[REPORT] TOdays Festival 2016: we live, we dream

Tre giorni full immersion di TOdays, la seconda edizione del festival torinese ci ha lasciato stremati dai balli, con gli occhi provati dalle ore piccole e un sorriso che non se ne vuole andare. Con la testa ancora piena di input, sonori e non, è arrivato il momento di fermarsi e fissare i momenti clou di questa seconda edizione.

di Erika Fiumi  –  Il via è segnato da due band “di casa, Pugile e Niagara hanno aperto la prima giornata di festival nella loro Torino. I synth fanno da padroni sul palco per l’intera giornata, si balla fin da subito, col sole ancora alto nel cielo a godersi lo spettacolo. Arriva il momento di Iosonouncane, che continua il tour del suo ultimo album Die, presentato ora col supporto di una band. Con la nuova formazione live l’esibizione si arricchisce di sfumature e colori, soprattutto attraverso la ricchezza delle percussioni, ma quando parte “Stormi” riscopriamo la stessa emozione di un anno fa: un’altra leggera estate sta finendo.

Ma ecco arrivare uno dei momenti più attesi della serata, gli M83 salgono sul palco in un tripudio di luci colorate e attaccano con Reunion. Protagonista della loro esibizione continua ad essere “Hurry Up, We’re Dreaming”, disco che nel 2011 li ha portati al successo con la super hit Midnight City, neanche a dirlo tra le più apprezzate dal pubblico col suo super finale al sax. L’esibizione è piacevole, un arcobaleno su cui non si può non ballare, ma non indimenticabile a causa di un’impronta non ben definita, una lotta senza un chiaro vincitore tra shoegaze e atmosfera da dancefloor.

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Tutto finisce forse un po’ troppo in fretta, ed è già tempo di lasciare il verde prato di sPAZIO 211 per raggiungere la seconda location dei big live: l’ex fabbrica INCET, perfetta cornice post industriale di ciò che ci aspetta. La musica sperimentale di Paolo Spaccamonti prepara il pubblico per l’arrivo del Maestro dell’horror anni ’80.

Il live di John Carpenter è stato più di un semplice concerto: un vero e proprio spettacolo con gli spezzoni dei film cult della sua brillante carriera proiettati dietro alla sua band. Carpenter è acclamato dal pubblico dall’inizio alla fine: occhi adoranti puntati su di lui mentre introduce le tracce che lui stesso ha composto come colonne sonore dei suoi film. Citazioni su citazioni, da “La Cosa” agli occhiali da sole di “Essi Vivono”, il leggendario regista e compositore conquista il pubblico già ampiamente a lui affezionato, mantenendo alto lo spirito di chi ha tutto il diritto e la ragione di dire “all movies will live forever”.

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John Carpenter, uno degli eroi dei TOdays, nella nostra illustrazione firmata Andy McFly

La seconda giornata ha sicuramente un’importa più rock. Si inizia col live di un altro trio torinese, i bravissimi Stearica; per poi cambiare musica con la carica dei Giuda, che con poche parole attaccano un pezzo dietro l’altro, dritti come treni. Si ritrova una parentesi di calma con i pezzi di Motta, che ha sfornato uno degli album italiani più apprezzati di questo 2016, “La fine dei vent’anni”. Il pubblico ondeggia sul pathos delle canzoni di Francesco, che ha dato una voce perfetta ai pensieri dei quasi trent’enni della nostra generazione. L’impazienza per l’arrivo degli headliner della serata inizia a farsi sentire tra le prime file, fino a quando i Jesus and Mary Chain salgono sul palco, subito accompagnati da qualche problema tecnico. La band sfoggia alle spalle un enorme manifesto del disco d’esordio che ne ha segnato il successo, “Psychocandy”, pur proponendo un’esibizione che del celebre album ha richiamato solo 5 pezzi. Sono passati più di 30 anni dai tempi d’oro dei fratelli Reid, e quel che succede sul palco porta con sé l’aspettativa di un pubblico legato all’innovazione che i Jesus and Mary Chain hanno portato nel rock moderno. Ma nel 2016, la carica live è sbiadita e il glorioso passato sembra schiacciato da un presente che non risponde in modo brillante. Una reunion fuori tempo massimo? A noi è parso di sì.

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Spostandoci all’INCET, troviamo le canzoni di Niccolò Contessa coi suoi I Cani. In uno spazio probabilmente troppo grande per rendere giustizia e calore al mood da cori e pogo “Post Punk”, il pubblico risponde comunque bene, soprattutto ai pezzi più vecchi del “Sorprendente Album D’Esordio De I Cani”. La musica poi cambia totalmente e sul palco diventano protagoniste ben tre batterie e muri di synth: è il momento dei Soulwax. Un ventennio di musica alle spalle ma sempre al passo coi tempi, la formazione belga è un concentrato di energia senza freni. Camicie bianche e scenografia minimale, per uno show che riesce comunque a incantare grazie alla carica che esplode a terra senza fronzoli. Elettronica di matrice rock, potente e sudata.

All’ultimo giorno di TOdays arriviamo dopo due giornate no stop, finite alla mattina coi dj set curati da Varvara. Victor Kwality (già voce degli LNRipley e reduce dalla collaborazione con Salmo) inaugura, accompagnato dalla band, il terzo giorno sul palco di sPAZIO 211 col suo nuovo progetto solista, “Koan”. A lui seguono i Brian Jonestown Massacre, la neo-psichedelia californiana arriva dritta a Torino per la gioia dei tanti fan presenti sotto palco. Dopo di loro il clima si fa più “pop” coi Local Natives, che hanno presentato live qualche brano del nuovo album in uscita. La vera svolta della serata l’abbiamo con l’arrivo dei Crystal Fighters: l’edera si è arrampicata sui Marshall e sulle aste dei microfoni e i ritmi frenetici dei pezzi ci hanno riportato in vacanza. Non importa se l’erasmus in Spagna è finito da un pezzo, lo show dei Crystal Fighters resta un momento di svago assoluto, dove è impossibile restare fermi e non farsi trascinare dalle percussioni tribali che incontrano l’elettronica danzereccia. Il ritmo non si ferma, perché subito dopo arrivano sul palco i Goat, per l’ultimo show di questa tre giorni carichissima. Una chiusura col botto, tra maschere e costumi, influenze di musica da tutto il mondo si incontrano in una performance senza sosta. Anche qui i piedi non si possono fermare, le percussioni restano protagoniste in salsa tribale, tra ritmi trance e acide note psych. Ci siamo abbandonati.

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È così finita anche questa edizione di un festival che ci ricorderemo soprattutto per l’atmosfera che abbiamo respirato, fatta di musica, curiosità e tantissima voglia di continuare a riempire palchi di suoni e voci.

Siamo sazi, TOdays, ma già ci manchi: ora è davvero finita l’estate.

TODAYS FEST 2016 (1)
La panoramica sugli artisti dei TOdays a cura della nostra illustratrice Andy McFly.