[INTERVISTA] Alla scoperta della colonna sonora di “Su Marte non c’è il mare”

Freschi vincitori del primo premio al Dublin Web Festival, abbiamo parlato un po’ con Giacomo Franzoso e Alessandro Cerami, autori della colonna sonora di “Su Marte non c’è il mare” webserie per la regia di Lucio Laugelli e prodotta da Stan Wood Studio.

di Mattia Nesto –  Su Marte non c’è il mare è una web-serie in quattro puntate ambientata ad Alessandria, quindi nella più “pura” e normale provincia italiana. Riprendendo tematiche da sceneggiato noir la vicenda si muove attraverso un misterioso affittuario che, giustappunto misteriosamente, prende possesso di un piccolo appartamento per il fine settimana, di proprietà del protagonista della serie. Da qui, attraverso una regia elegante e discreta, l’intrigo si infittisce, anche grazie ad una colonna sonora di grande gusto ed efficacia. La webzine è stata trasmessa sul sito de “La Stampa” (leggi qui). 

su-marte-non-ce-il-mare

Come si fa a vincere il Dublin Festival?

“Sicuramente è stato un premio inaspettato e non sappiamo proprio dirti quale sia la “formula segreta”. Crediamo tuttavia che soltanto lavorando, lavorando e lavorando ancora si possa ottenere qualcosa di più o meno buono, almeno così ci ha insegnato la nostra esperienza. Applicarsi, mantenendo sempre i piedi ben piantati a terra e senza montarsi la testa, ascoltare tanta musica naturalmente e impegnarsi sempre e comunque anche se i mezzi a disposizione non sono chissà che cosa. Per noi questo è sviluppare l’idea stessa di fare il musicista.”

Avete parlato di scarsità di mezzi tecnologici: ma dieci anni fa avreste potuto fare egualmente tutto ciò che avete fatto?

“Sicuramente la tecnologia ci ha aiutato molto ma, in fin dei conti, non è che dieci anni fa le cose sarebbero state così diverse. Certo c’è tecnologia e tecnologia: quello che Hans Zimmer si può permettere noi non possiamo neppure sognarlo (risate). Comunque anche con poco si può fare molto, l’importante è cercare di ottenere il massimo da quanto si ha. Magari ecco vent’anni fa le cose sarebbero state molto più difficili, visto che gli standard erano già molto elevati ma se non potevi permetterti un’intera orchestra non è che potevi andare così lontano.”

Da un punto di vista pratico come è andata la realizzazione della colonna sonora?

“Assieme a Lucio (il regista, ndr) abbiamo lavorato di sinergia, cercando di comporre una canzone che desse quella data atmosfera, quel pathos che sale tipico di certi thriller. Abbiamo lavorato quindi con un’idea ben precisa in testa e poi abbiamo realizzato anche un’altra manciata di brani. È stato un percorso di piena aderenza con la pellicola, di modo che suoni, immagini e girato potessero andare perfettamente a braccetto.”

Prima avete citato l’importanza di lavorare, di applicarsi nella vostra professione: che cosa vuol dire?

“Vuol dire non smettere neppure un giorno di studiare, ascoltare, comporre musica in modo da essere costantemente allenato e sul pezzo. Non ci si inventa compositori dall’oggi al domani ma occorrono anni di applicazione.”

maxresdefault-10

Tra la fine della sonorizzazione di “Su Marte non c’è il mare” e il ritiro del premio, cosa avete ascoltato che vi ha colpito?

“Diciamo che, in linea generale, continua ancora a appassionarci Ennio Morricone. Il suo lavoro con The Hateful Eight è stato per noi fonte di grande, grandissima ispirazione. In fondo se a livello internazionale è così conosciuto e rispettato un motivo fondato vi dovrà essere. Poi ascoltiamo i grandi delle colonne sonore, quelli ci piacciono sempre tanto.”

Ed oggi, in che condizioni versa la colonna sonora?

“Beh la situazione, almeno in Italia, non è così positiva. Si è assistito infatti ad un progressivo impoverimento dell’importanza della colonna sonora, le risorse sono quelle che sono e, lo ribadiamo, soprattutto nel cinema italiano vanno sempre convogliate in altro che non sia la musica. Anche il rifiuto di Morricone di collaborare con la RAI, dietro compenso di 10.000 euro è sintomatico. Il Maestro ha detto che potrebbe anche lavorare ma i suoi musicisti si pagano. Com’è anche giusto che sia. Tuttavia, studiando a Bologna, vediamo tante ragazze e ragazzi talentuosi, ben consci della situazione attuale. Quindi riteniamo che il futuro ci sorriderà: per il momento il cielo è abbastanza grigio ancora però (risate).”

Oggi a cosa state lavorando?

“Ora, a parte i nostri consueti lavori, ci stiamo impegnando per la realizzazione di un album di musica elettronica. Ci piace molto la figura del musicista-compositore: crediamo siano da troppo tempo, di fatto, scomparsi.”