Innamorarsi di Luther

Se non sapete chi è Idris Elba e non l’avete mai sentito parlare con il suo più spiccato accento inglese vi siete persi qualcosa, ci sono 16 episodi pronti a farvi innamorare di lui. 


_di Gianmaria Tononi

Idris Elba ha fatto The Wire, quindi di base già lo si può adorare, però dimenticatevi tutto: se a quel tempo è riuscito in un’interpretazione magistrale, nascondendo il suo spiccatissimo accento londinese, in Luther non dovrà più farne a meno.

Il protagonista è un Detective Chief Inspector, o DCI come viene chiamato nella serie (bisogna abituarsi a tantissima nomenclatura diversa, qui nel Regno Unito, da quella a cui siamo avvezzi), tormentato dal lavoro e dall’ossessione della perfezione, con un’inclinazione alle reazioni violente e qualche problema nel controllo della rabbia. Un tesoruccio insomma.

Rientra da un’esperienza traumatica all’inizio della prima stagione, che rivela da subito la sua fondamentale natura, dove ha lasciato cadere da un’altezza poco piacevole un omicida seriale, facendolo finire in coma. La sua volontà a portare a compimento legalmente tutte le sue indagini sarà, nel bene e nel male, da combinare con metodi poco raccomandabili e decisioni personali assolutamente fuori norma.

Ovviamente l’inizio è scintillante, un caso per puntata, un pazzo da fermare ogni 40 minuti, mettendo a repentaglio anche la propria vita, anche se non è la verticalità del singolo episodio ad esaltare la serie nel complesso.

Da subito viene introdotta Alice Morgan, una folle donna che ha ucciso i genitori senza lasciare traccia, che instaura con Luther una fortissima relazione di attrazione e repulsione basata sulla complessità emozionale di lui e sull’estrema (e freddissima) intelligenza di lei. Se dapprima è lei a sembrare una stalker ossessionata dal poliziotto, in poche puntate si capisce quanto anche lui si ammaliato dall’assassina, sebbene non riesca mai a lasciarsi andare poiché ben conscio delle sue azioni e tendenze. (Alice Morgan è interpretata dall’incredibile Ruth Wilson, protagonista di un’altra serie TV a fianco di un altro grande attore di The Wire, tanto per dire).

La storia prosegue, mentre nelle stagioni successiva ci si concentra più su macro-storie che ci permettono di seguire l’evoluzione psicologica dei personaggi, che si riducono sempre praticamente alla coppia/non-coppia: lui è sempre più invischiato in cose poco chiare, anche se viene sempre presentato allo spettatore come innocente ed è chiaro a tutti che non fa mai altro che agire a fin di bene, spesso viene accusato di crimini mai commessi e la sua reputazione (e carriera) sono messe a dura prova.

Lei è sempre più calcolatrice, dimostra un’intelligenza che solo la completa assenza di emozioni istantanee (ciò che prova per Luther è un’attrazione che va al di là dell’attrazione stessa, è il rispetto profondo che ha una viscerale partenza nel momento in cui è l’unico a poter capire in che modo ha eliminato i genitori) può garantire, arriva ad aiutare il detective in modi sempre assolutamente non legali ma molto apprezzati.

Impossibile non fare il tifo per Alice Morgan, l’essere umano perfetto al quale non manca altro che l’umanità.
Impossibile non fare il tifo per Luther, il poliziotto imperfetto con un’umanità estremizzante.

Non è una serie perfetta, gran lungi dall’esserlo, ci sono buchi di trama, assenze di personaggi fondamentali prolungate, spiegazioni e conclusioni raffazzonate, passaggi cruciali forzati. Ha dei punti molto forti, tra i quali una fotografia ed un girato da far paura ed un cast che sa trascinare la visione di un episodio dietro l’altro (non fate fatica, è praticamente una stagione di un drama di Netflix e poco più). Non sarà un capolavoro ma se sapete resistere al carisma di Idris Elba con le spalle tutte curve, chiuso nel suo cappotto mentre parla con la sua voce bassa ed il suo accento British e dà la caccia ai cattivi beh, avete molto più self-control di me.

Ricordarsi di chiudere tutte le scene della vita così: andarsene dondolandosi nel proprio cappotto mentre parte A Few Hours After This, guardare la foto dell’unica persona che sia riuscita a toccarci nel profondo, promettere a chi l’ha uccisa che si tornerà a prenderli… Luther.