[INTERVISTA] L’Aurora Festival: una luce sulla nuova scena italiana al femminile

Il 17 dicembre dal tardo pomeriggio fino a sera le mura di El Barrio avranno il piacere di ospitare alcune tra le più creative e talentuose artiste emergenti nazionali. Otto artiste, in formazione singola o in duo, con strumenti tradizionali e non, su due palchi.  

di Lorenzo Giannetti  —  Arrivano da tutta Italia le giovani protagoniste dell’Aurora del Barrio, che vuole puntare i riflettori su una parte della “nuova scena italiana al femminile”, senza cadere nella trappola della retorica: una serata “in rosa”, quindi, non per femminismo ma per esaltare la varietà e soprattutto celebrare un’annata che ha consacrato molte giovani autrici.

Sul palco dell’ex Scuola di Falchera vedremo la fiorentina Alice Bisi, in arte Birthh che a 19 anni ha esordito con un album a metà tra il lo-fi e l’elettronico direttamente “dai boschi” che si è affermato come album rivelazione di questo 2016.
Parte da Verona invece Seqoyah Tiger, one woman band decisamente fuori dall’ordinario e all’altezza, tant’è che il suo primo EP è uscito con la prestigiosa etichetta tedesca MORR Music (Lali Puna, Mùm). Da Milano si uniscono al viaggio le I’m not a Blonde, duo di compositrici polistrumentiste prodotte dall’etichetta torinese INRI.
Estel Luz invece gioca in casa, o quasi: arriva da Biella ma nella voce si distinguono chiaramente le sue radici colombiane. Jess e la sua chitarra dai ritmi folk ci raggiungono dal capoluogo ligure. Infine le Nanai: due ragazze, 11 strumenti, un nome siberiano ma una sede tutta Torinese.

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Abbiamo chiacchierato un po’ con Cecilia Monzolon e con la crew che c’è dietro l’evento, per analizzarne meglio il concept, la genesi e le prospettive. 

Qual è stata la scintilla dalla quale è scaturita l’idea di questa serata?

“Negli ultimi anni l’ambiente musicale in cui ci muoviamo è cambiato parecchio: non sappiamo se sia stato per caso o per disinteresse ma fino a poco tempo fa le donne in questo settore erano inferiori in numero e in visibilità (almeno all’apparenza) rispetto al sesso opposto. E’ stato quindi inevitabile per chi di noi viaggia tra festival, locali e riviste musicali notare un cambiamento di direzione e scoprire questa nuova generazione di artiste che ci ha conquistato.”

Quante persone ci stanno lavorando? Ti va di presentarci lo staff in una sorta di dietro le quinte?

“Siamo in sei: Mario, Simone e Federico impegnati a tempo pieno tra le mura di El Barrio e Simona, Cecilia e Aurora arrivate da strade diverse che da più o meno tempo danno il loro contributo alla realizzazione di questo e altri eventi. C’è chi si affaccia per la prima volta a questo settore e porta la voglia di innovare e scoprire tipica dei giovanissimi (la metà di noi è sotto i 25 anni) e chi ci mette l’esperienza derivante da anni di attività in questo campo e altri collegati. Insomma un gruppo misto e variegato dove ogni decisione artistica e organizzativa è messa in discussione almeno sei volte e dove l’idea di partenza non è mai quella di arrivo.”

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Come avete scelto le artiste coinvolte?

“Le abbiamo conosciute tutte nel più classico dei modi: loro sul palco, noi davanti. La selezione poi è stata naturale: volevamo dare spazio a diversi generi senza creare un minestrone di sonorità senza un legante e realizzare una lineup omogenea ma non ripetitiva: crediamo di esserci riusciti unendo basi elettroniche, arti performative, sintetizzatori e cantautoralità ma non è stato facile. La verità spicciola è che era da tempo che volevamo sul nostro palco ognuna di loro ma non avevamo ancora trovato l’occasione giusta. Quindi ce la siamo creata.”

Secondo te che differenze ci sono attualmente tra uomini e donne nel fare musica o nel far parte degli addetti ai lavori del settore musicale?

“Mentirei se dicessi che non esistono differenze. Sono piccole cose che stanno più negli occhi di chi guarda che in quelli di chi invece le cose le fa. Quello degli eventi, come sappiamo, è un ambiente duro e lavorarci richiede una bella dose di sacrifici: ci vogliono forza, determinazione e idee chiare: presunte caratteristiche tipiche maschili.
Donne che fanno musica ce ne sono sempre state così come donne che organizzano, registrano e mixano album o gestiscono i tour e gli uffici stampa ma chissà perché ci entusiasmiamo ancora quando vediamo una ragazza che suona la batteria. Tutti tendono involontariamente a definire certe attività “da uomini” e con questo festival non vogliamo fare un manifesto femminista ma evidenziare come invece chi lavora sopra e intorno a un palco debba avere quel “qualcosa in più” che va ben oltre al genere.” 

Piccola playlist a tema: escludendo le artiste che prenderanno parte alla serata, dicci le tue canzoni “al femminile” preferite, facciamo 5 pezzi. Puoi spaziare tra passato e presente, magari scegliendo quelle che ritieni più rappresentative o affini al mood della serata.

“Ecco la domanda che fa tremar le gambe. Siamo arrivati a una mini playlist un po’ sconclusionata che prova a modo suo a raccontare cosa ci ha ispirati nella realizzazione di questo evento.” Basi elettroniche, sintetizzatori, voci distinte e “multiformi talenti”.

Ah, nel warm up della serata è prevista una jam session. Di seguito tutte le info. 

Per chi si sentisse esclusa, per chi volesse dare il proprio contributo musicale o per chi volesse venire all’aurora Festival già dal pomeriggio (anche solo per risparmiare, dato che dalle 16 alle 19 l’ingresso è gratuito) una Jam Session darà il via alla serata: noi mettiamo la chitarra, un paio di microfoni e un pianoforte scordato mentre il talento musicale lo lasciamo a tutte quelle artiste (ma van bene anche artisti, sia chiaro) che, in maniera libera, potranno avvicendarsi o, perché no, mescolarsi in delle sessioni acustiche, dalle 17:00 alle 19:00, fino a quando accenderemo gli amplificatori sui palchi.

Le porte si apriranno alle 16:00 e fino alle 19:00 l’ingresso sarà gratuito.
Dalle 19 alle 21 basteranno 5 €.
Dalle 21 in poi il contributo all’ingresso sarà di 10 €