Dalla old school alla trap: Incubo Italiano è un viaggio nel rap italiano

Il nuovo format di Astoria – organizzato in tandem da Francesco Rapone e Dj Fede – prova a mettere d’accordo rap e trap, old school e new generation. Segnate in agenda il primo appuntamento: giovedì 29, dalle 22 all’1, ad ingresso gratuito. 

Un’antologia di black music. Un viaggio tra passato e futuro. Senza pregiudizi. A meno di una settimana dal battesimo di Incubo Italiano abbiamo fatto una chiacchierata con Francesco Rapone e Dj Fede per capire come verrà impostata la serata dedicata a rap e derivati. E, ovviamente, abbiamo tirato fuori qualche vinile…

Una serata che tratterà la materia in maniera trans-generazionale, senza fare agiografia dell’old school né demonizzare la trap, ma cercando di innescare un dialogo costruttivo tra le due? In un mondo (soprattutto sui social in realtà) dove tutti si fanno delle gran seghe (all’interno della propria filter bubble, ovviamente) trattando l’argomento in maniera sensazionalista, tendenziosa, autoreferenziale o – più semplicemente – dozzinale e ignorante, questo mi sembra già un piccolo miracolo. Non è una domanda, ma credo che trovare un equilibrio tra i due approcci sia un punto di partenza. 

Dj Fede: per quello che è il mio percorso generazionale, sono più legato al suono degli anni ‘90 / inizi 2000 ed è quello che preferisco ascoltare. Poi da dj e discografico guardo le cose con occhi differenti, percepisco cambiamenti, evoluzioni o involuzioni dei vari generi musicali. Essendo cresciuto in un certo periodo, ciò che trovavo nella musica più “vecchia” mi dava maggior soddisfazione. In ogni caso ho trovato giusto ci fosse un appuntamento dove proporre tutto, dal vecchio al nuovo. Alla ricerca delle cose più interessanti in circolazione.

Nel vecchio come nel nuovo, ci sono cose fatte bene e cose fatte male, del resto. 

Rapone: sono cresciuto nei ‘90, ho circa una decina di anni in meno di Dj Fede e Dj Rula (ATPC), i due migliori esponenti in consolle della black music torinese. Il periodo “posse” è stato il mio “battesimo di fuoco” e ho in Italia una delle più grosse collezioni in vinile di rap e reggae italiano, finita nel libro “Vinile Italiano” di Paolo Dovico e Luigi Riganti. Anche io sono più legato ad epoche passate, ma riconosco una “freshness” in questa onda “trap” italiana molto forte: la mia distanza sui testi è spesso molto netta, ma è importante non generalizzare.

Il nome che avete scelto per la serata è un richiamo ad una delle formazioni più amate/odiate che ha sicuramente contribuito ad abbattere alcune barriere tra i generi e gli stili: ce lo spiegate meglio?

Dj Fede: il nome fa riferimento al titolo di un brano dei Club Dogo ed è un tributo ad uno dei gruppi che insieme a, Sottotono, Sangue Misto e OTR hanno cavalcato alcuni dei periodi migliori del rap italiano. Avendo collaborato spesso con i Dogo, mi piaceva l’idea di usare questo titolo, per il gruppo rappresenta il declino della societa odierna mentre il significato che io attribuisco a “INCUBO ITALIANO”, in questo contesto, è che tutti coloro che entrano nel mondo del rap si dannano per capirlo, nella speranza di ottenerne qualcosa, soldi, fama, visibiltà, credibiltà, ecc… nel 99% dei casi non ne vengono a capo, per questo è un “incubo” per le difficoltà e perché le generazioni vecchie non capiscono le nuove e viceversa, questo non crea continuità ma incomunicabilità.

Rapone: aggiungo che a me piaceva un po’ giocare con la provocazione con questo titolo, spesso la “trap” italiana è considerata un “incubo” per le vecchie generazioni.

Testa fusa, anima contusa
Lei disprezza non mi ama ma mente e mi fa le fusa
Tu goditi le pause io spingo su quel pedale
è la TORINO per male l’incubo nazionale
(“Incubo Italiano” – Club Dogo)

Questi ragazzi devono crescere, sicuramente, ma mi sa che in Italia gli incubi sono altri… A d ogni modo, Rapone, in città sei conosciuto soprattutto per la tua attività in ambito rock/elettronica, nella fattispecie ad un filone che va dall’avant al dark, passando per l’hardcore. Curiosità: come ti approcci al rap? Quali sono i tuoi primi ascolti/ricordi legati a questo universo musicale?

