Non la vedevamo in Italia dal 2008: la cantautrice canadese Leslie Feist torna finalmente in Italia per presentare il nuovo album “Pleasure”, uscito a febbraio. Ad accoglierla ci pensa T R I P Music Festival, evento milanese che chiude con il botto la sua prima edizione nella splendida cornice della Triennale di Milano.
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_di Alessia Giazzi
Tra atmosfere delicate e note di rosa Feist torna a Milano per un live intenso ed emozionante. “Un secolo. Quanto è lungo?” così era ricomparsa Feist qualche mese fa, chiedendoci di misurare lo scorrere tempo dopo un silenzio durato sei lunghi anni.
Il 2017 è quindi l’anno del ritorno per Leslie Feist: dopo l’uscita di “Pleasure” a febbraio, l’artista canadese arriva in Italia per un’unica data milanese nell’ambito di T R I P Music Festival. Il neonato evento chiude in bellezza la sua prima edizione e, dopo 20 giorni di ospiti illustri tra Kurt Vile, Yann Tiersen e Blonde Redhead, fa jackpot ospitando Feist, a nove anni dall’ultima apparizione sul suolo italico.
Se nel 2008 erano stati i Magazzini Generali ad accogliere la cantautrice, il 31 luglio tocca alla suggestiva location del Teatro dell’Arte fare da palcoscenico a uno dei ritorni più attesi della scena indie internazionale.
Nove anni. Quanto sono lunghi? Infiniti, a giudicare dal calore con cui il pubblico accoglie Leslie Feist e dagli scrosci di applausi che la accompagnano mentre esce dalle quinte nel suo voluminoso vestito rosa Barbie. Non è cambiata di una virgola, forse avrà qualche ruga in più ma quella che sale sul palco sembra essere la Feist di sempre.
«L’empatia che Leslie Feist riesce a creare con i propri fan è incredibile
e il Teatro dell’Arte si rivela la location perfetta per ospitare quella che è una performance intima, il ricongiungimento dell’artista con il proprio pubblico»
Sono i primi accordi di “Pleasure” a riempire il silenzio: si apre così il live, con una prima tranche interamente dedicata al nuovo omonimo album. La voce di Feist è eterea, una di quelle voci che si muove sulle ottave più alte e che solletica la nuca con brividi a fior di pelle. Il pubblico si stringe nel proprio sedile quasi trattenendo il respiro per poi esplodere in un applauso interminabile di amore puro.
Tra un cambio di chitarra e l’altro Feist e la sua band ripercorrono interamente “Pleasure” passando da brani acustici suonati in solitaria come la bellissima “I Wish I Didn’t Miss You” e “Lost Dreams” a pezzi più elettrici come “Century”. La cantautrice canadese approfitta dei silenzi per accordare la chitarra e rivolgere qualche parola al pubblico per raccontare aneddoti sui nuovi brani. A metà concerto, sulle note di “Young up”, Feist invita tutti ad alzarsi dal proprio posto e a ballare abbracciati sotto il palco: il Teatro dell’Arte si trasforma in una sala da ballo inondata dalle luci rosa che si riversano dalla scenografia, è un momento magico e il pubblico ne approfitta per piazzarsi stabilmente sottopalco, a pochi metri dal loro idolo.
“Facciamo un salto nel passato” esordisce la cantante, chitarra alla mano. Così Feist introduce vecchie chicche come “My moon, my man”, “Sealion”, “A commotion”. Ma è l’encore a serbare le sorprese più grandi: quando ormai il pubblico non ci sperava più, appaiono cavalli di battaglia dell’artista canadese come “Mushaboom” e “1234” intervallate da “Gatekeeper” chiesta direttamente dal pubblico e improvvisata da Feist sola sul palco.
L’empatia che Leslie Feist riesce a creare con i propri fan è incredibile e il Teatro dell’Arte si rivela la location perfetta per ospitare quella che è una performance intima, il ricongiungimento dell’artista con il proprio pubblico. Feist è un concentrato di simpatia ed energia irresistibile, il palco è casa sua, tanto da sentirsi perfettamente a suo agio a rivolgere lo sguardo verso il buio in sala, soffermandosi a guardare negli occhi le persone in piedi sotto di lei. Dal canto suo il pubblico ricambia con entusiasmo: l’hanno aspettata per tanto tempo e questa è l’occasione per esternare il proprio entusiasmo e un sentimento di affetto genuino.
Feist è tornata per raccontarci che cosa è successo in questi anni di assenza, per farci ascoltare dal vivo le canzoni che descrivono il suono di anni di silenzio, ripagando il vuoto della sua latitanza con un live carico di emozioni. Che dire. Bentornata Leslie.