolo dall’interno abbiamo avuto il piacere di notare come tra Designer e Galleristi ci fosse un legame stretto, e non un desiderio di farsi vedere, ma di semplicità e cordialità; e il progetto PHM Piemonte Handmade ne è la prova. La collaborazione tra designer-artigiani-gallerie ha consentito un interazione antecedente la fiera che ha avuto il suo culmine nell’evento stesso, con un buon riscontro sia da parte dei visitatori, sia delle vendite.
2 Alta qualità dei progetti
La sezione Designer come ogni anno riesce a rinnovarsi con progetti sempre più interessanti, partendo dai più concettuali come quello di Nel Verbeke, con “La reliquia del tempo”, o da quello di Dafi Reis-Doron, con “Evil-eye Mirror” arrivando a progetti più concreti come quelli di Duecitti, con il tavolo “Spacco” in ardesia, o come quello di Artur Hoffner, con le fontane di vasi comunicanti.
3 Guest Project e collaborazioni
L’altra grossa novità oltre agli spazi ampliati sono anche chi li occupa, ovvero l’ingresso in famiglia di Dreamers, progetto che esplora la moda indipendente con un inedito percorso che fonde le esperienze di mostra, vendita e conoscenza di un settore in forte crescita. Viene inoltre esposta la mostra dedicata a Franco Grignani, a cura dei Graphic Days che si sono svolti ad ottobre.
4 Visitatori
Il pubblico è stato molto vario e attivo, con una registrazione di più di 20.000 ingressi, da studenti ad esperti del settore, da buyers a collezionisti, tutti accomunati da una curiosità unica, e con una conoscenza sempre più attenta ai dettagli.
5 Talk
Sicuramente uno dei punti su cui ripartire il prossimo anno, con una buona presenza del pubblico ma sicuramente da implementare. In ogni caso, utili a far scoprire lati nascosti del design contemporaneo, in un percorso che vira dall’economia fino ai meandri più concettuali.