Rapone: Torino è una città che ragiona dal punto di vista musicale per “compartimenti stagni”. Rarissimo che chi va a certi concerti o dj set lo trovi poi in altri generi musicali. Io questa cosa l’ho sempre odiata fin da quando ero ragazzino. Le cosidette “subcultures” me le sono fatte tutte, da cliente e poi da addetto ai lavori, sempre mantenendo un metodo di ricerca e approccio molto serio e rigoroso. Il mio moniker RAP1, che in modo ironico è oggi diventato in questo progetto (t)RAP1, nasce agli inizi degli anni ‘90, dischi come Isola Posse All Stars e Onda Rossa Posse mi hanno “aperto la testa”. Per un certo periodo alle superiori ho fatto avanti e indietro con Roma, osservando con cura ciò che avveniva al Forte Prenestino e a San Lorenzo e “martellando” il distributore di dischi Helter Skelter (ora Goodfellas) e i ragazzi del negozio Disfunzioni Musicali, oltre che il mitico Claudio Besia di Verovinile e Rock’n’Folk quando era in Via Viotti.

Dj Fede, parto con una domanda di carattere “sociologico”: nella tua lunga carriera hai suonato e stai suonando anche all’estero. Penso alle Vibe Session a Ibiza o ai live ad Amsterdam: come si vive il rap fuori dall’Italia secondo te? Riscontri le stesse dinamiche e/o problematiche?

Dj Fede: per quanto riguarda il mercato estero io ho vissuto il rap “solo” dal punto di vista dei club e quindi ne ho una visione parziale, sicuramente ho potuto constatarne una maggiore radicalizzazione rispetto all’Italia. L’integrazione tra culture diverse è sicuramente una delle chiavi di volta che serve a far funzionare questa musica e quando viene capita aiuta a favorire l’integrazione tra popoli diversi.

Non resistiamo alla tentazione di fare comunque un po’ di “filologia”.  Old School italiana: chi è invecchiato meglio?

Dj Fede: la scena romana più di tutte, con a “capo” i Colle Der Fomento ha mantenuto il suo “impatto”. Non a caso il mio ultimo disco è tutto con rapper romani, perché negli ultimi anni sono quelli più vicini al mio gusto personale e che trovo abbiano portato avanti l’energia che mi piace sentire in questa musica.

Rapone: d’accordo con Fede su Roma e i Colle Der Fomento, aggiungo anche i 99 Posse, figli di più influenze, non solo rap. Sono riusciti, con il loro ultimo disco, a darmi le emozioni del loro primo disco che uscì distribuito dalla Flying Records che con la sua sublabels Crime Squad molto ha contribuito allo sviluppo del rap in Italia.

Tiriamo fuori metaforicamente un poker di vinili per i lettori di OUTsiders: 2 album vecchi che potrebbero avvicinare il pubblico dei ragazzini alla old school e 2 album recentissimi che anche i puristi della vecchia scuola dovrebbero ascoltare.

Dj Fede: Colle Der Fomento “Scienza Doppia H” e Sangue Misto “SXM”. Sui nuovi, Ghali “The album” perché la produzione è talmente fatta bene e ben lavorato come disco che vale la pena ascoltarlo anche se è rivolto ad un pubblico più “teen”. L’ultimo disco de Il Turco perché nuovo e “fresh”, ma mantiene tutti gli stilemi del rap classico.

Rapone: Sangue Misto “SXM” e il primo di Neffa e i Messaggeri della Dopa. Suonano stupendi a distanza di anni e non invecchiano. Dei nuovi, Tedua mi ha davvero colpito moltissimo, poi tutte le uscite Dark Polo Gang che un po’ mi fanno sorridere, un po’ dico “oddio dove siamo finiti”, gli riconosco oggettivamente una forza incredibile, che dovrebbero capire anche le vecchie generazioni.

Come siete approdati al “contenitore” Astoria per Incubo Italiano?

Rapone: inizialmente dovevamo sviluppare la serata al Rat da Ivan Cazzola, ma la chiusura e riapertura a Settembre in altro spazio ci ha bloccato. La scelta è caduta sull’Astoria, ci sembrava lo spazio giusto.

Come si svolgerà nel concreto la serata? (spiegare ad esempio che si starà al piano di sopra e per ora non sono previsti ospiti?)

Rapone: sarà un dj set a cura di Dj Fede al 100% di Rap e Trap italiana. Al piano superiore del locale, dalle 22:00 all’01:00. Ingresso gratuito, un episodio “pilota”, dopo di che ragioneremo se in futuro avere anche un mc.

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Ritrovamenti fotografici d’annata.