I Touché Amoré ci riportano al cuore del post-hardcore

HH Booking e Hub Music Factory portano in Italia la band di casa alla Epitaph. Vi raccontiamo la data al Legend Club di Milano. 

_di Luca Cescon 

La data milanese della band capitanata da un devastante Jeremy Bolm ci fa capire perché la musica ha bisogno di album come “Stage Four” e “Parting The Sea Between Brightness and Me”.

Con le tracce di “The Long Dark Blue” e “Punk-Rock Messed You Up, Kid!” gli Swain aprono la serata al Legend Club di Milano. Il loro è un mix di grunge, indie e punk, racchiuso al 100% nella bellissima “Hold My Head”. Di nero vestiti e guidati da un danzante e istrionico vocalist Noam, gli Swain si confermano una delle realtà più interessanti del panorama alternative europeo.

Seguono dopo un breve cambio palco gli statunitensi Angel Du$t, che portano sul palco un netto cambio di marcia rispetto alla mezz’ora di show precedente. Look anni ’90, hardcore alla Turnstile e rock uniti insieme in una miscela esplosiva e festaiola suonata sparata in faccia con la precisione di chi macina decine di date durante l’anno. “Rock the Fuck On Forever” è il loro ultimo lavoro, uscito per Pop Wig, e tra le quali anche dal vivo spiccano le divertentissime “Toxic Boombox” e “Ready 2 Receive You”.

«I Touché Amoré confermano con questo show di essere tra le band più poliedriche del panorama “rock” globale, capaci di frasi apprezzare dal pubblico hardcore così come da Jay Z»

“Stage Four” è il loro ultimo album, “Parting the Sea Between Brightness and Me” il capolavoro che li ha messi a capo della scena post-hardcore degli ultimi 10 anni: i Touché Amoré chiudono la serata, iniziando lo show proprio con la opening track dell’album uscito pochi mesi fa, “Flowers and You”. Fin da subito il pubblico sotto il palco si emoziona, poga e fa crowdsurfing sulle canzoni della band di Los Angeles, che conferma il suo stato di forma devastante, con un live set compatto, senza sbavature e carico di sentimento. La scaletta raccoglie brani da tutti gli album dei TA, ovviamente dando la precedenza ai due già citati, ma senza dimenticare “Is Survived By” (“Harbor”, “DNA”) e “…To the Beat of a Dead Horse” (“Honest Sleep”). Pensare al solo Jeremy Bolm come punto di forza dei Touché sarebbe un errore: la sezione ritmica è forse una delle migliori in questo genere musicale, mantenuta di altissimo livello grazie a chitarre dal suono soft e aggressivo allo stesso tempo e da un batterista (Elliot Babin) in stato di grazia. I TA confermano con questo show di essere tra le band più poliedriche del panorama “rock” globale, capaci di frasi apprezzare da Jay-Z ma anche dal pubblico hardcore.

Gallery a cura di Jessica Tee