Sogno di una notte di mezza estate: è l’ora delle fate | Globe Theatre

L’unica cosa che vorresti alla fine della serata è che ricominciasse subito: Sogno di una notte di mezza estate in scena al Silvano Toti Globe Theatre di Roma (fino al 21 agosto) è la never ending story shakespeareana per eccellenza.

di Raffaella Ceres  –  Di cosa ha bisogno un sogno per essere sognato? Di magia. Silenzioso s’introduce il Sogno di una notte di mezza estate nella notte più stellata della calda stagione romana. In scena per il decimo anno con la regia di Riccardo Cavallo, al quale la compagnia ha reso il suo eccellente omaggio e saluto al termine dello spettacolo, l’opera datata 1593 si conferma una delle commedie di Shakespeare fra le più fiabesche, adatta a grandi e meno grandi.

Conferma resa tangibile anche grazie al sold out della serata della prima, il 10 agosto scorso, che ha visto un pubblico davvero eterogeneo divertirsi e commuoversi. Questo è di certo l’elemento che rende il Sogno di una notte di mezza estate unico: è per tutti e di tutti. L’intreccio armonioso delle storie nelle storie che svelano lentamente la trama dell’intera opera è impreziosito dalle interpretazioni convincenti e coinvolgenti dell’intero eccellente cast in scena fino al prossimo 21 agosto.

Si ride e sospira per le pene d’amore dei giovani innamorati Ermia, Lisandro,Demetrio ed Elena. Ci si lascia affascinare dall’eleganza onirica delle maestà dei boschi e delle fate Titania ed Oberon. Personaggi tratteggiati magistralmente come appartenenti ad un mondo lontano nei gesti e nei colori, in quella formula d’amore che tutto lega e tutto scioglie.  Ci si entusiasma senza riserve per la compagnia degli artigiani – attori, teatro nel teatro, che emerge per la dolcezza mista ad ingenuità che regalano nella loro interpretazione da applausi a scena aperta, intenti a preparare il loro omaggio per le nozze di Teseo ed Ippolita.

“Il mondo è folle e folle è l’amore. In questa grande follia della natura, l’attimo di felicità è breve – Riccardo Cavallo”

Quando chi fugge è il più forte a stargli dietro è il più mite: Shakespeare ci omaggia in ogni sua opera con citazioni degne di essere incise nel quotidiano. In Sogno di una notte di mezza estate non servono citazioni memorabili perché l’opera stessa racconta il gioco d’ incastri dei quali in fondo è composta la vita. Sarebbe bello che ci fosse un Puck vicino a ciascuno di noi, mistero e guida leggera per aggiustar le cose là dove da sole non trovano la giusta via.

Qual è la differenza fra sogno e magia? Sembra interrogarci Shakespeare attraverso questa sua fiabesca opera.

Dove finisce il sogno potrebbe esserci il disincanto della vita. Ma dove c’è vita c’è la possibilità di realizzare concretamente i propri sogni. Sogno di una notte di mezza estate si conferma dunque, oltre a superflue parole da aggiungere a queste brevi riflessioni, un’opera catalizzatrice per il pubblico.

Effetto questo che permette alcune breve istruzioni per l’uso delle serate al Globe Theatre: se è l’incanto del luogo misto alla bellezza delle opere di Shakespeare che cercate, perché ostinarsi a rovinare questa atmosfera? Non ci si può poggiare alle balaustre, non si può mangiare in sala, non improvvisate posti a sedere dove non ci sono, non portate cuscini a due piazze per occuparne quattro. Il personale che vi accoglie è attento e disponibile ma aiutiamolo a rendere tutto più semplice. Ma se è vero che il teatro è un patto di bellezza, onestà e responsabilità fra attori e pubblico, quando una sala è sold out non offriamo possibilità per posti dove la visibilità non è limitata quando in realtà è completamente assente. Meglio dire no piuttosto che minare un patto.

Gallery a cura di Giovanna Onofri 

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