Bestiale Animal Film Stars: da Rin Tin Tin agli Animatronics, il rapporto tra uomo e animali sul grande e piccolo schermo in una mostra al Museo del Cinema di Torino.
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_di Valentina De Carlo
Le tante miniature della Mole Antonelliana invadono via Montebello, spuntando colorate dal pavé ai piedi della vera e unica Mole di Torino, che svetta punzecchiando un cielo nuvoloso. I capolavori della mostra open air THAT’S A MOLE moltiplicano il simbolo della città e lo riempiono dei disegni più disparati, dai volatili dei boschi, agli astronauti, dalle sirene, ai fenicotteri… e a proposito di animali, ad accoglierci troviamo anche la mostra BESTIALE ANIMAL FILM STARS.
Inaugurata a giugno e aperta fino a gennaio, l’esposizione é dedicata alle star del cinema a quattro zampe e non solo… Oltre cani, gatti, cavalli, mucche, maiali, troveremo corvi, squali, delfini pesci, insetti.. ovvero, tutti, ma proprio tutti, gli animali finora comparsi sullo schermo. Ripercorrendo la storia della collaborazione tra uomo e animale sul set, scopriamo che é iniziata quando é nato il cinema, poiché fin da subito si percepì l’esigenza di umanizzare gli animali per evidenziare vizi e difetti dell’uomo e per riderci su.
«Dall’intelligente cavallo nero di Zorro, all’affettuoso Lassie,
dallo squalo di Spielberg al corvo di Hitchcock»
In un’accurata alternanza di didascalie, locandine, storyboard, foto e video, la mostra si snoda in dieci sezioni tematiche, con due temi conduttori: la relazione tra l’icona e l’animale, o spesso gli animali che l’hanno interpretata, (già perché i Rin Tin Tin e i Marley sono più di un cane in realtà..) e la “recitazione animale”.
Vengono inoltre approfonditi argomenti anche molto delicati, come il maltrattamento degli animali sul set, contro cui si battono le organizzazioni a protezioni degli animali come l’AMERICAN HUMANE e la LAV, o il loro utilizzo in scene a sfondo erotico. Per queste sezioni sono allestite delle cabine che mostrano spezzoni di film a tende chiuse, permettendo di evitarne la visione a chi è particolarmente sensibile e ai minori.
Dall’intelligente cavallo nero di Zorro, all’affettuoso Lassie, simboli eterni di un cinema d’altri tempi, dallo squalo di Spielberg al corvo di Hitchcock, protagonisti angoscianti dei film del terrore, dallo strappalacrime Hachiko al gentil-gorilla King Kong, spesso dietro un animale che recita c’è l’immenso lavoro di addestratori professionisti. Non è infatti un gioco da improvvisare, ma un intervento serio per il quale servono grande tenacia, lunga esperienza e un feeling di reciproca fiducia, ingredienti fondamentali per ottenere risultati straordinari sia dai classici “amici dell’uomo” con cui abitualmente siamo in contatto (cani, gatti, cavalli), sia da animali ben più temibili e solitamente esclusi da questo rapporto domestico, ma che poi si rivelano estremamente sensibili e intelligenti, come orsi, tigri, leoni, elefanti.
Ultimo approdo del percorso sono gli animatronics, animali digitali, (quasi più veri di quelli veri), che, comandati da sofisticati computer e accompagnati da costosi effetti speciali, servono per quei frammenti di film particolarmente difficili da girare, (come il primo piano di un fantino nel bel mezzo di una corsa..) o per scene in cui gli animali antropomorfi devono compiere azioni umane come parlare, bere, ballare, per le quali sarebbe davvero troppo chiedere anche alla scimmia più dotata.
Un legame profondo, quello tra uomo e animali, che fa da sfondo ad ogni momento della vita, anche quello delle luci della ribalta, a volte rubando magistralmente la scena agli attori a due gambe. E poi dicono recitare da cani…