[ANTEPRIMA] Il Brodo indigesto che crea dipendenza

Tra cantautorato sbilenco e alt-rock, tra il cinico e il surreale, vi presentiamo l’esordio discografico del torinese Brodo. 

Da un fuori onda dei Porno (band indie-rock torinese attiva qualche anno fa) nasce Brodo. Il suo EP d’esordio si intitola Pezzi Pt. 1 ed è un mix di ballate in lo-fi cantate col cuore in mano e un tamango nell’altra. La sua poetica ci ha ricordato tanto Edda quanto Billy Corgan, un po’ Bugo e un po’ i Verdena.

Ve lo presentiamo in anteprima e ce lo facciamo raccontare da Brodo stesso, al quale abbiamo rivolto un paio di domande per capire meglio la ricetta della sua musica.

Innanzitutto, quando e come ascolteremo queste canzoni dal vivo?

“Ho registrato questo ep, al quale seguirà un altro ep, proprio per trovare date. In realtà ho fatto già qualche concerto aprendo per band di amici come Makepop (il quale cantante ha inventato il mio nome) ed Est- Egò. Ho anche fatto un mini tour estivo in Salento con Carmona Retusa e Grandmothersound. La veste delle canzoni potrà essere sia da solo che con la band, dipenderà, banalmente, dai posti e dai soldi. Chi vuole far suonare Brodo in solo o con la band può scrivere a brodobrodobrodobrodo@gmail.com

Secondo te, c’è un concetto chiave sotteso a tutto il disco?

“Il concetto chiave l’ho capito a posteriori, è quello che da il titolo ai due ep. È anche un gioco di parole fra “pezzi” inteso come “canzoni” e “pezzi” inteso come “parti”. Anche la scelta di fare due ep distinti discende da questo concetto. Però è molto ampio quindi non so quanto possa funzionare, si va dalla frammentarietà, alla mancanza, alla comprensione di un significato unendo poi le varie parti. Però posso dire che le interpretazioni di amici ed amiche che hanno sentito gli ep in anteprima mi interessano maggiormente della la mia visione e quindi immagino una risposta collettiva a questa domanda, sarebbe bello fra un po’ sentire diverse opinioni, ora che escono gli ep.”

Ci tenevo all’autoproduzione più totale possibile per vedere se ‘ste canzoni potevano camminare sulle loro gambe e farsi conoscere anche senza grandi investimenti promozionali.

Chi o cosa ti ispirato nella scrittura delle canzoni?

Il pezzo più vecchio l’ho scritto dieci anni fa ed più recente è di settembre 2016. Per la maggior parte dei casi sono canzoni che ho scritto in un tempo massimo di mezz’ora. Il problema è stato aspettare magari dieci anni per me per capire se erano solo velleità o se potevo davvero proporle fuori dalla mia stanza e potevano essere condivisibili. Una risposta non ce l’ho ancora, alla fine ho iniziato a registrare nella primavera del 2016 perché non potevo più trattenermi. Ci tenevo all’autoproduzione più totale possibile per vedere se ‘ste canzoni potevano camminare sulle loro gambe e farsi conoscere anche senza grandi investimenti promozionali. E poi, magari non fa figo dirlo, ma non ho grandi risorse economiche ed ogni giorno o lavoro o cerco lavoro.

Mi accennavi di un particolare metodi di “promozione”…

L’unica manovra promozionale è che esistono due canzoni che mancano, una per ep, l’unico modo per averle è condividere una canzone a scelta, fra i due ep. Chi lo farà, mi manda lo screenshot del post come prova e gli/le mando la canzone in omaggio. Ci tengo a dire che le due canzoni sono in italiano e non sono dei rimasugli, ma canzoni integranti degli ep, probabilmente sono le due canzoni più belle e ci tengo a regalarle a chi mi supporta. Una condivisione è un gesto minimo per chi lo fa, bastano due click, ma per me è un gesto di grande valore che ci tengo a premiare.

E chi ti ha aiutato nell’arrivare al prodotto fatto e finito che ascoltiamo? Hai fatto tutto da solo in solitaria o hai dei fidati collaboratori?

“Ho fatto tutto da solo tranne la batteria, è lo strumento che suono peggio (e che ha anche maggiori difficoltà tecniche, tipo che non posso suonarla in camera mia se voglio evitare risse condominiali), fra i vari problemi, non riusciva a venirmi a tempo. Quindi l’ha suonata al Sub Mix Pro Studio un mio amico che è un batterista davvero ottimo, sia come tecnica che come sensibilità, si chiama Andrea Cilano, il mix della batteria invece me l’ha fatto un altro amico, Paolo Caruccio, che mi ha prestato anche un microfono per registrare ed ha anche avuto l’idea dalla quale è nato il videoclip del primo estratto, videoclip realizzato da un altro amico, Francesco Lurgo, che inoltre, mi ha anche prestato i suoi monitor per mixare.
Poi sia loro tre che altri amici sono stati oggetto, nei mesi, di tutte le paranoie che avevo mentre registravo e mi hanno pazientemente dato consigli preziosi. Le copertine dei due ep invece sono state realizzate da Michela Ronco e probabilmente sono più belle delle canzoni stesse.”

Potessi aprire il concerto di chiunque chi sceglieresti?

“Attualmente di chiunque perché mi devo fare conoscere; ed anche perché vorrei suonare ovunque e non schifo nessun artista o situazione per farlo. Però se devo fare dei nomi, direi Paolo Benvegnù, Giorgio Canali, Edda, Giovanni Truppi e Calcutta. Ognuno per una ragione specifica, ma in generale perché ho la presunzione che suonando prima di loro, non riceverei lanci di oggetti vari dal pubblico. Anche se non è detto.”

Ed ora premete play sul video de “Le cose per bene”.


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