[INTERVISTA] Lo spirito dionisiaco della Bandaradan

La fanfara torinese sarà ospite del festival Slavika venerdì 24 marzo alle Officine Corsare. 

Alle 22 infatti avverà il fischio d’inizio di quello che è un vero e proprio derby dei Balcani versante sabaudo con l’incontro-scontro tra Disko Slavika vs Gipsy Party, due delle crew che da un po’ di tempo sventolano bandiera sovietica a Torino.
Oltre al tripudio di trombe della Bandaradan, spazio alle performance degli Accordi&Disaccordi (live a suon di jazz manouche) e Dj Je Pijan (pronti a scatenarvi sul dancefloor?).
L’appuntamento è per il prossimo venerdì all’ARCI di via Pallavicino 35.

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Nel frattempo abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Sergio della Bandaradan che ci ha raccontato degli esordi e del percorso della banda, dal sogno di far ballotta sulla Rambla di Barcellona alla presenza ai grandi festival di genere italiani ed internazionali.
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Dunque: terza edizione di Slavika, Bandaradan presente a rappresentare i Balcani sotto la Mole. Come arrivate al festival? In generale, che impressioni avete di questo evento?

“Abbiamo scoperto Slavika l’anno scorso: un grande esempio della fervida vita culturale sub Mole. Davide Agazzi è un folle (tra gli organizzatori del festival ndr*), ci siamo trovati subito in sintonia e abbiamo immaginato una collaborazione tra Disko Slavika e Gipsy Party. Altrimenti avremmo dovuto farlo sparire nottetempo…”

Bandaradan è attiva ormai da diversi anni e ha suonato davvero dappertutto, dalle strade ai teatri. Come nacque il progetto in origine? Ci sono stati cambiamenti nel corso degli anni?
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“In origine c’erano 4 ragazzi scapigliati che volevano suonare sulla Rambla a Barcellona. Dopo abbiamo cominciato a girare per i festival di arte di strada italiani ed europei. Negli anni ci sono stati parecchi cambiamenti di formazione, ma lo spirito dionisiaco della banda è rimasto lo stesso.”
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La vita in tour, in giro per concerti è sempre un delirio: ci raccontate la cosa più assurda/strana/bizzarra che vi è successa in questi anni come band? (nei fest, nei locali, per le strade, scegliete voi)
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“A volte è un delirio, ti deve piacere questa vita… Situazioni assurde ne capitano tante, come quando ci si è fuso il furgone in autostrada 1 km prima dell’uscita per Amburgo. L’organizzatore non ci ha risposto al telefono per due ore: erano tutti al party d’inaugurazione…
Dopo il festival abbiamo venduto il furgone a un turco e siamo tornati in aereo. O quando Skulla rotolava giù per il prato del Valentino con la cassa a un addio al nubilato senza mai smettere di suonare. O quando dei serbi ci hanno riempiti di banconote da 50 euro attaccandocele in fronte durante un matrimonio a Trieste. O quando uno zingaro ha spaccato con una testata un incisivo a Luca dopo il concerto. O quando Sergio si è tuffato in un lago svizzero con addosso solo un cilindro e dei guanti bianchi da mago. O quando un nostro ex musicista è sparito dopo aver preso 500 euro di paga ed è tornato in albergo il giorno dopo a mezzogiorno dicendo: eravamo io due tipe e la Jacuzzi, ho speso tutto. O quando…”
 
Faide tra fanfare, faide tra serate: a Torino ci si sente davvero un po’ a Est…?
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“Faida? Quale faida? Siamo i Re incontrastati delle fanfare balkan e delle serate gipsy di Torino, nessuno osa sfidarci. Gli altri al limite sgomitano per dividersi le briciole…LOL”
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Il posto più assurdo dove avete suonato? E, ovviamente, il posto più assurdo dove vorreste suonare?
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“Su divani risciò, sul rimorchio di un tendone da circo, in mezzo alla neve, in mare, in piscina, in canoa, in barca, in fabbrica… Vorremmo suonare in un bordello, o fare cappello in aereo.”
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L’artista o la band con cui vorreste condividere il palco?
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“Ci piacerebbe suonare con gli Slipknot e Ibrahim Maalouf a una festa privata nella villa di Hug Hufner. Ma anche con Paul McCartney e Gideon Kremer!”