La Eris è una casa editrice giovane ma già ricca di firme molto interessanti. Lo scorso marzo è stato pubblicato Misdirection, progetto grafico di Lucia Biagi, in arte Whena. Tra chat, false amicizie e piccoli ritagli, una vacanza “normale” può trasformarsi in un’avventura e svelare tante verità.
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di Lorenza Carannante
Andare in vacanza con i propri parenti non è sempre divertente, soprattutto se lo scenario della suddetta vacanza è un piccolo paesino di montagna. Federica è la giovane protagonista del nuovo romanzo a fumetti di Lucia Biagi, in arte Whena, già conosciuta nel campo delle autoproduzioni e già autrice di “Punto di fuga” uscito per la Diabolo edizioni e di “Pets”, pubblicato per Kappa. Il suo nuovo albo invece è stato pubblicato lo scorso mese da Eris Edizioni e s’intitola Misdirection, le cui traduzioni dall’inglese possono tutte aiutarci ad introdurre l’argomento principale della vicenda.
“Misdirection”: distrazione, indirizzo sbagliato e/o finto: queste alcune delle interpretazioni possibili. O ancora: l’arte di distogliere l’attenzione e rendere possibile un trucco di magia, ingannando i sensi e la mente.
Ecco dunque che ci troviamo spiazzati di fronte alla misteriosa sparizione di una ragazza, Noemi, alla quale la nostra protagonista Federica è molto affezionata.
«Durante la giornata trascorsa a cercare la sua migliore amica, Federica scopre i retroscena sadici e i pregiudizi di un paesino di montagna dimenticato dal mondo, chiuso nelle proprie convinzioni e decisamente poco incline all’apertura mentale»
Ci troviamo nell’epoca degli smartphone e della connessione h24, dell’appetibilità di soldi facili e di quei mondi paralleli eppure così vicini dell’online e dell’offline. L’amicizia può essere diversa se si è online oppure offline? Forse sì, ed è forse questa una delle tematiche principali dell’albo, nascosta dietro l’improvvisa sparizione di Noemi, una delle ragazze più alla moda del piccolo paesino di montagna, ma anche una delle più controverse, spesso giudicata come una “poco di buono”, una “facile”, alla costante ricerca di attenzioni.
Federica le è molto affezionata ma non sa di essere per lei solo un’amica di passaggio fino a quando non la ritrova, riconoscendo a quel punto l’importanza dell’amicizia vera, che non ha password o connessioni wireless. Anche la verità viene pesata, e in un’epoca in cui siamo presumibilmente provvisori, tutto diventa assolutamente fallibile e irrisorio. Durante quella giornata trascorsa a cercare la sua migliore amica, Federica scopre i retroscena sadici e pieni di pregiudizi di un paesino di montagna dimenticato dal mondo, ricco soltanto delle proprie convinzioni e decisamente poco incline all’apertura mentale. Qui, tra dubbi e paure vengono a galla le meschinità dei paesani, amplificate certamente dall’utilizzo smodato dei cellulari: la costante ricerca di attenzioni di Noemi, che arriva a trattare male sua madre e chiunque si curi di lei, è quasi tragicomica nella sua disperazione, riflettendo purtroppo un mondo che ci circonda sempre di più.
La scelta grafica di Lucia Biagi è quanto di più utile a spiegare il paradosso tra quello che sembra essere una sorta di thriller giovanile e i sentimenti della protagonista, così viva e ostinata nella sua ricerca. Già a partire dai colori il lettore è proiettato in una dimensione fredda, caratterizzata da tonalità piattissime di lilla, verde e verde acqua. Il bianco serpeggia in tutte le tavole, dando una profondità quasi alienante. Il tratto è lineare e tondo, e contribuisce a creare un’atmosfera assurda quasi sospesa a mezz’aria, nel vuoto, sottolineando il parallelismo tra la placidità del paesino di montagna e la totale, ma apparente, piattezza della trama.
Un equilibrio grafico dato soprattutto dalla bravura e dalla sensibilità di un’autrice da scoprire che ha così voluto evidenziare anche lo scontro tra due visioni della vita agli antipodi: quella quasi adulta e responsabile della tredicenne Federica, e quella avventurosa, caparbia nei suoi intenti ma scapestrata di Noemi, che rivendica la propria libertà, nonostante tutto.